Finché fai la troia in giro

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Vi svelo un segreto: quando si parla di sesso, le tipe ed i tipi sono su due mondi diversi. Se un tipo fa sesso con tante tipe è un figo, uno da prendere ad esempio, uno a cui altri tipi offrono da bere sperando che dica qualcosa che possa servirgli per fare più sesso, tipo ovvietà come non trattarci da bambole gonfiabili.

Se una donna fa sesso con tanti uomini è una poco di buono, una facile, una troia. E non sto nemmeno a dilungarmi tanto, un paio di parole fan capire tutto.

Ho iniziato a fare sesso a quindici anni, mi piaceva un sacco, era meglio che toccarsi da sole, e a me piaceva un sacco toccarmi da sola. Era una cosa talmente piacevole che non ho mai dato così importanza al legarla a relazioni, era bello fare sesso con chi mi ispirava buon sesso. 

Alle superiori, quando questa notizia si è sparsa, le ovvie reazioni sono state sia da parte dei ragazzi, che delle ragazze, anche le mie amiche facevano battute a riguardo, mi dicevano "Dai, sei intelligente, sei sveglia, non hai bisogno di darla così" e mi domandavo "Così come?" e alle volte lo domandavo persino a chi me lo diceva, e loro ridevano come se fossi io la finta tonta.

Mia mamma era un po' preoccupata dal frullo di tizi, perché a domanda precisa rispondevo precisamente, con quelli con cui ero andata, e mi stupivo di lei stupita, prendevo precauzioni, e non le prendevo in maniera casereccia, erano precauzioni serie. La prima persona che aveva cercato di lenire questo mio disagio, era stata mia zia, una volta, al mare mentre sorseggiava un caffè lungo come la messa del venerdì santo.

Aveva ascoltato le mie perplessità e poi aveva detto: "Anemone, tesoro, la questione è essenzialmente una: puoi fare quanto sesso vuoi e con quante persone vuoi, sappilo. Casomai ti vergognerai nel momento in cui ti accontenterai di qualcosa che non ti piace, di fare un sesso noioso, insipido, per fare un favore all'altro. Sono le esperienze che ci arricchiscono, è per questo che ti dico di farle se ti va, perchè finchè sarai tu ad essere quella che cerca attivamente il piacere, non ti ritroverai mai ad essere un semplice mezzo di piacere per un altro".

Ma non era facile, perchè c'è sempre questo abitudine a fare e non dire, questa ipocrisia che avvolge il sesso. Io raccontavo delle mie esperienze con estrema tranquillità ma attorno a me vedevo sguardi straniti e battutine se mi andava bene, o facce sconvolte come se stessi bestemmiando in chiesa se mi andava male.

Poi provavano anche a farmi ragionare, sempre con un sillogismo di merda che faceva riferimento al mio essere brillante studentessa, in grado di intrattenere discorsi anche molto seri, ma che mal si sposavano al mio raccontare i piaceri del sesso anale contemporaneamente alla masturbazione vaginale.

La volta peggiore però era stata alla fine dell'estate che portava alla quinta superiore. Ero con Filippo, ci stavo bene insieme, e lui era convintissimo di essere già il mio ragazzo. Stava guidando ed io ero di fianco a lui, non mi ricordo nemmeno come eravamo finiti a parlare di esperienze passate, ed involontariamente tenevo banco, lamentandomi dei ragazzi poco rispettosi che avevo incontrato, che sapendo qualcosa della mia attività sessuale, magari solo per sentito dire, davano per scontato che io dovessi andare a letto con loro.

E lui, senza nemmeno smettere di guardare la strada aveva risposto "Ci credo Ane, finché fai la troia in giro".

Mi era salita una rabbia pazzesca, tale da bloccarmi le parole. Fino a quel momento si era nutrito di quello che sapevo fare, di quello che avevamo sperimentato soprattutto grazie alla mia voglia di trovare maniere nuove di godere. Ho aperto la portiera con la macchina in corsa, con lui che aveva urlato "Ma che cazzo fai?!", frenando di botto e rendendomi quindi più semplice l'intento di scendere, ed una volta messo piede fuori dal suo mondo avevo trovato la forza di dire un fermo "Cancella il mio numero, coglione".

Ero furiosa, ma soprattutto ero ferita dentro, schiacciata da quel doppiopesismo che mi era stato sbattuto in faccia. Cosa ci facevamo insieme in una macchina se pensava quello di me in quel momento? Quanto potevano mai essere sentite le sue dichiarazioni d'amore?

Alla fine, avevo girato i tacchi e mi ero incamminata nel senso contrario alla carreggiata, lui aveva fatto marcia indietro.

"Allora è vero, non fai la troia, tu sei troia"

E se ne era andato sgommando. Perché la verità, belle mie, è che comunque sei, non vai bene.

La bipolarità è la soluzione, e voi rendetevi conto se quello che mi costringo a dire ha un senso: augurarsi un serio disturbo della personalità come soluzione. Augurarsi di riuscire ad essere così dissociate da risultare delle perfette sante fuori dalla porta e delle sontuose pornostar nel letto, ma solo nel letto di lui, e solo per quanto vuole lui.

Avevo raggiunto un bar, mi ero parcheggiata a un tavolino con una RedBull, cercando di trarre da quel sapore di orsetti gommosi delle sensazioni positive, per scaricare la tensione del momento. Al tavolo di fianco c'erano alcuni ragazzi, facevano gli stupidotti, si vedeva che non avevano una mezza idea di quello che stavano facendo, forse eravamo coetanei. Avrei potuto fulminarli con lo sguardo ma mi ero limitata a sorridere e dirgli "La lingua, a volte, ha anche usi migliori".

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 01, 2022 ⏰

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