capitolo 6: "Lontani, lodano altri"

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Profondo, umido, silenzioso. Il sottobosco, soffocato dalla scarsità di luce ma ormai abituato a prosperare con quel poco che le piante più alte e maestose gli concedono, attutiva ogni passo. Il cuore della giungla era un luogo indomito, selvaggio, sconosciuto ai più. Un luogo isolato dal mondo più di ogni altro punto del Dungeon, dove solo pochissimi rappresentanti della civiltà esterna, pochi fortunati e perseveranti a sufficienza, avevano mai messo piede. Qua molti pokémon non conoscevano neanche la ricca e complessa lingua che li accomunava, ma solo scampoli di parole, frasi e concetti. Non ne avevano bisogno. Avevano cibo, territorio, clan, fratello e nemico. Foglia, vento, veleno, pericolo...bastava così poco per vivere.

Quel giorno, sotto la promessa di una pioggia insistente, una vedetta ancora assonnata aprì gli occhi. Si alzò in piedi sul ramo, sistemò bene in testa la noce di cocco. Lisciò il pelo che si era rizzato. Prese fiato e gridò:

<<PERICOLO! PERICOLO!>>

Aveva visto una nube nera staccarsi dal cielo plumbeo, aveva sentito stormi di pokémon uccello volare via gracchiando allarmati. E ora, la nube si avvicinava verso di lui, verso il cuore di tenebra al centro della Giungla. Qualunque cosa fosse, non era la benvenuta. Mentre il Clan si destava, gonfiò il petto, lanciando alla nube il suo solitario grido di battaglia.

A rispondergli, un ronzio altrettanto potente. La nube dell'Apocalisse stava avvicinando, portando con sé i figli della Giungla già soffocati, che senza fiatare camminavano a testa bassa, circondati dagli insetti. Il ronzio pervase ogni cosa, come un interferenza di fondo nello schermo della vita. In quell'atmosfera irreale, il Passimian si erse come l'ultimo baluardo, con la posa statica di un totem. Ma come può la polena, per quanto fiera e ben scolpita, fermare l'onda che sta per travolgere il vascello?


♦♦♦


Stessa Giungla, molto più all'esterno,quasi tre settimane dopo.

<<Urgh>>

<<Amore, sei di nuovo incastrato?>>

<<Queste erbacce sono troppo fitte!>>

<<Santo Arceus, uno dei team più famosi al mondo bloccato da un po' di sottobosco>>

Karim ricoprì la propria schiena di fiamme, in modo da bruciare la fitta boscaglia attorno a sé e avere lo spazio per avanzare, poi pestò le zampe per spegnere il fuoco prima di creare un disastro. Per due della loro stazza, il folto intrico della Giungla era più complicato del previsto da attraversare.

<<Non mi ricordavo tutta questa fatica sei anni fa, e dire che fummo i primi a completare il Dungeon!>>

Quanti ricordi. Due giovani Quilava con un cucciolo adorabile ad attenderli a casa, svelti e agili come faine. Avevano persino colto un immenso fiore rosa, enorme, simile a quello che gli umani chiamano loto. Quel fiore adornava ancora l'ingresso della loro casa, stupendo qualunque ospite. E poi la giungla era sembrata loro così bella, fresca, piena di profumi ora dolci e soavi ora acri e pungenti, di mille colori e forme, degli schiamazzi più vari, che quasi non si erano accorti del tempo impiegato ad attraversarla tutta, fino al confine opposto. Quattro giorni buoni trascorsi in uno schioccar di dita.

<<Sei anni e cento chili!>> puntualizzò la compagna, sottraendo alle memorie Karim e se stessa.

<<N-non è vero>> lui guardò in basso, corrugando la bocca in un sorriso imbarazzato, alla vista della pancetta che quasi sfiorava il suolo. Amare il cibo era forse un crimine?

Pokémon Mystery Dungeon: The Dark AgeWhere stories live. Discover now