Capitolo 16

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Pov. Chiara
Mi rimetto i vestiti di prima, mi spazzolo i capelli e sono pronta. Lui si mette dei jeans strappati neri e una maglietta bianca, e siamo pronti ad andare.
Sono 15 minuti che siamo in macchina, alla radio passano canzoni allegre e leggere, c'è molto buon umore nell'aria.
Chissà come saremmo felici se stessimo insieme... mi ritrovo a pensare, stupendomi di me stessa.
Ci fermiamo in una specie di campo-parcheggio, con molte macchine. Scendiamo e quando mi volto vedo dove mi ha portata.
Un enorme luna park all'aperto si apre davanti ai miei occhi. L'odore di dolciumi e il suono della musica mi dona una scarica di felicità. Batto le mani e saltello sul posto < Grazie grazie grazie > gli salto addosso, ridendo.
Lui ride e mi posa un bacio sulla fronte. Rimaniamo entrambi di sasso per quel gesto cosí banale ma allo stesso tempo cosí intimo.
Si schiarisce la voce, passandosi una mano tra i capelli. Spero che questo non rovini la bella atmosfera che si era creata.
Ci dirigiamo verso la fiera, in silenzio ma basta un suo < Vuoi dello zucchero filato? > per far tornare il buon umore.
Mi compra lo zucchero filato più grande che c'è, rosa, e continua a rubarmelo.
Andiamo sulla giostra a catene, sui cavallucci, sulle montagne russe, dove urlo un sacco.
Passiamo tutto il pomeriggio a ridere e a divertirci.
Ci fermiamo davanti a un banco di cibo dove fanno le frittelle salate e lui decide di comprarne due con la pancetta, sebbene gli dica che non la voglio.
< Pago io > dice una voce da dietro di noi. Vedo Alessandro irrigidirsi e mi volto per capire da chi proviene quella voce.
Vedo un signore più o meno di mezza età, troppo ben vestito per una fiera, dei pantaloni neri e una camicia, con di fianco una bellissima donna. Ha il viso gentile, è castana chiara e ha gli occhi chiari. Lei è vestita in modo molto più casual, jeans e un maglioncino bianco, con degli stivaletti con il tacco neri.

Riconosco nell'uomo il dottore che mi aveva guardato il piede in ospedale, la prima volta che avevo visto Alessandro, non capisco tutto questo astio tra loro

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Riconosco nell'uomo il dottore che mi aveva guardato il piede in ospedale, la prima volta che avevo visto Alessandro, non capisco tutto questo astio tra loro. In ospedale Alessandro si era comportato molto male nei suoi confronti, da vero maleducato e ora di nuovo?
< No. Pago io > dice Alessandro in tono perentorio al commesso che sebbene sia un uomo molto ben messo di stazza si fa intimorire dallo sguardo di fuoco di Alessandro.
< Sei sempre stato cosí, non ti sei mai fatto comprare niente > scherza il dottore ridendo, dandogli una pacca sulla spalla. Alessandro fa un passo indietro, e lo guarda schifato. "Sempre stato cosí"? Vuol dire che si conoscono da tempo? Sono sempre più confusa.
< Piacere Giorgio, il padre di Alessandro > si presenta l'uomo, porgendomi la mano. Suo padre? Improvvisamente i pezzi del puzzle si collegano e riesco a capire. Ma non capisco, se suo padre è qui perchè lui vive da solo in un appartamento con un coinquilino? Avevo dato per scontato che suo padre vivesse lontano.
Mi accorgo che lo sto fissando allora mi riprendo e gli stringo la mano e Alessandro sbuffa.
< Piacere, Chiara > dico cordiale, per poi presentarmi anche alla signora, che scopro chiamarsi Sara. Che sia sua madre? Non avrebbe senso però, si sarebbe presentata come tale fosse questo il caso. Probabilmente è la sua compagna.
< Mi sembra di averti già vista, Chiara > riflette Giorgio, scrutandomi.
< Sí, mi ha visitata in ospedale un po' di tempo fa > gli ricordo con un sorriso cordiale.
< Giusto! Tutto bene il piede? > domanda ricordandosi. Annuisco sorridendo.
< Sono contento che tu ti sia trovato la ragazza, soprattutto una, che mi sembra, cosí brava > sorride suo padre. Sento lo stomaco cadere, e mi si gela il sorriso.
< Non è la mia ragazza > ringhia, prendendo le frittelle che il signore gli sta porgendo.
< Beh, comunque vogliate chiamarlo, siete molto carini insieme > continua Sara, peggiorando la situazione.
Alessandro dilata le narici e prima che possa dire qualcosa di cattivo gusto intervengo io < Grazie ma siamo solo amici >.
< Beh, allora perchè non venite a cena da noi una sera? Cosí possiamo conoscerti un po' meglio Chiara, non conosciamo nessun'amica di Alessandro > propone Giorgio, sorridendo.

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