Extra: Parte tre (AZELIE)

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Non so cosa mi provoca più dolore, se sapere che non potrò più riavere mio padre o vederlo immobile tra le mie braccia.

Gli accarezzo i capelli con lentezza; mi scendono talmente tante lacrime bollenti dal viso e da così tanto tempo che ormai non riesco più a sentire la consistenza bagnata scendermi sulla guancia, mentre sono soffermata sul suo volto.

"Papà..." le forze non mi permettono più di sostenere il peso della mia testa, chiudo gli occhi ed appoggio la fronte su quella del mio papà; non riesco a trattenere l'ennesimo singhiozzo, seguito da uno spasmo proveniente dallo stomaco.

Quella donna, la madre di Linn, non ha potuto fare niente per lui ed è assolutamente ingiusto che debba finire in questa maniera; oltre al dolore avverto una forte rabbia ribollirmi nelle vene, unita ad un tremendo senso di colpa.

Mia madre respinge bruscamente ogni tentativo di approccio da parte di sua cugina, chiedendo di rimanere da sola con papà nella speranza di riuscire lei stessa a riportarlo indietro; cerco di avvicinarmi a lei, sperando non abbia la stessa reazione nei miei confronti.

"Mamma..." pronuncio in tono fielvole, lei ricambia avvolgendomi in un abbraccio, accarezzandomi la nuca, cercando poi il contatto visivo con gli occhi che unito alle parole che mormora lascia trasparire una strana sensazione, come se mi stesse parlando per l'ultima volta "Te lo riporterò indietro! Ti riporterò tuo padre, te lo prometto! Fosse l'ultima cosa che faccio, ma te lo riporterò!"

Ingoio annuendo con vigore: non nutro un attimo di esitazione davanti a quelle parole; quello che mi ha appena promesso può sembrare impossibile, ma è come se già fosse una certezza quella che ho davanti.

Mi fido di mia madre.

Questi ultimi tempi non sono stati affatto facili per lei e l'ultima cosa di cui ha bisogno è sentirsi abbandonata; cosa che non ho alcuna intenzione di fare.










"Ehi" lancio un'occhiata di sottecchi verso Evelyn, appoggiata con una mano sulla mia spalla che risale poi sui miei capelli e su cui posa un bacio "Andrà tutto bene, ne sono sicura" si siede affianco a me nell'angolino in cui mi ero isolata: non volevo sentire né vedere nessuno tranne che mio padre, vivo; non so quanto tempo è passato da quando mia madre è con lui, in ogni caso mi sembra un'eternità, benché la mia fiducia non si è mai smorzata.

"Come sta?" una voce maschile si unisce a quella di Evy: suo marito ci raggiunge, inginocchiandosi a terra: non riesco a capire la maggior parte di quello che dicono, ma non mi è difficoltoso capire date le circostanze; in risposta giro il viso dall'altra parte, corrucciando la fronte, stringendo i denti e le braccia attorno alle gambe che ho appoggiate contro il petto.

Spesso i miei genitori mi hanno detto che di carattere sono molto simile alla mamma, ma in diverse circostanze sono identica a papà.

Perché per perdere qualcosa basta un attimo, mentre per riaverla ci vuole chissà quanto tempo?

Alex attira la nostra attenzione verso un rumore sospetto, simile a delle rocce che si spaccano; contemporaneamente mia madre compare oltre una roccia, ma non c'è tempo per fare nulla perché veniamo nuovamente colti di sorpresa ed attaccati dall'imperatore.

Immediatamente Zijuan tenta di proteggere la vasca della vita eterna dal sovrano che mi ha portato via mio padre, nel frattempo mia madre ci raggiunge correndo e prendendomi per le spalle.

"Azelie, voglio che tu ti occupi di tuo padre adesso"

Sorrido con il petto il petto che si alza ed abbassa a ritmo irregolare a causa delle parole che ho sentito uscirle dalla bocca, sentendo le guance emettere un violento calore bollente; annuisco al suo comando mentre le lacrime premono per uscirmi, così mentre lei, Rick, Evy e tutti gli altri si occupano di inseguire e fermare l'imperatore dragone, senza sapere cosa accade corro da mio padre per tenerlo al sicuro.

Il cuore mi batte con un tamburo, lentamente stacco la presa delle mani sul muro e mi volto alle mie spalle: lui è ancora disteso a terra; mi avvicino chinandomi per osservarlo meglio, notando come il suo colorito si sia riacceso.

Non riesco a descrivere come mi sento, è una sensazione troppo forte.

Abbasso lo sguardo sulla sua mano destra, sfiorandola con la mia, chiudo gli occhi sperando di sentire ricambiare la stretta; nel momento in cui una leggera pressione si incontra con la mia riapro le palpebre, incontrando le sue che credevo non avrei mai più rivisto, non impedendo ad una lacrima di scivolare al mio controllo insieme ad un sorriso.

Non esito un solo istante a gettargli le braccia al collo, lasciandomi andare ad un pianto liberatorio, sapendo che lui ora può di nuovo ricambiare la stretta.

Quando mi stacco, dopo un tempo infinito, gli sfioro il viso con le mani in rapidi gesti.

"Papà? Papà, mi riconosci, vero? Mi riconosci?" con gli occhi tremanti osservo alternatamente le sue iridi scure.

"Si che ti riconosco" annuisce, accarezzandomi i capelli: risentire la sua voce, pronunciare queste parole poi, fa esplodere in me una seconda scarica di adrenalina che mi spinge ad abbracciarlo di nuovo: non vorrei mai più staccarmi da lui, vorrei restare così per sempre.

"Mi dispiace papà, è stata colpa mia!" confesso ad un certo punto, non riuscendo più a tenere dentro il rimorso per quello che ho fatto "Ho preso il diamante apposta per farmi catturare e tenere in salvo voi... non voglio che sei deluso da me, ma capisco se lo sarai... scusami..." lo sento accarezzarmi la nuca e concedermi ancora altri minuti tra le sua braccia: non immagina quanto gli solo grata per questo.

Attende un attimo prima di parlare ed in quell'attimo temo comunque la sua risposta su una possibile delusione.

"Sono orgoglioso di te, mia piccola Medjai"

Mi stringo con tutte le forze a lui.

"No: sono io ad essere orgogliosa di avere te come padre!"

In casi simili non sempre serve una moltitudine di parole, a volte è sufficiente un abbraccio per dimostrare cosa senti davvero.

Eye Of Shangri La "The Mummy" Where stories live. Discover now