Prologo: Family (ARDETH)

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Esattamente come le due persone che ho affianco, una alla mia destra con il peso posato su di una gamba e le braccia incrociate sotto il seno, ed una alla mia sinistra con le braccia lasciate a penzoloni lungo i fianchi, le labbra carnose strette in una smorfia accennata e il sopracciglio destro inarcato che ogni giorno di più mi ricorda me stesso alla sua età, sono piuttosto sconcertato anch'io nel vedere l'enorme casata degli O'Connell a Londra completamente vuota e scura.

"Papà, mamma" mormora ad certo punto la ragazzina dagli ondulati e folti capelli neri che le si appoggiano appena sulle spalle; guardando a sinistra, infatti, noto che è già sparita dalla sua postazione, nonostante avessi avessi appena girato la testa (un vizio che si porta dietro sin da piccola e che trovo particolarmente intrigante), ed ora è salita sulla gradinata che porta all'ingresso dove sul legno è attaccato un cartello rettangolare "Questo cartello dovrebbe forse indicare che ci hanno dato for..." lei corruccia lo sguardo, intercettando io nostro, nel tentativo di pronunciare correttamente la parola "For... for... com'è quella parola che dice sempre la mamma quando si arrabbia? For-fait?"

È proprio la sottoscritta a precedermi, usando una nota piccata, scrollando le braccia e appoggiandole sui fianchi.

"Si, è proprio un bel forfait! D'accordo che viviamo da tutt'altra parte del mondo, ma ciò non significa che non debbano farsi più vedere né sentire! E ora questo! Non li obbligo a mandare un falco viaggiatore..." agita una mano "Ma almeno una lettera, un pezzo di carta... che poi mi pare si siano modernizzati parecchio negli ultimi quattordici anni!"

"Se non ricordo male, anche tu non hai detto loro niente quando sei venuta a Londra"

Non avessi mai detto una simile frase, ma ormai è tardi perché gli occhi della mia interlocutrice non si trasformano, bensì sono due pietre di quarzo.

Si avvicina di due passi ed inclina leggermente la schiena.

"Come scusami? Mi stai accusando, forse?"

"Ma no, non intendevo affatto accusarti..."

"Non farmi ridere! Ti ricordo che io avevo un valido motivo per non avere detto nulla e mi pare di averlo anche davanti agli occhi, caro!"

Il mio unico contatto sostenitore al momento è la ragazzina in cima alle scale, rimasta a sua volta in silenzio solo perché sa che non c'è bisogno di intervenire, altrimenti è una cosa che avrebbe già fatto.

Negli ultimi anni Dorothy ha subito un profondo cambiamento interiore: di quell'ingenuità che da sempre la caratterizzava non c'è più alcuna traccia, a suo posto c'è una giovane donna molto più seria, forte e determinata: tratti inevitabili che subentrano quando si acquisisce la cultura Medjai.

Se fosse solo questo...

In realtà il suo cambiamento totale è avvenuto in un preciso periodo, risalente a cinque anni dopo la nascita di Azelie.

Una roccia indistruttibile.

Non che il suo lato duro non mi piaccia, piuttosto mi intriga, ma la cosa che più mi lascia preoccupato è che diverse volte, persino nei momenti di tranquillità, non trascura una nota di freddezza (forse questo posso anche comprenderlo, avendolo vissuto in prima persona); ma è nel momento in cui si arrabbia che diventa una belva, non importa la lieve gravità della situazione come in questo caso, sembra assumere una personalità completamente opposta da quella che era.

Oppure, durante la giornata, a volte più a volte meno, di colpo da un buono si ritrova vittima di un pessimo umore.

Non trascorre minuto in cui silenziosamente io non mi senta responsabile di questo.

Eye Of Shangri La "The Mummy" Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin