capitolo quaranta

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"bene" disse, accarezzandomi il braccio leggermente. "sarò tranquillo così puoi avere il tuo dannato sonno."

potei sentirlo baciarmi la guancia prima di distendersi accanto a me, portando le coperte su di lui e premendo lo stesso contro il mio fianco. non fu tranquillo come aveva detto, invece cominciò a cantare e a tirare il foglio verso il basso oltre la mia anca e a far scorrere la sua mano sul mio fianco.

"sei così bella, piccola."

"grazie ma tu non sei tranquillo" sospirai ma sorrisi a me stessa. "anche tu sei bello."

"grazie ma preferisco di bell'aspetto" disse. "essere chiamato bello mi fa sentire femmina."

"beh indossi delle mutandine quindi..."

"si, è vero ma oh allora, non m'importa se mi chiami bello, piccola. effettivamente mi piace."

"bene adesso stai zitto."

"sei così meschina con me" sospirò, ma potei sentire la felicità nella sua voce. "sarò tranquillo se mi dai un bacio. suona come un buon affare?"

ci pensai per circa un minuto prima di girarmi e guardarlo. "prometti che sarai tranquillo se ti do un bacio?"

annuii. "si, solo un piccolo bacio e sarò tranquillo e ti lascerò andare a dormire dopo esserci coccolati."

"non ho mai detto che mi sarei coccolata con te."

"beh lo farai perché lo ami" sorrise dolcemente, rotolandosi così che fosse disteso su di me, la sua faccia vicino alla mia. "quindi cosa di quel bacio?"

lo guardai e ruotai gli occhi prima di muovere la testa in avanti e premere un dolce bacio sulle sue labbra. prima che potessi spingermi indietro, prese la mia faccia con le sue mani così che non potessi muovermi e comincio a baciarmi prima che spinsi la sua faccia lontano dalla mia.

"um, così ti ho dato un bacio, quindi andiamo a dormire."

si accigliò, facendo il broncio. "ma mi piace baciarti, è divertente. le tue labbra sono molto morbide."

"potrebbero esserlo ma non sono in umore di baciarmi adesso."

"sarai in un umore di baciarti di mattina?" chiese. "spero di si perché mi piace veramente tanto baciarti, seriamente."

"non lo so" scrollai le spalle. "dovrò vedere di mattina."

"ugh, allora non posso aspettare fino alla mattina."

"si, si ma levati da me."

"perché?" chiese. "ma mi piace stare disteso su di te, sei comoda."

"sei pesante, massa.

"mi piacciono le tue masse."

"le mie masse?" chiesi.

"le tue tettine" sogghignò. "le tue tette sono tipo la miglior cosa di sempre."

"veramente?" risi leggermente. "voglio dire mi piacciono le tette ma le mie non sono così belle."

"cosa vuoi dire con non sono così belle?" ruotò gli occhi. "le tue tette sono perfette e voglio sentirle veramente. oh mio dio... non stai indossando un reggiseno e i tuoi fari sono accessi di nuovo."

"vai via."

"noooooooo" si lamentò, avvolgendo le braccia intorno al mio bacino. "posso farti una domanda?"

"è una domanda stupida?"

"ugh no, non lo è piccola."

"allora qual è la domanda, harold?"

"posso sentire le tue tette?" chiese. "per favore, solo una volta? voglio dire le sto già sentendo con il mio petto. non so nemmeno se ha senso ma voglio sentirle con le mie... mani."

"le tue mani sono grandi."

"e?" chiese.

"probabilmente sono più grandi delle mie tette."

"oh allora, mi piace una buona manciata" sogghignò. "ma posso sentirle? ti farò sentire le mie beccate."

"beccate?"

"sai... le mie tettine" scrollò le spalle. "ti lascerò sentire le mie se posso sentire le tue."

"non lo so."

"per favore" miss di nuovo il broncio. "starò zitto appena dopo. ho aspettato di vedere le tue tette da quando ho cominciato a parlarmi, seriamente."

alla fine ho ceduto, dopo pochi minuti per avermi supplicato di fargliele vedere e fargliele toccarle. quando finalmente ci siamo sistemati dopo la sua eccitazione, tirò su la mia maglietta così che il mio petto gli fosse visibile.

i suoi occhi si spalancarono per un paio di secondi prima di guardare in alto verso di me, levando lo sguardo dal mio petto. stava silenziosamente chiedendo di fare qualcosa ma visto che non sapevo cosa voleva, annuii solo in basso verso di lui.

il mio respiro si bloccò quando baciò lo spazio tra i miei seni, che non mi aspettavo alla fine, e cominciò a lasciare baci giù per il mio stomaco e quando arrivò alla cintura dei miei pantaloncini, guardò verso di me con occhi spalancati.

"mi dispiace" si scusò, spostandosi da sopra di me e distendendomisi affianco, girandosi nella direzione opposta alla mia. "non so perché l'ho fatto. scusa, mi sono lasciato andare."

Spazio me
Auguri a una delle persone più importanti della mia vita, ovvero il protagonista di questa storia xx. Auguri Harry +21
Volevo dirvi di passare sul profilo di paper_town_in_alaska perché traduce delle storie stupende che vi obbligo a leggere. Okay? Okay.

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