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La sera di Gala. Due settimane che non vedevo e sentivo Max. Tra le mie mani stringevo probabilmente l'unico bicchiere di liquido alcolico che potevo ricevere quella sera, anche se era uno champagne che detestavo, ma era necessario per sopportare la visione di Max e la sua ragazza che si appartavano ogni mezz'ora per leccarsi il viso, quel solo bicchiere lo consideravo come acqua nel deserto. Lui era seduto a qualche tavolo di distanza da me, con qualche altra persona di cui ignoravo l'esistenza. La sua mano era perennemente poggiata addosso alla sua ragazza, alla quale dedicava anche mille sguardi e complimenti. Forse, ricordando le mie parole di due settimane fa, non aveva osato salutarmi o guardarmi, oppure semplicemente aveva dimenticato tutto. Ed in quel momento io mi sentivo la bambina della sala, pronta a fare qualsiasi cosa pur di avere per un istante il suo sguardo su di me. Tanto bambina da essere pronta a rimangiarmi le mie stesse parole, tanto bambina da aver indossato l'abito del suo colore preferito, tanto infantile da aver voglia di alzarmi e sprecare l'ultimo goccio di alcol per lanciarglielo in faccia proprio davanti a tutti. Ma rimasi seduta al mio posto. Quando terminammo il primo piatto decisi di alzarmi, lasciando mio padre tenere conversazioni noiose con gli sponsor o altra gente di cui poco mi importava. Recuperai il mio cappotto di lana, poi salii le scale e raggiunsi il terrazzo. L'aria di dicembre di Monaco era gelida, forse la percentuale di umidità era ai livelli massimi, ma non mi andava di trascorrere del tempo chiusa in quella sala a guardarlo e soprattutto a rendermi conto di quanto le mie parole non contassero nulla in confronto a le emozioni che avevo provato quando finalmente avevo ottenuto quel bacio. Che stupida.

«Signorina!» la voce di Daniel mi richiamò, anche se lo vidi salire le scale di fretta. Quella sera di Gala si salvava solo per lo smoking indossato da Daniel Ricciardo, nient'altro. Si avvicinò veloce, poi allargò il suo cappotto nero e mi abbracciò. «Dove hai preso quel bicchiere di champagne?» domandò poi, cercando di non farsi sentire dagli altri presenti.

«Se lo sapessi non sarei così lucida.» commentai, stringendo le mani dietro la schiena del ragazzo. Daniel rise, quasi riscaldando l'aria che ci circondava. «L'hai visto?»

«Ehm... sì. Lei è molto carina.»

«Lo so.» dissi, sentendolo ridere di nuovo.

«Non è per quello che non sta con te.» commentò Daniel, ed io annuii di nuovo. Sapevo anche quello. «Si divertono e basta. Ha detto 'relazione aperta', io invece penso che sia un dare e avere reciproco.»

«Del tipo?»

«Max la riempie di regali costosi e lei si diverte con lui, a letto e fuori. Se la porta in barca, in vacanza. Chiamala scema...» rispose lui, poi aggiunse. «E poi si conoscono da anni, tipo andavano a scuola insieme. A quanto ho capito, lui le piaceva sin da quel momento. Ha colto l'occasione.»

«A lei le sta bene fingere così?»

«Perché dici fingere? Lei veramente non la vuole una relazione seria con Max. Anzi, oltre te non conosco una sola ragazza che voglia una relazione con Max.» mi prese in giro come suo solito, posando il mento sul mio capo. «Hai quattro mesi in cui non lo vedrai, cerca di togliertelo dalla testa, va bene?» domandò poi, ed io annuii di nuovo. Mi lascia avvolgere da quel momento, sentendo quasi già la mancanza di Daniel e dei suoi consigli ironici ma veri. Quado ci allontanammo per tornare in sala, entrambi notammo Max e Grace salire le scale abbastanza velocemente.

«Sei proprio uno stronzo!» urlò lei, riferendosi a Max. i due ragazzi si allontanarono subito, non facendo sentire la loro conversazione a nessuno dei presenti ma dai loro movimenti riuscii a capire che qualcosa stava andando veramente male.

«Dobbiamo andare.» commentò qualcuno, passandoci di fianco. Daniel sospirò e guardò verso la finta coppia, rendendosi conto che se non li avessimo avvisati noi nessuno lo avrebbe fatto, quindi ci avvicinammo.

«Max, dobbiamo scendere.» lo interruppe Daniel. Grace incrociò le braccia al petto e si voltò, forse per non farsi guardare mentre le lacrime le scendevano sul viso. Se riusciva a far star male una ragazza con cui nemmeno non aveva una vera relazione, come potevo pensare che potesse trattare in modo diverso me? Max, senza preoccuparsi della sua ragazza, si allontanò e scese. «Vado con lui.» mi informò Daniel, lasciandomi con Grace. Mi avvicinai cautamente, poi la richiamai.

«Io veramente non so come tu riesca solo a pensare di avere una relazione con lui.» disse la ragazza, e sembrò realmente confusa. «Non fraintendermi, non è per questo che litigavamo. Anche se forse dovrei più preoccuparmi degli sguardi che ti dedica invece di uno squallido e breve scambio di battute oscene con una ragazza del catering.» chiarì subito, recuperando il cellulare per asciugare le lacrime senza guastare il trucco. «Mi va bene non avere una vera relazione con lui, mi sta bene anche che va a letto con altre, ma non mentre sono io davanti. Non lo accetto di essere umiliata così.» spiegò poi, aggiustandosi i capelli. «E tu, veramente, salvati. Io non so cosa sia successo tra voi due, ma spero non ci sei andata a letto. E non per me, ripeto. Lo so che sta con altre, non mi interessa. Lo dico per te, veramente. Non merita nemmeno un briciolo di bene. È un buco nero quel ragazzo, mentre un giorno pensi che qualcosa sta cambiando e ti tratta meglio, il secondo dopo lo trovi a provarci con un'altra ragazza davanti ai tuoi occhi. E tu... tu se il tipo da relazione seria. E lui no. Per lui è tutto una sfida ed una gara, gli importa solo di arrivare primo, di spingere l'acceleratore in qualsiasi situazione, non pensa che può schiantarsi, vuole solo vincere. Lascialo perdere.»

«Sicura di stare bene?» domandai e questa volta fui io a cercare di cambiare discorso, sistemandole il cappotto sulle spalle. Lei annuì, poi rise.

«Di certo non sarà Max a farmi crollare, ci conosciamo da anni e sapevo bene a cosa andassi incontro. Certo, non mi aspettavo sarebbe arrivato a tanto, ma va bene così. Forse questa esperienza può salvare te dal commettere un tale errore. Che sia relazione o solo sesso, scappa.» rispose, poi alzò di nuovo il viso e sorrise, afferrandomi il braccio. «E adesso, facciamo la nostra entrata. Ed apriti questo cappotto che hai un vestito favoloso.» disse, slegandomi il laccio del cappottò. Mi prese di nuovo il braccio e camminò verso le scale, poi con un sorriso scese lentamente. Sicuramente, sapeva come muoversi. Infatti, tutti gli occhi si puntarono su di lei e sulle sue gambe chilometriche che uscivano dallo spacco dell'abito. Mi lasciò vicino al mio tavolo, poi percorse il resto della sala fino a sedersi di nuovo affianco a Max. non riuscii a capire cosa si dissero, ma lui si avvicinò per sussurrarle qualcosa e lei sorrise soddisfatta, portando la mano sulla sua gamba. Sembrava aver ottenuto ciò che voleva, forse le sue scuse. Cosa che io non ero riuscita ad ottenere.

Paradise; Max Verstappen.Where stories live. Discover now