Giorno 8

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Giorno 8

Venerdì, 23 Dicembre

11:13 A.M.

Non c'era da stupirsi di come avesse reagito la famiglia.

Per il giorno seguente, Lance si rivolse a Sophia solo se strettamente necessario. Benji si rifiutava di guardarla. Cleo capiva la serietà della situazione e nonostante fosse stata molto piccola quando Sophia se ne era andata, se la ricordava. Danny ci provava, ma era chiaro che il contatto visivo era troppo doloroso. Rachel non sapeva cosa pensare, non l'aveva mai conosciuta. Jaime sembrava sul punto di piangere ogni minuto, e ogni tanto prendeva la mano di Sophia e la stringeva, senza dire nulla, come se dovesse accertassi che lei fosse reale. Josie non aveva ancora davvero capito che aveva un'altra sorella, e ogni tanto tirava i pantaloni di Sophia e continuava a chiederle: "sei sicura di essere mia sorella? Del tipo, sicura al mille percento?"

Rosa ce la metteva tutta per comportarsi nel modo più gentile possibile. Il fatto non era che lei non fosse gentile, era solo che si vedeva quanto si faceva triste quando vedeva Sophia.

Mateo adorava le persone nuove, e gli piaceva giocare con Alexi. I due andavano molto d'accordo, soprattutto da quando Alexi aveva rivelato il suo segreto a Mateo durante la cena.

"Mamá," sussurrò piano Alexi, tirando la manica di sua madre. "Non mi piacciono I broccoli. Mi fanno ridere quando li metto sulla lingua."

Mateo boccheggiò all'affermazione di Alexi, scioccato che non le piacesse la sua verdura preferita. "Ma Alexi! Sono degli alberelli, e io sono un gigante. Guarda—" aprì la bocca, abbastanza per mostrare lo spazio tra i denti, dove ne mancavano due, e mangiò la parte superiore del brococlo.

Alexi gemette, come se fosse triste di non poter mangiare gli alberelli. "Voglio mangiarli, ma mi fanno ridere..."

Mateo guardò la nuova amichetta con curiosità. "Perché ti fanno ridere?"

Alexi arrossì improvvisamente. Si voltò verso la madre con le sopracciglia alzate, come se stesse silenziosamente chiedendo il permesso. Sophia annuì e fece un cenno con la testa come per indicarle di andare avanti, in segno di approvazione. "Va bene Alexi, puoi dirlo."

Con gli occhi ancora spalancati, Alexi si girò verso Mateo e sussurrò rumorosamente, tenendo la manina a lato della bocca.

"Ho un disturbo sensoriale." Poi, sussurrando ancora più forte, aggiunse. "Sono autistica."

Tutti nella stanza rimasero spiazzati, alcuni realizzarono che c'era molto di più dietro a Sophia e a sua figlia. C'era di più da sapere sulla madre giovane la sua bambina, e Lance sentì un senso di colpa bruciargli dentro per il suo comportamento.

A Mateo non sembrava importare neanche un po'. L'unica cosa che riusciva a vedere era un'altra bambina con cui giocare. Non vedeva differenze o pecche, vedeva un'amica.

"Che significa?"

"Spettro del disturbo autistico," spiegò Sophia ad alta voce, con tono dolce.

"Oh." Rispose lui, dall'altra parte del tavolo. Sembrava confuso, come se non capisse. Però, agli occhi di un bambino di cinque anni come Mateo, un disordine con mille parole non importava. Importava solo che tu fossi gentile, che volessi giocare e che fossi disposto a condividere. Perciò continuò.

"Va bene! La nostra Abuela può cucinare gli alberelli così diventano soffici soffici e non avrai più disturbi sensoriali."

Ovviamente, Alexi ne era rimasta entusiasta.

Ora, nonostante Mateo e Josie fossero gli unici amichevoli, fu Abuela Sanchez a sciogliere la tensione. Nessuno si era aspettato che lo avrebbe fatto lei. Lance e Keith avevano camminato in punta di piedi per le precedenti ventiquattro ore, sperando che Abuela Sanchez non dicesse niente sulla sessualità di Lance, e gli altri componenti della famiglia facevano il loro meglio per comportarsi bene. Fu questo il motivo di tanta sorpresa; non immaginavano che avrebbe iniziato lei la tregua.

Dirty LaundryWhere stories live. Discover now