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Io e Luke entrammo nel ascensore, perché fare quarantadue piani a piedi ci avrebbe solamente fatto perdere tempo.

La città era tutta così, con enormi palazzoni grigi, nuovi tanto quanto spogli, immersi in una perenne coltre di nebbia. Così fitta, però, la nebbia era solo al mattino presto, perciò capii che non eravamo così in ritardo come pensavo.

- Merda – gli sentii dire – Che bisogno c’era di svegliarmi all’alba, ancora in strada non c’è nessuno –

Era vero, non c’era nessun altro tranne noi due, ma per un motivo che non aveva a che fare con l’ora.

– Non è per questo Luke. Ieri sera c’era il Nex –

- Ah – si limitò ad aggiungere lui.

“Ah”.

Nessuno sapeva cosa dire.

Il Nex era una di quelle cose che non lasciavano molto spazio alle parole e ai sentimenti, per così dire.

– C’era anche Calum ieri sera? –

- Presumo di sì, perché mi sembra fosse il turno di Mali – mi disse, accennando alla sorella di Calum.

– Beh, spero stia bene –

- Meg, non devi preoccuparti per gli altri, devi preoccuparti per te, lo sai –

- Già, ma grazie al cielo io e Mali non abbiamo mai dovuto combattere la stessa sera –

- In quel caso – mi rispose sorridendo – Calum avrebbe dovuto preoccuparsi –

 -

Il mio braccio destro e quello sinistro di Luke si sfioravano mentre ci dirigevamo verso il ponte.

Odiavo attraversare quel posto, ma era l’unico modo per passare dalla città alla città.

Sentii una mano dietro la schiena, una mano che non era di Luke, e, voltandomi, vidi Calum. Per fortuna; avrebbe sempre potuto essere qualche ragazzo ubriaco che non si era ancora ripreso dalla notte precedente, forse perché doveva combattere la fidanzata.

– Serve una mano? – ci chiese Calum con un grande sorriso in volto, facendomi pensare che sua sorella stesse bene.

– Certo, se mi aiuti a sistemare il negozio… -

- Nessun problema –

Ci fermammo tutti e tre davanti al negozio che io e Calum gestivamo. Non avevamo avuto molta scelta se volevamo mantenere un livello di vita abbastanza alto, perciò non ci era rimasto altro che aprire uno studio di tatuaggi e cose varie. Mi era sempre piaciuto disegnare, e non avevo mai avuto interesse per i tatuaggi, ma ero riuscita, in qualche modo, a far coesistere le due cose; Calum, invece, si occupava principalmente di piercing. Luke, invece, aveva già un altro lavoro, che consisteva nel mantenere in vita la sottoscritta, perciò durante il giorno rimaneva in studio con me e Cal.

 -

– Luke potresti prendere la posta? – gli chiesi, mentre io e Calum sistemavamo il negozio.

- Certo –

-

 - Tutto bene? – gli domandai, quando lo vidi tornare nel negozio con un’espressione molto diversa da quella che aveva prima di uscire.

 – Stasera credo che dovremmo andare – mi disse.

 – Perc-aspetta. Quando? –

- Meno di una settimana -

+++

a/n

Si capirà tutto prima o poi, promesso!

Spero che il capitolo (e magari anche la storia) vi piaccia(:

Un bacione, Lucrezia

Countdown; Luke HemmingsWhere stories live. Discover now