Capitolo 46 - Italia

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Giovedì

Monza, Italia

Mi sveglia la voce di mia nonna proveniente dalla cucina. Sono sola a letto, sotto le coperte, illuminata da quel piccolo raggio di sole che sta per sorgere. Mi metto su un fianco e cerco di fare mente locale, e allora che mi ricordo di aver passato quasi tutta la notte interamente in bianco. Ho passato tutto il tempo a ripassare degli argomenti di ingegneria, perché non riuscivo a prendere sonno.

Mi ero promessa che prima di andare a letto avrei parlato a mio padre, in modo da chiudere per sempre con le mie numerose bugie che mi stanno soffocando più di quanto già i sentimenti non lo facciano. E adesso il senso di colpa non mi darà tregua. Sono davvero spaventata, e non devo esserlo! quindi adesso .... Calmati!

Mi infilo i pantaloni della divisa, la polo bianca e mi dirigo in bagno. Mi lego i capelli in una coda alta e applico un tocco di mascara e lucidalabbra, ma prima di uscire mi osservo nuovamente allo specchio e decido di sciogliere la coda e lasciare i capelli cadermi nelle spalle.

Mi fermo davanti alla finestra per vedere la splendida madonnina del duomo di Milano, ogni mattina prima di uscire di casa lo facevo, quando ero più piccola. Amo questo posto .... e di prima mattina è così tranquilla, una favola. I palazzi con qualche luce accesa e il cielo mezzo blu e arancione per i primi raggi del mattino. La gente che esce di casa con le maglie a maniche corte o con le canottiere per il caldo di inizio di Settembre.

Finalmente è arrivato il grande giorno!

Gli appassionati della Formula uno, non aspettano altro che questa settimana. L'autodromo diventa il punto d'incontro di migliaia di persone con un'unica passione: la Formula uno. Sono consapevole che gli occhi dei fan saranno tutti rivolti alla Ferrari e all'ultimo gran premio italiano di Charles, ma voglio dare del mio meglio. Voglio effettivamente gridare al mondo di essere tornata alla McLaren, ed essere tornata più forte di prima.

Sospiro mentre sto per uscire dalla mia camera, ma una voce molto familiare mi ferma. Sbircio attraverso la porta socchiusa e vedo Lando seduto in cucina con i miei. Con i muscoli tesi faccio un passo indietro cercando di capire il motivo del suo ritorno.

Indossa un paio di jeans e una maglia aderente, ha girato all'indietro la tesa del berretto per camuffare la sua identità. Devo fare uno sforzo di volontà per chiudere la bocca spalancata. Con quel berretto all'indietro e i capelli mossi che spuntano da ogni parte, sembra proprio l'atleta di cui mi sono innamorata.

"Ciao Melbourne" sento la sua voce calda. Mi ha notata dietro la porta e mi ha chiamato come solo lui può fare. Entro camminando lentamente fermandomi dietro la sua sedia.

"Che ci fai qui?" lo guardo sgranando gli occhi colmi di incertezza, sperando di star ancora sognando.

"Faccio colazione con i tuoi genitori e con la tua meravigliosa nonna, il pasto più importante della giornata. Non mi andava di farla da solo in hotel, quindi tua mamma mi ha invitato" dice mentre guardo mia madre che gli serve un'altra porzione di pancake fatti da lei.

Roteo gli occhi senza farmi vedere mentre inspiro profondamente. Conto lentamente: uno ... due ... tre ed espiro  tutta l'aria che ho nei polmoni.

"Unisciti anche tu a tavola con noi" interrompe mia nonna sorridente.

Mi siedo vicino alla nonna, soltanto dopo averle dato un bacio sulla guancia. È una sorpresa quando mia madre prende il telecomando in mano, nello stato confusionale in cui mi trovo, le mie mani incominciano a tremare, tantoché Lando se ne accorge. So' che è arrivato il momento della verità, ma non sono ancora pronta.

Prendo un paio di fette biscottate e ci spalmo sopra della marmellata senza zucchero. Mio padre, seduto a capotavola è molto silenzioso, legge il giornale e non si accorge di nulla.
Lo so, una parte di me lo sa. Ho capito subito, appena ho visto lo sguardo di mia madre che ha chiamato Lando per farmi parlare. Gira i canali in maniera frenetica e si ferma nel solito canale sportivo.

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