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"Fanno un centone, bellezza.

Ma per te posso fare 80. Ti offro il pranzo"

Disse l'uomo ammiccandole, mentre richiudeva il cofano della vecchia Cadillac.

"Grazie Frank, sei un gentiluomo." rispose sarcastica la ragazza, porgendo le banconote spiegazzate al suo carrozziere di fiducia.

La ghiaia e i ramoscelli secchi scricchiolavano sotto ai suoi stivali da motociclista che lei amava tanto: uno dei piccoli regali che si era concessa, nel suo negozio preferito in città, o meglio l'unico che avesse qualcosa di interessante per lei.

Erano i classici vecchi stivali da biker, neri con le fibbie ai lati. Avevano una bella presa sul terreno e le facevano avere quel portamento da badass che diceva da solo "Stammi alla larga, non intralciare i miei passi". Era ciò di cui aveva bisogno, che la gente le stesse alla larga.. Specie gli abitanti di quella farsa di posto.

Salutò con un cenno non troppo caloroso l'uomo, 'non sia mai' pensò inconsciamente tra se, e si infilò in macchina, al volante del vecchio bolide un po scassato, ma con ancora un lascito di vita e voglia di correre per le strade.

"Misty.." esitò l'uomo, avvicinandosi dietro all'auto, apparendo nello specchietto retrovisore a fianco al conducente.

"Portala in un posto che le renda giustizia.."

Fece un cenno con gli occhi a indicare la sua auto, come se stesse parlando di un figlio e del suo futuro.

Sapeva a cosa si riferiva il vecchio. 'Lo farò' pensò fiduciosa.

Gli sorrise di sbieco, una smorfia che nascondeva molto più affetto di quello che la ragazza volesse mostrargli.

Mise il piede sull'acceleratore e partì, lasciando che Frank si allonanasse diventando un puntino sempre più confuso tra gli alberi e la vecchia autorimessa logora, che tanto bene conosceva.

'Non mi mancherà questo posto sudicio..'

*

Nel rincasare, nella penombra della sera, Misty notó che l'auto di Mark era parcheggiata al suo solito posto, vicino a quello che si potrebbe definire un vialetto.

Un nodo di cespugli, rami, sopra ad un prato arido, diradato e giallastro.

Sospirò.

'Merda'.

Vacilló prima di entrare nella bettola che si sforzava di chiamare 'casa'.

Lasciò che la porta si chiudesse da sola dietro al suo passaggio, e si diresse verso la cucina, che distava 2 metri scarsi dall'entrata.

Non si curò troppo di salutare il coglione, pensò solamente che aveva fame e sete, così bazzicó con le mani nel frigo sporco alla ricerca di qualcosa di commestibile da mettere sotto i denti e ne ricavó una vecchia fetta di pizza di due giorni prima.

Afferró una bottiglia di birra dallo scomparto in basso, di quella non ne mancava mai. Neanche di Rhum o Bourbon.

'Schifoso Ubriacone'. Pensò con sprezzo Misty, mentre si stappava la birra.

Come ad averlo evocato, l'uomo le apparve a fianco, con a sua volta la bottiglia in mano.

La guardó come solo un ubriacone aggressivo sa guardarti ; con un sorrisetto compiaciuto per il proprio atteggiamento molesto, compiaciuto all'idea di provocare una rissa o una disputa.

Barcolló verso di lei, parandosi davanti .

Non era tanto più alto di lei, in compenso la pacia gonfia da etilomane quasi le sfiorava il suo ventre piatto e contratto dai nervi scattanti.

" Dove sei stata? Ti stavo aspettando."

Misty, totalmente indifferente a quelle parole, prese in mano la sua cena e fece per scansare l'uomo e rinchiudersi in camera sua, gli risposte freddamente " Beh eccomi qui. Ciao."

L'uomo l'afferró per il braccio facendole quasi cadere la bottiglia di birra. La strattonó forte a se e le sbraitó addosso, con le vene del collo sporgenti e di rosso vivido, gli occhi spalancati e iniettati di sangue." Ti sto parlando cazzo!! Quando ti parlo mi rispondi e non fai la puttanella saccente con me. Intesi?"

Era il ritratto del grottesco.

Misty lo guardó ferma e con aria di sfida, con gli occhi neri impenetrabili puntati in quelli di quella maschera sformata.

Con voce bassa e glaciale lo ammonì" Hai esattamente 3 secondi per mollarmi prima che A ti tiri un calcio nei coglioni e B chiami la polizia per denunciarti per violenza domestica.

E sai che la prima sicuramente succederebbe.. Perché è già successo, Mark."

Era già successo. L'ultima volta era stata in bagno, quando, uscita dalla vasca, ancora seminuda, si ritrovò quel porco davanti che le avvicinó le mani.

Lei lottò contro, fino a tirargli un calcio nelle palle così forte da farlo cadere in ginocchio.

Il prezzo di quel gesto le era costato una stretta di gola contro il muro e un pugno in faccia. Ma un occhio nero era un buon 'compromesso' per la soddisfazione di prendere a calci nei coglioni quella testa di cazzo.

Glieli avrebbe strappati con le cesoie, avesse potuto.

Ritornò al presente, senza essersi accorta di essere stata risucchiata da quel flashback, con gli occhi fermi ancora puntati in quelli del rivale.

Lui esitò, furente e poi molló la presa. La guardó disgustato, come si guarda un sacco dell'immondizia, sputó a terra come il bifolco che era

Poi, si allontanó, sempre barcollando verso il divano lordo, canzonando una serie di insulti nei suoi confronti.

"Piccola puttanella.. Come ty permuetti..

Trojaa-ah" si inciampó nel divano, a faccia in giù, facendo cadere la birra sul tessuto, come quasi ogni sera.

Era patetico.

"Stronzetta ingrata, te lo faccio vedere io chi commanda qui. Non suei niente. Hai capito? Nessunoootivuo le.. Sei.. Solo n-a"

Non finì nemmeno la frase sgrammaticata e sbiascicante, perché cadde nel sonno.

Misty riusciva a sentirlo russare in modo grottesco, dalla sua camera con la porta chiusa.

Le ricordava un porco nella stalla, che si rigira nel suo letame, grugnendo, di tanto in tanto.

'porco schifoso'.

Al pensiero si portò la testa della bottiglia alle labbra carnose e larghe e tirò giù un bel sorso. 'Un' altra giornata andata.. '

Si accasció sul suo letto ormai troppo piccolo per la sua dimensione, nella sua squallida camera che la aveva accompagnata da 10 anni a quella parte.

Presto non sarebbero più state le sole 4 pareti che avrebbe sentito come il suo porto sicuro. 

The adventures of MistyWhere stories live. Discover now