-Vai a fare un giro in centro?- domanda mia madre non appena mi vede attaccata alla macchinetta del caffè.

-Pensavo di sì, non ho nulla di meglio da fare- rispondo aggrottando le sopracciglia e accennando un sorriso falso.

-Non hai nulla da fare perché lo ha deciso tu- contrattacca lei.

-Sai che al mattino tendo a essere scorbutica e scontrosa, non ho bisogno che ci aggiungi le tue perle di saggezze e mi fai notare tutto-

-Io non ho detto nulla. Ma sono felice che tu abbia capito- dice sollevato la tazza di caffè come segno di vittoria.

Mi limito a roteare gli occhi verso l'alto e a chiederle di cosa abbia bisogno in centro, prima di tornare in camera mia per prepararmi.
Adagio sul letto un paio di pantaloncini di jeans chiari e una canotta e prendo il telefono per controllare le notifiche. Vedo moltissimi audio delle ragazze, che probabilmente hanno continuato a parlare dell'argomento di ieri sera per tutta la notte, un messaggio di mio padre che mi augura una buona giornata e un altro messaggio di Matt.

Lancio il telefono sul letto esasperata e decido di vestirmi prima di tornare a insultarlo malamente chiedendogli di lasciarmi vivere in pace. Indosso un costume e un top preso a caso da un cassetto.

Vado in bagno per lavarmi i denti e per coprire un brufolo in piena fronte che mi da il tormento da giorni e raddrizzo il top rosso che è spiegazzato per colpa di come l'ho buttato nella valigia.

Prendo una borsa grande e ci butto dentro cuffiette e portafoglio. Prima di mettere anche il telefono all'interno, ridò un'occhiata alle notifiche, tra le quali spicca il nome di Matt.

Lancio il telefono in borsa, decidendo che il miglior modo per fargli capire il concetto è ignorarlo completamente, in modo da uccidere del tutto le sue speranze. Vado in cucina per prendere una bottiglietta d'acqua, ma incontro lo sguardo schifato di mia madre.

-Perché mi stai guardando in quel modo?-

-Cosa ti sei messa addosso?-

-Ehm, una canotta- dico indicandola come se lei fosse una bambina che non capisce il significato delle mie parole.

-Questo lo vedo,grazie- risponde esasperata- ma posso sapere perché sembra uno straccio?-

-Colpa della valigia. Posso andare o devi guardarmi male ancora per un po'?-

-Vai vai, ma ricordati che non passo delle ore della mia vita a stirare la tua roba, perché poi tu la lanci nei cassetti o in valigia e la riduci a un mucchio di stracci-

-Va bene, ti voglio bene- dico correndo fuori di casa prima che parta una paternale infinita come ogni volta.

Infilo le cuffiette e decido di ascoltare e rispondere a tutti gli audio che mi hanno mandato le ragazze. Nel frattempo mi picchietto sulla fronte in continuazione, per paura di non aver steso bene il correttore e di avere un enorme alone più scuro a farmi da terzo occhio.

Le ragazze raccontano della loro estate meravigliosa e di quanto non vedono l'ora di venire a casa mia per una settimana verso la fine dell'estate. Cass è andata a trovare i suoi parenti in Italia e mi racconta di quanto sia stufa di sentirsi chiamare "Cassandra" con un accento strano. Gabe è andata in California per fare un stage in un'università e racconta di come sta cercando di far cadere ai suoi piedi un ragazzo di nome Nate.

Vorrei poter raccontare anche io qualcosa di incredibile, ma nella mia vita non sta succedendo oggettivamente nulla di interessante. Potrebbe accadere qualcosa, ma io sono troppo legata al passato per poter cambiare.
Non tornerò dallo stupido gruppetto di quelli che erano miei amici. Il mio orgoglio non lo sopporterebbe e poi non farei altro che pensare a lei.

Scrivo alle ragazze di Tyler, senza aggiungere i dettagli necessari a farla apparire come una storia più sconvolgente di quella che è. Voglio un consiglio sincero su cosa fare. Se passare l'estate e fingermi una persona diversa da quella che sono o impegnarmi a fondo e sfruttare tutto il tempo per pensare all'università.

Cass risponde quasi subito :
È estate. Lui si vuole divertire, tu ti vuoi divertire. Non è nulla di serio per cui lasciati andare e basta. Se anche andasse male, non è una persona che vedi tutti i giorni. Divertiti😏

Appena entro nella libreria dove mia madre ha chiesto di andare, il proprietario mi saluta con entusiasmo. Nel negozio c'è un vecchietto che legge il giornale di oggi in un angolo e una ragazza che spazientita cerca un titolo sfogliando con lo sguardo tutti gli scaffali.

Ricambio il saluto e mi tuffo tra gli scaffali. Prendo il libro per mia madre e poi inizio a cercare qualcosa per me. Vado nella parte più nascosta della libreria, dove il proprietario tiene i libri più particolari. Ne afferro un paio e poi mi siedo per terra tra gli scaffali per leggere la trama con calma.

Sento dei passi nello scaffale dietro di me. Mi giro per vedere se tra gli scaffali riempiti solo da libri riesco a vedere qualcosa, ma vedo solamente dei pantaloni neri.

I passi vanno avanti lentamente fino a girare l'angolo e a finire accanto a me. Mi giro lievemente.

-Sempre tu- dice con un sorriso

- Inizierò a pensare che tu sia uno stalker se compari un altra volta nello stesso posto in cui sono io- rispondo sorridendo a mia volta.

-Cosa ti dice che io non lo sia?-

-Forse mi sono solo sbagliata e da un momento all'altro potrei ritrovarmi nel bagagliaio di un auto a implorare che il mio rapitore mi liberi-

-Di buon umore oggi direi-

-Già. Cosa sei venuto a cercare qui? Non mi sembri uno che legge-

-Ah davvero? Tu mi sottovaluti sono un gran lettore-

-Continuo a non crederti-

-Ok hai ragione. Sono solo passato a fare una commissione per Caroline-

-Io ho finito qui. Devi andare a fare altre commissioni come lo schiavetto di Caroline? - dico accentuando moltissimo la parola finale

-Sai lo avevo intuito che non ti stava molto simpatica-

-Wow che intuito-

-Comunque pensavo di andare in spiaggia o alla scogliera dopo-

-Ok. Ti posso accompagnare se vuoi.-

-Non so se ci saranno anche gli altri-

-Non è un problema-

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⏰ Last updated: Oct 27, 2020 ⏰

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