4. La figlia ubriaca di Babbo Natale

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Ridacchio quando Lupe per la terza volta mi sventola davanti alla faccia la bottiglia di vodka lemon. Strizzo gli occhi sentendo la vista appannarsi. Forse sono un po ubriaca.

Scendo dal letto goffamente sbattendo il gomito sul comodino. «Riempi», stringo il bicchiere tra le mani porgendolo a Valerie, che con un mestolo estrae dal secchio per il ghiaccio un liquido bluastro mischiato a delle caramelle.

Forse non avremmo dovuto seguire un tutorial di Tik Tok.

Immergo le dita del bicchiere per estrarre un piccolo verme gommoso, ficcandomelo in bocca. Sbatto gli occhi velocemente sentendo gli occhi liquidi. Quanto odio essere ubriaca.

Alzo lo sguardo quando sento Elvira iniziare a ridere sguaiatamente. «Hanno dato una festa al campus e c'è una tipa con il vestito strappato sul culo», si copre la bocca con una mano per evitare di farci vedere le sue tonsille.

«Oddio, ha gli slip di Hello Kitty», Lupe indica lo schermo del cellulare prima di porgermelo, per condividere anche con me e Valerie lo scempio.

«Che imbarazzo», esclama Valerie tra un singhiozzo e l'altro. Già, quando è ubriaca le viene il singhiozzo. Cosa abbastanza divertente, quando non ti fa venire gli infarti perché credi che stia per vomitare.

«Ci andiamo anche noi?» domando annoiata sentendo l'effetto dell'alcool sparire.
«Per vedere le mutande di quella?» ridacchia divertita Elvira mentre cerca di aprire la bottiglia di vodka alla pesca.

«No, ma...» tentenno non trovando altre motivazioni se non la noia. «Stare qui da sole è divertente, certo. Ma le feste al campus, il lunedì sera, sono uno sballo», annuisco sollevandomi in piedi.

Già, tutte piene di fighi dai addominali d'acciaio.

Se voglio andare ad una festa forse è meglio se tolgo il pigiama e metto qualcosa di più decoroso. Entro in bagno e mi lavo la faccia cercando di togliermi la sensazione di ubriachezza. Sciolgo la cipolla di capelli e li pettino cercando di non farli gonfiare.

Perché non sono nata con i capelli lisci?

«Finiamo i dolcetti prima di andare o rischiamo di vomitare al primo sbottino», apro il sacchetto e porgo a ognuna una pasta.
La addento riempiendomi la faccia di zucchero a velo. Che stizza.

«Ti sono venuti i baffi», ridacchia Lupe porgendomi un fazzolettino di carta.
«Sei diventata la figlia di Babbo Natale», afferma Elvira ancora totalmente ubriaca.

«Si e magari cavalcherò una renna», mormoro mentre cerco i vestiti nell'armadio.
Velocemente indosso un paio di skinny jeans bianchi e un top a stampa pitonata.

«Hai intenzione di trapanare stasera?» domanda Lupe schiaffeggiandomi con la sua borsetta. «E anche se fosse?» faccio spallucce mentre cerco le mie décolleté nere.

«Se fosse ricorda le protezioni», interviene Valerie lanciandomi un preservativo.
Alzo gli occhi al cielo infilandolo in tasca. Non si sa mai. «Non vorrei mai finire come mia madre, incinta a 18 anni».

«Sai che strazio avere un figlio a quell'età, la tua vita praticamente finisce», borbotta Lupe sistemandosi il trucco allo specchio. Annuisco d'accordo: io non potrei mai farcela.

«Sentite, non siamo qui per parlare di gravidanze e bambini. Io ho voglia di ubriacarmi per bene e mettermi nei guai...», ci interrompe Valerie. «... Quindi muovetevi» borbotta con stizza raccogliendo la sua borsetta da terra.

«Ai suoi ordini, sergente» esclamiamo noi poco convinte seguendola fuori dalla stanza. Quasi quasi mi è passata la voglia di andare alla festa. Ma questo forse è meglio non dirlo se non voglio ritrovarmi in mutande sulla cima dell'Himalaya.

Vas A QuedarteWhere stories live. Discover now