Capitolo 14

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Corro fino all'ingresso e abbraccio mio padre, è un sacco che non lo vedo.
< Ciao topina > dice lui abbracciandomi.
Dà un bacio sulla guancia a mia madre e sento Alessandro schiarirsi la voce.
Mio padre si volta verso di lui e lo guarda stupito.
< Papà, lui è Alessandro, un mio compagno di scuola > glielo presento imbarazzata.
Si stringono la mano < Maurizio > si presenta mio padre sorridendo educatamente.
Dopo i convenevoli ci sediamo a tavola. I miei a capotavola, io e Alessandro a un lato e mio fratello e mia sorella di fronte a noi.
Mia mamma ci serve l'arrosto e le patate al forno che ha preparato, e me ne riempio il piatto insieme a delle carote e dei fagiolini.
Alessandro sorride leggermente prima di mettere almeno il doppio di roba nel suo.
< Come va a scuola Andrea? > chiede mio padre.
< Bene, tutti 6 tranne fisica, ma la prof. mi adora e non mi rimanderà. Oggi in palestra ho battuto il mio record personale di sollevamento pesi > si vanta e io alzo gli occhi al cielo. Mio padre lo nota e si volta verso di me.
< E tu invece Chiara a scuola? >
< Bene, ieri ho preso 8 1/2 di italiano >
< Potevi fare un po' di meglio > appunta mio padre con aria stizzita. Alessandro si immobilizza con la forchetta a mezz'aria. Annuisco facendo un sorrisetto, abbassando la testa per continuare a mangiare.
Non importa cosa faccia, per mio padre non sarà mai abbastanza.
< E di matematica? So che avevi un voto basso> continua lui.
< Ho 7 papà >
< Appunto, vediamo di alzare un po' sta media > dice scorbutico. Lo resto a fissare ma alla fine annuisco solo. Con mio padre non c'è verso.
Alessandro mi posa una mano sul ginocchio da sotto il tavolo e lo stringe leggermente, quasi a darmi conforto.
< E sport non lo fai? > continua imperterrito con il suo interrogatorio. Mia madre lo fissa infastidita e mio fratello chiude gli occhi.
< No, papá, non faccio sport > rispondo.
< Beh, ti conviene iniziare, hai preso qualche chiletto >.
< Beh, papà, si dá il caso che io mi piaccia così> rispondo stizzita anche se non è vero.
Ho sempre avuto problemi ad accettarmi per come sono, e ho sempre sfogato le mie frustrazioni nel cibo, e il fatto che lui mi metta cosí a disagio, soprattutto di fronte ad altra gente non aiuta affatto.
< Non mi parlare cosí > alza la voce, battendo la forchetta sul tavolo.
Mia sorella sobbalza e idem mia madre.
Smetto di mangiare e lo guardo fisso negli occhi.
< E tu non mi giudicare > sento gli occhi che pizzicano.
Alessandro posa una mano sulla mia schiena, per mia sorpresa e apre la bocca per parlare
< Io penso che sua figlia stia benissimo cosí > dice stranamente in maniera educata. Lo guardo stupita.
< Tu non sei nessuno per dirmi come mia figlia deve essere > controbatte.
< E lei non è nessuno per farla sentire come una merda > ringhia lui, stringendo i pugni.
< Sono suo padre se permetti! > esclama stupito ridacchiando in modo fastidioso.
Conosco mio padre, non smetterà fin quando non l'avrà vinta, e Alessandro non mollerà così facilmente.
< Basta cosí. Maurizio, piantala per favore > ordina mia madre.
Sento la gola stringersi.
< Scusatemi > mormoro prima di alzarmi e correre di sopra. Appena mi chiudo la porta alle spalle le lacrime mi solcano il viso. Fuori sta tuonando e un lampo esplode nel cielo nell'esatto momento in cui un singhiozzo mi esce dalla bocca.
Sento Alessandro parlare di sotto e spero davvero non si stia cacciando nei guai, mio padre non è un tipo semplice.
Sento sbattere la porta di ingresso e poi qualcuno salire le scale e bussare delicatamente alla mia porta. Prego non sia mio padre. Forse è la mamma.
Mi sposto da dietro la porta e la socchiudo per vedere chi è.
È Alessandro.
Rimango sorpresa e lui ha il tempo di intrufolarsi nella stanza.
Si siede in silenzio sulla poltrona di fronte alla finestra, mentre io rimango in piedi dopo che ho chiuso la porta.
Rimaniamo qualche minuto in silenzio finchè non si volta verso di me.
< Vieni qui > sussurra aprendo le braccia.
Vado da lui e sto in piedi di fronte a lui tirandomi leggermente le dita.
Sbuffa leggermente, tirandomi per le braccia verso di lui e facendomi cadere su di lui. Mi fa sedere di traverso su di lui, e nascondo il viso nel suo collo. Le lacrime non hanno neanche per un secondo smesso di scorrere sulle mie guance e ora sono accompagnate dai singhiozzi smorzati dal suo collo.
Mi tiene stretta a se e mi chiedo quanto durerá questo suo momento di dolcezza. Ora mi sta trattando bene perchè sto piangendo e mio padre mi ha trattata di merda ma dopo?
Mi accarezza la schiena e stranamente mi fa calmare.

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