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Neanche il tempo di chiudersi la porta alle spalle che le due erano già avvinghiate l'una all'altra, come a dover esprimere il lurido bisogno di sporcarsi l'una con l'altra. Di dover divorarsi, consumarsi quella notte.

Sbatterono contro il letto, sul materasso.

Fu una danza selvaggia, arrabbiata, a tratti passionale.

Non si conoscevano minimamente, non sapevano neanche il nome l'una dell'altra. Non c'era neanche intimità tra loro, era come se fossero sole, con loro stesse, e condividessero insieme quella solitudine, quella necessità di sentire i loro corpi quella notte.

Si strapparono via i vestiti di dosso e si sfregarono l'una contro l'altra, cercandosi, graffiandosi, mordendosi.

Misty si sentì sballottare in una folle, spietata lotta sforsennata fatta di urla e gemiti. Voleva prevalere, sentire di avere il. Dominio, il comando; la prese da dietro, a pecorina, e la sbatté fortissimo, avanti e dietro, con una forza che a volte si dimenticava di avere, con rabbia e vigore.

La ragazza urló così forte che Misty si chiese se i vicini di stanza avrebbero protestato.

Poi la quiete. Entrambe ansimanti, con lo sterno scosso dagli spasmi per la fatica, e la mente annebbiata dall'alcol rimasero ferme e immobili tra le coperte sfatte e stropicciate, finché non si addormentarono insieme, ancora più sole di prima.

*

The adventures of MistyWhere stories live. Discover now