Ora basta!

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Pareva una giornata come tante. Le auto si avviavano, le strade si intasavano, le aziende aprivano.

Bettina, così la chiamavano, era una donna minuta e solitamente tranquilla.
Quel giorno era passata davanti alla guardiola dell'azienda con passo lento e cadenzato. Qualcuno la salutò, ma lei proseguì come un automa. Gli occhi vitrei, persi nel vuoto.

Attraversó il corridoio, attese l'ascensore, premette il bottone del terzo piano.
Il respiro rimbombava nell'ambiente chiuso, i battiti irregolari del cuore sembravano volerle lacerare la gabbia toracica.

Il campanello dell'ascensore scandì l'inizio e la fine di tutto.
Colpi d'arma da fuoco, urla e vetri infranti.

All'inizio era il verboDove le storie prendono vita. Scoprilo ora