Ventitreesimo

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Ciao bellezze! 
Finalmente ad ora tarda son riuscita a partorire. Ma c'è un ma.... Il prossimo capitolo è pronto maaaaaa siccome sono cattiva e voglio lasciarvi sulle spine (e questo si, è una sorta di spoiler), posterò domani. 
Sia chiaaaaaro, sempre da ricordare la tabella di marcia degli 'appuntamenti'. Quindi siccome oggi solo uno, domani due.
Detto questo, buona notte a grandi e piccini!

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"Radio Florida 104, oggi parliamo di spiritualità! Credete in Dio? Diteci sì, no e perché inviando un sms al nostro numero!"

Louis era così concentrato sulla strada di fronte a sé da poter tranquillamente riuscire ad ignorare ciò che aveva appena sentito, se non fosse stato per il modo quasi palese in cui Harry si irrigidì sul sedile accanto a lui. Fu quasi in grado di sentirlo nell'aria, quel cambiamento; ancora lo sorprendeva, di tanto in tanto, quanto riuscisse a percepire Harry senza il bisogno delle parole.

Era una giornata calda, senza una nuvola, di quelle perfette per intraprendere un viaggio in macchina e osservare il paesaggio scorrere e cambiare al di là del finestrino come un film senza trama. Louis non faceva mai viaggi così lunghi, visto che si era sempre concentrato su Miami e periferia, ma stare in macchina gli dava uno strano senso di pace, di controllo sul mondo, tranne quando rimaneva imbottigliato nel traffico della città per ore intere. Ma l'autostrada fluiva senza intoppi sotto le ruote, sotto di loro, accompagnandoli verso il loro destino.

<<Lou, tu credi in Dio?>> chiese il riccio, e Louis poteva dire di aver previsto la domanda prima ancora che arrivasse.
<<No>> disse seccamente, e Harry non rispose né emise suoni di sorpresa; molto probabilmente se lo aspettava. In fondo, sarebbe stato sconvolgente se il castano ci avesse creduto. <<E tu?>>
<<Non lo so>> fu la risposta, successiva ad una lunga pausa. <<Mi hanno cresciuto insegnandomi che esiste, ma non... non l'ho mai sentito davvero. E adesso... beh, se anche esistesse non credo che si farebbe sentire proprio da me.>>

Louis sentì quasi una fitta al petto di fronte a quel tono così amaro. Per lui non era mai stato un problema preoccuparsi del giudizio di Dio; l'unico giudizio che gli interessava era quello degli uomini nel caso venisse catturato. Pensava davvero che non esistesse, perché altrimenti avrebbe sicuramente fatto qualcosa per farlo scomparire dalla faccia della Terra: scagliare un fulmine, inviare un'onda anomala sulla sua casa, fargli venire un infarto. E avrebbe fatto qualcosa per fermare tutte le persone che lui uccideva, prima che ci riuscisse.

<<Posso farti un'altra domanda?>> chiese Harry, riportandolo alla realtà. Louis si voltò per un attimo e gli rivolse un'occhiata affettuosa, smorzando il tono serio del momento.
<<Haz, puoi chiedermi tutto quello che vuoi>> disse, sorridendo e tornando a guardare la strada.
<<Anche se non credi a queste cose... se l'Inferno esistesse, pensi che noi ci andremmo?>>

Probabilmente c'è già una sedia col tuo nome sopra, Louis.

Louis trattenne a stento una risata, rendendosi subito conto di quanto fosse inappropriata e girandosi con aria preoccupata verso Harry.

<<Perché hai riso?>> gli domandò lui, il tono inquisitorio e con una punta di offesa, come se Louis si fosse appena preso gioco di lui.
<<Niente, non- non è come pensi>> rispose il castano. <<Davvero, non ti stavo prendendo in giro.>>
<<Allora cosa?>>

Louis esitò, voltandosi verso il lato opposto e guardando fuori dal finestrino. La radio creava una sorta di melodia in sottofondo, voci continue che si susseguivano e scorrevano come il paesaggio fuori dal vetro. Si chiese perché si preoccupasse ancora di non apparire folle agli occhi di Harry: in fondo, se non era già scappato a gambe levate difficilmente lo avrebbe fatto in futuro. Ma era comunque un rischio, e Louis alla fine lo colse come faceva con ogni rischio.

<<Lui... lui ha detto che probabilmente c'è già una sedia col mio nome, all'Inferno.>>

Lo disse senza guardare l'altro negli occhi, le mani un po' più strette sul volante, aspettando una reazione isterica o qualcosa di simile. Dopo una lunga pausa, Harry disse semplicemente: <<Oh.>>
<<Scusami, io- farò più attenzione>> si affrettò a dire Louis, un accenno di vergogna nella sua voce.
<<No, cioè, è solo... strano>> rispose il riccio in tono rassicurante. <<Devo ancora farci l'abitudine.>>

Per un po' rimasero in silenzio, l'Oscuro Passeggero che commentava sarcasticamente le frasi piene di fede e spiritualità che fuoriuscivano dalla radio a mano a mano che le persone chiamavano per dire la loro opinione. Louis lasciò che parlasse, relegandolo in secondo piano nella sua mente per evitare di scoppiare di nuovo in risate inappropriate.

<<Cosa pensa di me?>> disse all'improvviso Harry, ponendo fine a quella pausa. Louis ne fu così sorpreso che quasi frenò di colpo, il piede che scattò in avanti fuori dal suo controllo.
<<Come?>>
<<Cosa pensa lui di me?>> ripetè Harry, e Louis potè sentire che lo stava fissando intensamente senza il bisogno di girarsi a sua volta. Ci pensò un po' su, cercando di non far apparire la cosa inquietante.

Ma io sono inquietante, Louis. Potresti dirgli di quando ti ha preso per mano e io ho pensato a quanto sarebbero state bene insieme intorno a-

<<Ha sempre voluto che sapessi>> decise di dire, mettendolo a tacere quasi con prepotenza. <<Ha sempre pensato che fossi come me. Tu... credo che tu gli piaccia.>>
<<Grazie al cielo>> ribattè in tono sarcastico Harry, e stavolta entrambi risero noncuranti di quanto fosse inopportuno farlo.

-.-.-.-.-.-

<<Avrei preferito una camera un po' più accogliente>> commentò Harry, chiudendosi alle spalle la porta della loro stanza. Era effettivamente scialba, la moquette color topo che aveva l'aria di non essere pulita molto spesso, pareti grigie malamente ravvivate da quadri astratti e un letto matrimoniale dalle lenzuola azzurrine il cui materasso era meno spesso di quanto potesse essere considerato salutare.

<<Beh, è questo che si ottiene quando si sceglie un motel in cui non ti chiedono neanche nome e cognome>> rispose Louis, sistemando il suo piccolo trolley vicino al letto.
<<Sì, immagino di sì>> disse il riccio in tono riflessivo, guardandosi ancora intorno con aria mesta e quasi rassegnata. Louis non potè fare a meno di trovarlo divertente.

Era già tarda sera, e per quanto fosse più saggio adoperarsi con il buio per cercare un luogo adatto all'omicidio, entrambi erano troppo stanchi a causa del viaggio per pensare di uscire nuovamente. Si lavarono, indossarono magliette di cotone e i pantaloni del pigiama e si sistemarono silenziosamente sotto le lenzuola, faccia a faccia.

Solo in quel momento, il castano si rese conto che non avevano ancora fatto sesso da quando Harry aveva scoperto il suo segreto. Non che fosse strettamente dovuto a quello: c'era stato molto stress, molti cambiamenti e realizzazioni, specialmente per il ragazzo. Forse era semplicemente quello il motivo, eppure non potè fare a meno di percepire una punta di nervosismo nel trovarsi da solo in un letto insieme ad Harry dopo tutto ciò che era successo. Era come se entrambi fossero persone diverse e dovessero riscoprirsi da capo.

<<Cosa c'è?>> gli chiese il riccio, un sussurro così lieve da poter essere semplicemente immaginario. Aveva la guancia appoggiata al cuscino, le palpebre che si muovevano placidamente, e la sua mano stava accarezzando quella di Louis, appoggiata nello spazio libero tra i cuscini. Louis chiuse gli occhi e si crogiolò in quel movimento, prima di rispondere.
<<Vorrei riuscire a fare l'amore con te>> gli disse, riaprendo gli occhi e fissandolo, il respiro di Harry che si interruppe a quella frase. <<Vorrei che fosse diverso da com'era, perché noi siamo diversi, Haz.>>

Il riccio rimase a guardarlo rapito, ma improvvisamente fu come se un lampo fosse balenato nei suoi occhi e cambiò espressione, accigliandosi.
<<Prima era solo sesso per te?>> chiese in tono piatto, e Louis in quel momento pensò di dover davvero avere un cuore perché se qualcosa era appena calata a picco nel suo stomaco, era quello. Esitò, aprendo la bocca senza che ne uscisse nulla, e l'altro rimosse la mano da sopra la sua e tentò di mettersi a pancia in su per togliersi le lenzuola di dosso...

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