capitolo trentaquattro

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harry: ahahahaha

harry: noccioline

harry: bene scusa scusa

harry: ma dove sei?

io: sono qui.

harry: allora non ti vedo

io: sono ancora fuori nella mia macchina, imbecille.

harry: perché sei così meschina?

harry: vieni qui dentro e prendimi

harry: per favore

harry: *sorride innocentemente*

harry: ma veramente, vieni e prendimi

io: dammi un minuto

harry: dammi dammi dammi dammi

harry: tutto quel che fai è lamentarti

harry: scusa scusa

trovai me stessa a sorridere mentre lessi i messaggi prima di uscire dalla macchina e cominciare a camminare verso l'aeroporto dopo aver chiuso lo sportello.

appena entrai nella struttura, instantaneamente vidi harry seduto su una sedia. quando mi vide, la sua faccia si illuminò mentre coprì la sua bocca con la mano in attesa di smetterla di sorridere ma fallì miserabilmente e finì con il prendere la gabbia del suo gatto e il suo bagaglio, prima di correre verso di me.

"sembri anche più bella di persona, piccola" sorrise, mettendo giù la gabbia prima di abbracciarmi. "lo sei, seriamente."

"grazie ma puoi per favore lasciarmi andare?"

"perché?"

"perché le persone ci stanno fissando" dissi, allontanandolo. "e in più sto indossando una maglia che dice 'mi piacciono le tette, scusate ragazzi' e sei così permaloso e mi hai anche baciato per sbaglio quando mi hai abbracciato."

"sbaglio, giusto" sogghignò. "ma non avevo visto la tua maglietta. abbiamo bisogno di prenderti una maglia che dica 'mi piace il pene di harry, scusate'. penso che sarebbe meglio su di te."

"non l'indosserei se tu la prendessi."

ruotò gli occhi, il suo sorriso ritornò sulla sua faccia prima di spingermi gentilmente la spalla. cominciammo a camminare verso l'uscita ma lui velocemente si girò e imprecò, prima di correre indietro e prendere la gabbia e precipitarsi verso di me.

"mi stavi anche facendo dimenticare vomito, vedi cosa mi fai?" aggrottò un po' la fronte. "non so cosa farei senza vomito, lei è la mia piccola ma te sei anche la mia altra piccola."

"non sono la tua piccola."

ruotò gli occhi. "continui solo a dirtelo ma possiamo ritornare a casa tua? sono stanco e abbiamo ancora bisogno di fare il nostro pisolino."

"bene, bambinone."

"non sono un bambinone" sostenne, mentre cominciammo a camminare. "tu sei la bambinona, qui."

non lo risposi, lo spinsi solo giocosamente. mi fece un'espressione ferita ma ruotai solo i miei occhi, facendomi spingere da lui ma non m'importava. non era tutta quella forza.

camminammo fino alla mia macchina, ma ero quasi pronta a colpirlo perché non voleva smetterla di giocare con i miei capelli. continuava a dire che gli piaceva toccarli perché erano belli ma con tutta onestà, i suoi capelli erano più belli dei miei.

mi aprì anche lo sportello, che ringraziai quando si mise nel posto del passeggero.

"sei proprio un gentiluomo, harold."

"lo so" sorrise dolcemente. "ma hai seriamente preso qualcosa dal mcdonalds prima di venire qui? mi hai fatto aspettare mentre sei andata e hai preso del cibo, oh mio dio e non me ne hai preso nemmeno un po'. prenderò il resto delle tue chicken nuggets, piccola."

"vai pure"

"può averne una anche vomito?" chiese, girandosi sul sedile così che potesse guardarla attraverso la gabbia. "perché non sembra felice lì dietro."

"oh, pensavo che fosse felice" dissi. "dai al gatto il dannato pollo, harry."

"sei così meschina" disse, sorridendo. "ma mi piace."

il ritorno a casa fu niente ma tranquillo, con il suo gatto che miagolava come se stesse morendo nei sedili posteriori, e harry che mi complimentava ogni pochi minuti. io facevo solo cenni con la testa perché era così carino.

ho pensato che quando sarebbe venuto qui, le cose tra di noi sarebbero state imbarazzanti ma sorprendentemente, non lo erano. è abbastanza confortevole averlo qui ma non si stava zitto. non volevo che lo fosse ma parlava molto di più di quanto facevo io ed è male.

quando parcheggiai nel vialetto, prese velocemente tutte le sue cose così da poter entrare in casa dietro di me. agì come se fossimo attaccati ai fianchi ma ogni volta che provavo e riuscivo ad ottenere un po' di spazio tra di noi, in qualche modo riusciva ad avvicinarsi a me di nuovo.

"devo trovare la tua camera" disse appena aprì la porta. "unisciti alla ricerca."

iniziai a guardarlo in modo strano quando cominciò a correre attorno alla casa. lo seguì e andò dritto in camera mia, vedendo un piccolo regalo in una busta rosa sul mio letto. guardai in giro e senza esitare camminò verso il mio letto, ma sentii qualcuno raggiungermi da dietro e solleticarmi, così lui era praticamente steso sulla mia schiena.

"aha!"

"cosa stai facendo?" chiesi. "scendi, idiota. questo è strano."

"ho detto che ci saremmo fatti le coccole questo è come l'avevo pianificato. bene non come questo, ho sentito il bisogno di catturarti prima perché sapevo che non avresti voluto coccolarti con me."

"ti coccolo, va bene? basta che scendi giù."

"perché?"

"perché sia se sei duro o hai un sottaceto nelle tue mutande, sta premendo contro il mio sedere" dissi, cercando di spingerlo via.

"bene forse anche lui vuole coccolarti" disse, e potei anche sentire il suo sorrisetto vicino al mio collo. "mini harry è solo, piccola."

Spazio me
Il momento che tutti aspettavamo è arrivato *comincia a ballare la conga*

Domanda del giorno:
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