Shanghai: Parte tre (DOROTHY)

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Mi sveglio, che è ancora notte fonda, a causa dei movimenti della persona che occupa il lato destro del letto; emetto un sospiro profondo e mi volto con lentezza da quella parte senza però riappogiare la testa sul morbido cuscino per riprendere sonno.

Mantengo il peso del mio petto con il braccio destro, mentre il sinistro è disteso sulla coperta, e con un sopracciglio sollevato cado sulla figura maschile sdraiata al mio fianco, ma con gli occhi totalmente spalancati.

"Da quanto tempo sei sveglio?"

La mia voce è impastata ed esce quasi sottoforma di sibilo.

Data la palesità che se una persona è ridotta in quel modo è per mancanza di sonno, ho preferito passare alla domanda specifica piuttosto che farne una iniziale retorica.

Come immaginavo, le parole che escono dalla sua bocca sono esattamente quelle che mi aspettavo di ricevere: Ardeth si strofina il pollice e l'indice della mano sinistra sugli occhi.

"Se vuoi la verità: non ho chiuso occhio per niente..."

Il suo tono cupo invece è visibilmente sfastidiato, ma infondo non gliene faccio una colpa: comprendo appieno il nervosismo che prova, lo stesso che sento io molto spesso e di cui sono stata vittima oggi nel locale di mio cugino.  

Piuttosto cerco il modo per aiutare mio marito a rilassarsi e credo anche di sapere come fare: senza usare ulteriori indugi di parole, risultanti adesso inutili, salgo sul suo addome, posando le mani sui pettorali coperti da una sottile maglia bianca a maniche corte (altro particolare con cui mai mi sarei aspettata di vederlo abbigliato, e devo aggiungere che gli sta tutt'altro che male: risalta infatti perfettamente i muscoli; il mio formicolio al ventre ne è la conferma, oltre al fatto di combaciare con esso proprio il suo).

Per un secondo non capisco se la sua sia una reazione positiva, ma dal momento che non mi scosta né a parole, né ad azioni, anzi, mi tiene incatenata con gli occhi che sono persino più scuri del buio, mentre le mani grandi si strofinano lentamente sui miei fianchi coperti da una veste, per me è una risposta lampante che non ha bisogno di riflessioni.

Continuo a stare zitta lasciandomi cullare dal movimento appena percettibile del suo respiro che mi solleva ed abbassa ad un ritmo incredibilmente stimolante; non intendo certo tenere per me questo attimo di piacere senza restituirlo nel dovuto modo al legittimo proprietario: sfioro le labbra carnose con le dita sinistre, contemporaneamente chino la testa nell'incavo dove inizio a lasciare baci sulla pelle sensibile del collo, dal basso fin sotto il mento, percorrendo con estrema lentezza ma decisione tutta la linea liscia a tratti ruvida a causa della pelle d'oca che spunta a seguito di una manciata di secondi dall'inizio della mia tortura.

La sua presa sui miei fianchi aumenta passando dall'essere un tocco delicato e dolce ad uno deciso e fremente: risale fino al busto, riscendendo poi in picchiata percorrendo tutte le linee del mio corpo fino alle gambe.

Sono costretta a fermarmi un attimo, il tempo di attendere che il brivido di piacere che mi sta invadendo; dopodiché mi sollevo leggermente con il busto, restando seduta su di lui, e mi sfilo la vestaglia lasciandola afflosciarsi sul pavimento, potendo finalmente tornare concentrarmi su mio marito con un indumento in meno, a dir la verità, completamente nuda.

Mi avvicino ad un soffio dalle sua labbra potendo avvertire il respiro caldo attraversarle, socchiudendo la mia, contemporaneamente infilo la mano sinistra sotto la stoffa della maglietta che indossa, godendomi con tutta la calma che desidero il passaggio della pelle liscia e bollente del suo fianco destro, seguendone ogni minima curva e particolare con i polpastrelli.

Eye Of Shangri La "The Mummy" Where stories live. Discover now