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POV PHILIP
Qualsiasi domanda le faccio come risposta ottengo solo un sì o un no. Non mi ha praticamente guardato e durante il tragitto si è addormentata. Si vede che non dorme da un paio di giorni ma si sveglia in tempo per l'arrivo. Si fa prendere in braccio ed entriamo, l'adagio sul divano e poi vado a prendere le valige. Lei rimane lì immobile a fissare un punto.
"Che ne dici se ci cambiamo e ci mettiamo il pigiama? " acconsente e la porto al piano superiore. Quando apro il pannolino vedo che è tutta arrossata, deve farle abbastanza male ma lei non dice nulla.
"Perché non hai ricordato ad Ivy di metterti la crema e il borotalco?"
"Non lo so, mi dispiaceva dirglielo e poi è ovvio che abbia sbagliato, non ha mai avuto un rapporto di questo tipo" mi disse in tono arrabbiato. Almeno mi ha rivolto la parola.
Le chiudo il pannolino e le metto il pigiama
"Mi dispiace ma non sapevo come fare"
"Potevi portarmi con te, farmi vedere il tuo lavoro " C'ho pensato ma dovevo andare spesso in tribunale e non mi andava di lasciarla sola.
"Ti avrei lasciata da sola per troppo tempo, ti sarebbe potuto accadere qualche cosa"
"Philip il fatto che io e te abbiamo questo rapporto non significa che all'occorrenza non si possa ridimensionare. Ho quasi 18 anni, e sono in grado di rimanere ad aspettarti in un posto"
"Ma non sei in grado di rapportarti con le persone" mi lasciai sfuggire. Abbassa lo sguardo e prende a torturarsi le mani
"No è vero ci sono delle situazioni che mi mettono a disagio ma ti ricordo che non molto tempo fa sono stata rapita da uno psicopatico che mi ha stuprata e frustata. Ha fatto sesso con me e godeva nel sentirmi urlare di dolore. Potresti usare un po' più di tatto" scende dal fasciatoio e se ne va in camera sua sbattendo la porta.
Cazzo penso. Ma perché sono così deficiente? Non dovevo dirle quelle cose. Mi avvicino alla porta e la sento singhiozzare. Non voglio che pianga per colpa mia.
"Gemma posso entrare?"
"Ti prego lasciami stare" Ma non le do retta. Entro e la trovai rannicchiata in un angolo
"Mi dispiace, sono un cretino" dico prendendola in braccio.
"Non volevo dirti quelle cose e non volevo farti soffrire. Credevo che saresti stata bene con Blake, una volta ambientata" non mi risponde e continua a piangere fino a che non si addormenta. La metto nella culla e la copro bene. Ho bisogno di un consiglio
"Ehi philip, come va il viaggio?"
"Sono tornato prima, ho avuto dei problemi con Gemma"
"Che tipo di problemi?"
"L'ho lasciata da Blake e per il cambio ho incaricato Ivy ma lei non è stata contenta di tutto questo, non mi parla e non mi guarda"
"Ancora? ma non era migliorata nei rapporti?"
"Eh a quanto pare no" Gli racconto della scomoda frase che le ho detto
"Philip sembra che tu non voglia accettare questo suo carattere. Lei è fatta così, non si relaziona facilmente con gli altri. Non puoi semplicemente partire e lasciarla da chi capita, anche se è tuo fratello" Non ha tutti i torti.
"So che non lo fai con cattiveria, vorresti che cancellasse il suo passato. Ma ci sono delle cose che non puoi cancellare e purtroppo alcune volte riaffiorano. Per Gemma questo si verifica nel rapporto con gli altri
Si è fidata di due persone che hanno tentato di ucciderla" dice sospirando
"Hai ragione, sono un cretino . Ma sai che non la vorrei mai cambiare. Vorrei solo che si fidasse di me."
"Philip lei di te si fida ciecamente altrimenti come avrebbe fatto ad accettare questo rapporto? Ma le sue paure vanno oltre la fiducia e non la puoi forzare" Ci rifletto un attimo e poi ci salutiamo. Jason ha ragione e io devo capire cosa posos fare. Vado in ufficio e ci rimango fino a sera. Quando esco la trovai sul divano. Non toglie lo sguardo  dalla televisione nemmeno quando mi siedo vicino a lei.
"Gemma possiamo parlare un attimo?" spenge la televisione e si gira a guardarmi, ha un viso molto stanco.
" Non avrei dovuto dirti quella frase prima, mi dispiace tanto"
"Non sono stata male con loro, sono stati gentili. Anche Ivy. Ma tu non puoi capire il peso che mi porto dentro dopo quello che è successo. Io sono così e se non ti sta bene allora dobbiamo prendere due strade separate. Non puoi sperare che mi relazioni facilmente con le persone perché non ci riesco. Magari tra 10 anni le cose cambieranno o magari no. Ma questa sono io e la devi smettere di cercare di cambiarmi. Odio farmi togliere il pannolino da un estraneo. Hai mai pensato a cosa voglia dire, all'intimità del gesto? Ho accettato di farlo con te perché mi fido di te e i tuoi gesti mi fanno sentire amata come mI prima " sputa fuori arrabbiata. Sono senza parole ma tanto non ha finito
" So benissimo che devi lavorare ma siamo anche una coppia e sebbene mi piaccia molto il rapporto che abbiamo ci sono dei momenti in cui devi coinvolgermi nelle tue decisioni. Mi chiedi di fidarmi di te quando tu non ti fidi di me" dice incrinando la voce
"Hai ragione, ho sbagliato e mi dispiace. Non vorrei mai vederti stare male per causa mia ma non potrei immaginare la mia vita senza di te. Ho preso una decisione sbagliata e tu ne hai pagato le conseguenze e non deve succedere. Spero che tu possa perdonarmi prima o poi" la lascio sul divano e vado a preparare la cena.
Per i restanti tre giorni non mi parla più di tanto ma almeno mi permette di toccarla. La sera del quarto giorno di silenzio però deve rivolgermi la parola per forza
"Daddy?" finalmente penso
"Dimmi principessa" rispondo con disinvoltura, come se non avesse mai smesao di parlarmi.
"Non mi sento molto bene" dice tossendo. Le tocco la fronte e la sento un po' calda
"Forza scimmietta andimo a provarci la febbre" non è altissima ma le metto comunque una supposta e un po' si lamenta.
La febbre passa in fretta ma il nostro rapporto non è più lo stesso. Cerco di non farle mancare niente ma le mie parole sono difficili da dimenticare, me lo ha detto lei. Ogni giorno mi maledico, se fossi rimasto in silenzio mi avrebbe già perdonato. Mi rivolge la parola e sorride ma la conosco e il sorriso non arriva mai agli occhi.

Le sue parole mi hanno scosso. Lo so di essere problematica. Vorrei poter abbracciare tutte le persone che incontro ma purtroppo ho un blocco e non ci riesco. È stato chiaro nelle parole che ha usato, sono danneggiata e non so se lui riuscirà a sopportarmi così come sono o se deciderà di cambiare little. Ogni volta che lo guardo ripenso a quello che mi ha detto, al tono che ha usato. Mi sforzo di interagire di più con le persone ma ci vuole tempo e forse lui ha esaurito la pazienza. Cerca di accontentarmi e mi parla come le prime volte che sono arrivata, come se parlasse ad un giocattolo rotto
"Gemma? Mi stai ascoltando?"
"Ehm no veramente" ammetto abbassando lo sguardo
" Volevo chiederti cosa ti andava di fare oggi"
"Potrei uscire con Lia, da sole?" sono stata un po'scorretta, so che non può dirmi di no
"Ehm si ma devo sentire Jason" va nel suo studio ma la telefonata dura poco
"Ha detto di sì, saranno qui tra poco. Dove vuoi andare?"
"Al parco in centro"
"Va bene ma per le 7 a casa"
"Va bene daddy" sono entusiasta ma in realtà mi sembra di aver giocato slealmente
"Daddy?"
"Dimmi principessa"
"Non avrei dovuto chiederti di uscire, so che non potevi dirmi di no" gli confesso
"Stai tranquilla amore mio, hai bisogno di sfogarti un po' con Lia ma ti prego non tenermi più il muso e perdonami. Non volevo dire quello che ho detto" chiede speranzoso
"Ci penserò" questa risposta lo fa sorridere. Di solito mi fa questo discorso dieci volte al giorno e non gli rispondo mai.
Uscire con Lia mi fa bene. Le racconto tutto e lei mi da un sacco di consigli
"Odio quando Jason mi lascia con sua sorella. Non è antipatica ma è imbranata e spesso mi ritrovo con un bernoccolo o con qualche irritazione. L'ultima volta mi ha presa in braccio e non ha calcolato la distanza dalla trave, ho pianto per mezz'ora" dice ridendo.
"Perdonalo, anche i daddy fanno degli sbagli. Forse più di noi. Potresti proporgli di sculacciarlo, come fanno con noi" Ridiamo di gusto a questa affermazione. Rientriamo alle 7 in punto. Jason è rimasto da noi per aspettare Lia ma non possono fermarsi a cena
"Come è andata la passeggiata?"
"Molto bene, Lia mi ha dato un'idea interessante"
"Ah si? Quale?"
"Mi ha suggerito che potrei sculacciarti proprio come fai tu con me quando faccio la cattiva bambina"
Rimane spiazzato e mi metto a ridere
"Oh perfortuna hai riso, pensavo di non sentire più questo bellissimo suono" dice venendo ad abbracciare

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