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Ho dormito per tutto il pomeriggio. La stanza è buia e Philip non c'è . Non ho molte forze per alzarmi ma lui sembra accorgersi che sono sveglia e dopo poco entra
"Buongiorno principessa, come stai??"
"Mi fa tanto male la testa e mi brontola la pancia" dico nascondendomi sotto le coperte.
"Ti brontola il pancino? Adesso Daddy prende il latte e mangiamo nel lettone, poi prendiamo la medicina e ci mettiamo a guardare i cartoni, va bene?" torna poco dopo con due biberon pieni di latte. Mi tira su dalla culla e mi mette sul lettone. Ho freddo, prende un pigiama più pesante e me lo fa indossare. Poi mi infilo sotto le coperte e bevo tutto il primo biberon e  metà del secondo ma poi smetto di succhiare
"Gemma lo vedo che non stai bevendo più. Hai saltato il pranzo quindi devi berli tutti e due"
"Ma daddy sono troppo piena, esploderò"
"Gemma!" Quando alza la voce non riesco mai a controbattere, obbedisco e basta.
Anche lei urlava sempre e non potevo non sobbalzare a quel tono. Sono troppo magra lo so ma non è colpa mia. Mi hanno sempre negato il cibo e adesso sono abituata a mangiare poco. Non posso ingozzarmi da un giorno all'altro.  Misuriamo anche la febbre, ma non ne voglio sapere di stare ferma. due sculaccioni dopo mi immobilizzo.
"Fermati o ti do anche il resto" dice con sguardo serio. Piango un pochino ma la febbre è scesa e non c'è bisogno delle medicine. Decidiamo di guardare un cartone e ci addormentiamo abbracciati. Mi piace tanto dormire così mi sembra di essere a casa.
Il giorno dopo non potevo sapere che per me sarebbe stato un pessimo giorno. Philip mi sveglia con tante coccole
"Buongiorno piccola" mi cambia e mi veste.
"Daddy ma dove andiamo così di fretta?" Gli chiedo ingenuamente
"Dal dottore cucciola. Dobbiamo fare un controllo e vedere quali vaccini ti mancano". Dopo quella notizia si scatena il caos. Deve  obbligarmi a sedermi sul seggiolino.
"Basta capricci tesoro" mi fa una carezza ma non riesco a stare buona. Non sono mai stata dal dottore e sappiamo tutti che le cose nuove non mi piacciono. Devo sempre sapere tutto e forse a questo Philip non ci ha pensato. Per tutto il tragitto non incrocio mai il suo sguardo. Mi ripeto di essere forte e che non succederà niente. Me le dovrebbe dire lui quelle cose ma forse oggi l'ho esasperato troppo. Quando ferma la macchina scendo senza fare storie e lui mi da la mano. Aspettiamo 5 minuti e poi entriamo.
"Ciao Philip, ciao piccolina" dice il dottore. Sembra gentile ma non posso ancora fidarmi. Mi stringo di più a Philip e tremo un pochino
"Buongiorno dottore. Mi scusi ma Gemma ha un po' paura". Io continuo a guardare in basso ma ascolto ogni cosa.
"Adesso il tuo papà mi racconta un po' di cose e poi vediamo cosa c'è da fare" dice in tono gentile.
"L'ho adottata quasi un mese fa ma non credo abbia mai visto un dottore in vita sua. A volte è difficile ottenere queste informazioni, Gemma non parla volentieri del suo passato"
"Va bene allora ci mettiamo su quel lettino e ascoltiamo il tuo cuoricino e i tuoi polmoni. Non succede niente e puoi stare vicino al tuo Daddy" annuisco piano. È un po' freddo e mi fa il solletico. Sorrido e daddy si rilassa un pochino.
"Va bene allora per adesso è tutto ok. Devo farle un prelievo e almeno due vaccini. Poi tra un mese facciamo gli altri." Daddy mi toglie il giacchettino e mi tira su la manica. Non è abbastanza veloce nel distrarmi però e riesco a vedere il dottore che viene verso di me con un ago enorme.
Mi sembra di tornare in quella casa. Lui si divertiva a torturarmi, mi infilava aghi ovunque fino a farmi sanguinare, poi mi riportava nel ripostiglio e mi chiudeva lì senza neanche medicarmi. Qualche volta me li sono dovuti togliere da sola.
Mi rendo conto di non essere più la, qui è diverso, non sono intrappolata in un ripostiglio e non sono legata, posso ribellarmi. Mordo Philip che dallo stupore mi lascia andare, spingo il dottore che perde l'equilibrio e cade a terra e mi vado a rintanare sotto il lettino medico. Mi rannicchio il più possibile e inizio a tremare.

POV PHILIP
Mi ha morso, non ci  credo. Guardo il dottore a terra che si sta rialzando e poi cerco Gemma. La stanza non è grande, dopo poco la vedo nascosta sotto il lettino. È molto spaventata e trema visibilmente.  Ho paura che le possa venire un attacco di panico. Il dottore non sa cosa fare e io nemmeno. Decido di avvicinarmi ma lei se ne accorge e inizia a supplicarmi
"Non mi fare del male, non mi fare del male ti supplico. Sarò buona, farò tutto quello che vuoi ma non farlo ancora, mi fai male". 
Nonostante stia  sussurrando capisco lo stesso il significato di quelle parole e qualche cosa si rompe dentro di me.  Devo tirarla fuori da quello stato di trance.
"Gemma, Gemma guardami. Sono io Philip"  alza lo sguardo ma piange talmente tanto da avere gli occhi spalancati per il terrore.
" Sei al sicuro qui con me, nessuno ti vuole fare male". Capisco improvvisamente di aver sbagliato tutto. L'ho portata da un perfetto sconosciuto e ho permesso che la toccasse. Poi ho preteso che si facesse fare un prelievo senza spiegarle cosa sarebbe successo.  Sono stato uno stupido, non so che cosa le sia capitato e per questo devo dirle tutte le mie mosse per evitare queste scene strazianti.
"Gemma, vieni in braccio a me? Ti prometto che andiamo via e il dottore non ti tocca". Sembra fidarsi ma non vuole essere toccata. Si alza ed usciamo.
Il dottore è molto comprensivo e mi da un altro appuntamento. Saluta Gemma e le da una caramella che lei prende. Ah la mia golosona!!
Quando arriviamo in macchina si mette nel seggiolino senza fare capricci ma fa di tutto per non guardarmi. Ogni tanto la osservo dallo specchietto ma lei è persa in chissà quale ricordo. Torniamo a casa e finalmente mi permette di prenderla in braccio. Indica il bagno e capisco che deve essere cambiata. Le faccio un lungo bagno rilassante e si riprende. Dopo averla rivestita mi sento toccare una mano.
"Scusami Daddy per averti morso. Non volevo farti male e non volevo nemmeno spingere il dottore". Sembra proprio una bambina mentre si scusa.
Devo capire che cosa è successo e questa volta me lo dirà.
"Stai tranquilla piccolina, va tutto bene ma vorrei che tu mi spiegassi che cosa ti ha fatto reagire così". Ci pensa un po' e poi risponde
"L'ago"
Rimango sorpreso. Penso che sia colpa mia e invece è colpa di uno stupidissimo ago.
"Ma piccina mia non devi avere paura degli aghi. Loro danno un piccolo pizzico ma poi il dolore passa subito". Ma lei ancora una volta mi stupisce.
"Fidati, se avessero usato centinaia di aghi su di te come hanno fatto su di me avresti paura anche te". Non so cosa rispondere. Ho intuito che non sarebbe stata una bella storia ma per liberarsi del passato deve riuscire a parlarne.
"Oh amore mio mi dispiace tanto. Non potevo immaginarlo". Mi sento colpevole e impotente. Come posso aiutarla? A soli 11 anni è stata vittima di un pazzo psicopatico.
"Sai lui mi faceva uscire in quell'occasione e io pensavo sempre che quella volta sarebbe stato diverso. Ma poi mi faceva stendere sul letto e mi legava stretta stretta e li capivo che la tortura sarebbe stata la stessa". Non mi guarda mai in faccia mentre mi confessa quella violenza subita ed io giuro che quel verme me la pagherà.
"Amore mio stai tranquilla, riusciremo a dimenticare questo brutto passato. Adesso che ne dici di mandare via queste lacrimucce? Papà ti cucina le patatine fritte e poi dritti a nanna. Domani andiamo al parco va bene?" Annusce entusiasta e mi da un bacino sulla guancia. Non lo ha mai fatto fino ad ora, è bellissimo. Durante la cena decido di affrontare un argomento un po' delicato.
" Gemma secondo me è meglio che tu ne parli con uno psicologo. Io sono felicissimo di ascoltarti e aiutarti ma penso che una figura professionale possa darti maggior aiuto" dico con cautela
"Penso che tu abbia ragione" dice stupendomi.
"Anche quando ero in ospedale veniva una psicologa ad aiutarmi a dormire e a non avere attacchi di panico durante il giorno. E funzionava. Scusami se non te ne ho parlato prima ma non ci avevo pensato" Dice abbassando lo sguardo.
"Gemma alza questo bellissimo faccino" Le dico sorridendo
"Non fa niente davvero. Domani vediamo come organizzarci ma adesso cambiamo questo pannolino puzzolente e poi a nanna". Ci riempiamo di coccole e ci addormentiamo nel lettone.

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora