Venticinquesimo

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Harry guidò Louis dentro la palestra attraverso la porta secondaria, stringendo la sua mano con forza nel silenzio, e il castano non fece domande quando per raggiungerla passarono per un vicolo sporco e pieno di cassonetti che fece lampeggiare negli occhi di Harry qualcosa di pericoloso e selvaggio. La palestra era simile a quella della sua scuola, grande e pulita con il parquet cerato di fresco, quasi lucido illuminato dalla Luna la cui luce filtrava attraverso le piccole finestrelle che aveva ai lati, sopra gli spalti vuoti. Stendardi bianchi e blu appartenenti probabilmente alla squadra di cheerleader adornavano i muri, e un banchetto in lontananza ricoperto di una piccola quantità di coppe e trofei era l'unico pezzo d'arredamento a parte due sedie dimenticate vicino alla porta che si erano appena chiusi alle spalle e un grande contenitore di metallo intrecciato a rete, pieno di palloni.

<<Visto che entrerà da qui, credo sia meglio se mi nascondo lì dietro>> disse Louis, indicando proprio quello. Era sistemato tra l'ingresso e l'inizio degli spalti, e gli avrebbe permesso di starsene acquattato senza essere visto per poi gettarsi su Nick da dietro, bloccando l'unica uscita disponibile, visto che le altre porte erano serrate.

<<Va bene>> rispose il riccio, ma senza accennare a voler lasciar andare la sua mano. Anzi, la strinse un po' di più. Louis non disse niente; si limitò semplicemente ad avvicinarsi, cingergli il mento con due dita e attrarlo a sé in un dolce bacio. Quando si separarono, Harry forzò un sorriso e lasciò andare la sua mano con riluttanza. Louis tirò fuori la siringa dalla tasca, sistemandosela tra le dita, e camminò fino a potersi raggomitolare dietro il contenitore di palloni, i buchi rettangolari tra le sbarre di metallo che gli permettevano di vedere almeno la porta senza essere visto a sua volta. Per il resto, si sarebbe affidato all'udito e all'istinto, come sempre.

-.-.-.-.

Il tempo, da quel momento, sembrò incredibilmente lento tanto da risultare quasi beffardo nei loro confronti; Harry aveva le braccia strette intorno a sé – è tutto a posto, avrebbe voluto sussurrargli Louis – mentre Louis si ritrovò a picchiettare il piede contro il parquet senza rendersene conto, uno strano nervosismo che si impossessava dei suoi muscoli all'idea di Harry in piedi in bella mostra come un'esca per il suo carnefice. Era un buon piano, e il castano era in vantaggio, ma Harry era la sua nuova variabile e non era mai stato messo in primo piano, non così. Louis non poteva permettersi di sbagliare.

Abbassò lo sguardo sul suo orologio, tra la manica della maglietta e i guanti di pelle nera: mezzanotte. Potè quasi immaginare di sentire un grande pendolo scoccare nella sua mente, perché in quel momento, come se non aspettasse altro, Nick entrò.

Forse per la prima volta da quando aveva iniziato ad uccidere per Harry, Louis si concentrò su che aspetto avesse la persona a cui avrebbe tolto la vita. Nick era stato sicuramente un nuotatore/cavallo: corporatura massiccia, spalle larghe di certo ricoperte da una giacca letterman durante gli anni del liceo, passando per i corridoi con aria spavalda e dando spintoni a quelli che considerava inferiori. Aveva i capelli neri e la tipica faccia di chi sembra per bene ma non lo è. Indossava dei jeans vagamente larghi, una polo rossa invece troppo stretta che accentuava i bicipiti, e uno sguardo sorpreso sul viso.

Ma non si scompose, non trasalì né fece un passo indietro per lo shock, e Louis capì solo da quello quante cose sbagliate ci fossero in lui. Sapeva che la persona con cui si doveva incontrare era morta, era ovvio. Ma nel rendersene conto, passò semplicemente dal sorpreso al divertito.

<<Harriet>> disse Nick, e Louis strinse la mano libera a pugno così tanto da poter sentire le unghie conficcarsi nel suo palmo, perché Harry aveva indietreggiato e non poteva più vederlo da quell'angolazione, era coperto dagli spalti al di là del suo campo visivo. Ed era solo, ed era stata un'idea orribile.

Il riccio non parlò; Nick accennò una risata e fece un passo avanti. Ma non era abbastanza, avrebbe visto Louis in anticipo se fosse uscito in quel momento. Doveva muoversi ancora.

<<Che bello rivederti>> continuò, e Louis aggiunse la sua voce alla lista delle cose che già odiava di lui senza conoscerlo. Era viscida, melliflua e beffarda.
<<Davvero?>>

Quella era piena, leggermente roca e incerta. Era Harry.

<<Ma certo>> disse Nick, quasi facendo le fusa. Louis potè intravedere il bagliore del suo sorriso malsano nel buio. <<Rivederti qui, poi. Che strano il destino, non credi? Scompari dalla città senza lasciare traccia, e dopo tanti anni ti ritrovo qui. Con abiti meno eleganti, però.>>
<<Non c'entra niente il destino. Sono tornato qui per te>> rispose il riccio, e Louis potè sentire l'orgoglio ribollirgli nelle vene e strinse una mano alla grata che aveva di fronte, trattenendo il respiro.
<<Per me? Vuoi dire per completare quello che hai iniziato?>> chiese Nick, senza un minimo accenno di paura. Louis capì, in quel momento, che quell'idiota non aveva neanche lontanamente pensato che Harry avesse un complice. Considerava i suoi amici così stupidi e incapaci di difendersi da dare per scontato che dietro le loro morti ci fosse soltanto il riccio.

E' perfetto.

<<Esattamente>> disse Harry. Nick era ancora fermo sul posto, e Louis era sul punto di mangiarsi le unghie per la frustrazione.
<<Mmmh, secondo me è stato solo un attacco di nostalgia>> disse il cretino, facendo finalmente un altro passo in avanti verso l'altro e allontanandosi così dalla porta. <<Il ballo di fine anno è andato così bene, che volevi tornare qui per ricordarlo meglio.>>
<<Smettila con le stronzate>> disse Harry, e Nick quasi – solo quasi – trasalì di fronte al suo tono adirato, ma si ricompose subito e Louis pensò di aver visto di nuovo un sorriso. La provocazione fece effetto, perché Nick riprese a camminare lentamente, avvicinandosi a poco a poco verso il punto in cui il castano non l'avrebbe più visto e lasciandogli lo spazio sufficiente per avanzare silenzioso nel buio e colpirlo.

<<Oh, Harriet, ti ricordi?>> – un passo.

<<Ti ricordi la musica assordante, e il ponch corretto, e tu che barcollavi mentre ti accompagnavo all'uscita per prendere un po' d'aria?>> – un altro passo, e Louis uscì lentamente da dietro il contenitore.

<<E poi quando ti ho disegnato la schiena col mio coltello, te lo ricordi? Peccato però, non ero molto bravo in arte.>> – un altro passo, e Louis ne fece uno a sua volta quasi piegato su se stesso, acquattato nell'oscurità come un leopardo pronto a scattare.

<<Tutti che guardavano e ridevano e tu che piangevi come una ragazzina e poi io ti ho tirato la testa all'indietro e ho sussurrato->>

Louis gli saltò addosso da dietro, gli strinse il collo con un braccio e conficcò la siringa sul lato opposto, un colpo secco e deciso, senza esitazione. Fu così veloce che Nick non riuscì nemmeno a fare un urlo, accasciandosi al suolo come una bambola di pezza.

Amore e OscuritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora