27. Satanismo: Luciferismo e satanismo gnostico

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Con Lucifero si identifica l'essere incorporeo, in passato Serafino (o, secondo alcune dottrine, Cherubino), divenuto, in seguito, un essere di natura eminentemente maligna e come tale potenzialmente assai pericoloso per l'umanità ed il creato.

Il termine luciferismo indica invece l'adorazione e la devozione a tale entità. Secondo i principali filoni teologici del cristianesimo (tra cui quella dell'esorcista padre Gabriele Amorth), questo essere sarebbe perfettamente assimilabile alla figura di Satana, mentre secondo altri movimenti e dottrine esegetiche si tratterebbe di due entità diverse.

Il termine significa letteralmente Portatore di luce, in quanto tale denominazione deriva dall'equivalente latino lucifer, composto di lux (luce) e ferre (portare), sul modello del corrispondente greco phosphoros (phos=luce e phero=portare), e in ambito sia pagano che astrologico esso indica la cosiddetta "stella del mattino", cioè il pianeta Venere visibile all'aurora, ed è anche identificato con questo nome. Nella corrispondenza tra divinità greche e romane l'apparizione mattutina del pianeta Venere era impersonificata dalla figura mitologica del dio greco Phosphoros e del dio latino Lucifer. Analogamente in Egitto Tioumoutiri era la Venere mattutina. Nell'antico Vicino Oriente, inoltre, la "stella del mattino" coincideva con Ishtar per i Babilonesi; Astarte per i Fenici; Inanna per i Sumeri.

In ambiti dell'occultismo e dell'esoterismo, infine, Lucifero sarebbe il detentore di una sapienza inaccessibile all'uomo comune.

Lucifero o Lucifer è una divinità della luce e del mattino della mitologia romana, corrispondente alla divinità greca della luce: Eosforo ("Portatore dell'Aurora") o Fosforo ("Portatore della luce"), nome dato alla "Stella del mattino", era figlio di Eos (dea dell'Aurora) e del Titano Astreo e fu padre di Ceice (Ceyx), re di Tessaglia, e di Dedalione.

Mentre del culto di Lucifero come divinità legata a Venere non abbiamo traccia, esistevano culti dedicati a divinità definite "Lucifere" (cioè Portatrici di Luce) come Diana e Giunone. Oltre a queste, tra le Divinità Maschili Solari più conosciute che ritroviamo nel pantheon greco-romano vi è Apollo, di cui un epiteto era Phosphoros (ΦΩΣΦΟΡΟΣ in lettere greche), che tradotto in latino è Lucifer, Lucifero appunto.

Il giudaismo ortodosso attuale nega l'esistenza di qualsivoglia entità spirituale che non sia Dio (quindi angeli e demoni propriamente detti), considerandoli rispettivamente come o messaggeri umani o emanazioni impersonali della potenza di Dio/realizzazione di una sua azione e appellativi di malattie/catastrofi - assumendo che le personificazioni appartengano solo alle correnti eterodosse che si rifanno ai tre libri di Enoch, uno dei vari Apocrifi dell'Antico Testamento, o sono proprio post bibliche (al massimo ravvisabili nelle stesure più tarde), ossia influenze mesopotamiche avvenute nel periodo post-esiliaco e poi Irano-Zorastriste o elleniche) (Rambam in Guida dei Perplessi 2,4 e 2,6, o come è scritto nel Talmud Yerushalmy, ove dice che i nomi dei malachim sono il risultato della diaspora, David Neumark, Adin Steinsaltz, Michael D. Coogan, Yehoshua Efron e altri). Generalmente invece è opinione accademicamente diffusa (nel Bereshit Rabba 3,8, Shaye Cohen, Lawrence Schiffman, Martin Jafee, Jacob Neusner, Bernard J. Bamberger e altri) che fosse comune nel Giudaismo del Secondo Tempio, quindi coevo alla redazione dei vari libri dell'AT, credere ad angeli e demoni come entità a sé stanti (come avviene in Flavio Giuseppe es. in Guerra Giudaica VI:298 e Antichità Giudaiche 1:73, o i suoi commenti sugli esorcismi), senza dover per forza rifarsi strettamente alla letteratura enochica, ad esempio come retaggio della fase primordiale della religione nel passaggio da enoteismo-monolatria-monoteismo.

I libri di Enoch riportano come angeli furono precipitati nel deserto di Dudael e conficcati sotto un cumulo di pietre. L'enigmatica figura di Azazel, citato nel Levitico, sarebbe uno di loro e corrisponderebbe al dio di Edessa Azizo o alla dea sud-arabica al-Uzzah, entrambi personificazioni del pianeta Venere.

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