Carpitolo 8

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              Ricordi

POV'TAEHYUNG

L'unica cosa che posso fare è chiedere aiuto a Jungkook.
Se solo ricordo quei giorni...
Chiudo gli occhi e subito mi tornano in mente.

"Zio che gioco è" chiedo ingenuamente.
"si chiama Non uralre" mi dice sorridendo.
"Okei. Iniziamo allora" batto le mani contento di voler giocare con lo zio.
I miei genitori sono andati via per un po e mi hanno lasciato con mio zio.
"Ora ti metterò una benda così sarà più divertente" la prende e me la mette.
Inzia a toccarmi in punti per me ancora sconosciuti.
Urlavo tanto e ad ogni urlo mi dava una frustrata..
Mi chiedevo se i miei genitori sapessero che razza di persona fosse mio zio.. Se così fosse perché mi hanno lasciato con lui? Perché mi sta facendo del male? Perché esce del sangue? Perché sento qualcosa di grosso dentro di me?

Mi sveglio con le lacrime agli occhi.
Inizio a singhiozzare sempre più forte e sento il respiro mancarmi.

Non voglio che quei giorni si facciano vivi nella mia mente.
Ho bisogno del suo aiuto.

Arrivato davanti al suo officio, busso.
"Chi è" chiede scocciato.
"J-jungkook sono T-tae" trattengo un singhiozzo.
Sbuffa "Ho da fare"
"T-ti p-prego" dico non trattendo più il pianto.

Non sono una persona debole ma quando si parla di lui posso essere schiacciato.

"Entra" sospira.
Forse mi avrà sentito piangere.

Quando entro mi siedo sul divano e non difronte a lui sulla sedia.
"Che c'è? Perché piangi tigrotto"?

Potevo dirglielo?
Scuoto la testa a questo pensiero.
Mi vedrebbe come qualcuno che si fa usare, debole e che non reagisce.

Si alza venendo vicino a me.
Mi alzo e lo abbraccio senza pensarci due volte.
È un po teso a questo gesto ma dopo un po mi stringe a lui tenendo una mano sulla schiena e l'altra mi accarezza i capelli.
Mi sfogo continuando a piangere, mi sento un debole.

"A-aiutami" sussurro.
Ci stacchiamo e ci sediamo sul divano.
"Spiegati".

Metto le mani tra le gambe sentendomi a disagio.
Farà bene parlarne con qualcun'altro?
"Qualunque cosa sia Taehyung, se vuoi che ti aiuti devo sapere"

Deglutisco e sento di potermi fidare, mi sento al sicuro.
"All'età di 12 anni i miei genitori erano sempre occupati con degli affari, facendo parte della mafia ed essendo i più pericolosi erano i più temuti,così mi lasciarono da mio zio. Ero tanto contento di rimanere con lui dopo tanto che non lo vedevo. Un giorno mi chiese di fare un gioco ed io ingenuo accettai. Diceva che questo gioco si chiamava Non Urlare, poi mi mise una benda sugli occhi. Iniziò a toccarmi e io urlavo tanto ma non c'era nessuno. Ad ogni urlo una frustrata che me le ricordo tutt'oggi. Mi ha violentato Jungkook. E così tutti i giorni a venire. I miei genitori non mi avevano lasciato per caso ma dovevo fargli da esca per i loro stupidi omicidi"mi fermo non trattendo più le lacrime.

Jungkook mi accarezza la mano cercando di calmarmi.
"Tigrotto è assurdo. Perché? Se sono i tuoi genitori?"
Bella domanda..

"Loro non mi hanno mai amato. Dicono che hanno scopato e io sono un errore. Pensano solo alla loro carriera di mafiosi, non mi hanno mai fatto gli auguri. I miei compleanni da piccolo non esistevano, ora lo festeggio grazie a Jimin. Il natale, la mia festa preferita , lo passo da Jimin e così tutte le volte "continuo a spiegare.

Jungkook stringe i pugni, visibilmente irritato.
" Pagherei la vita per avere di nuovo i miei genitori indietro e invece esistono anche genitori come i tuoi" i suoi occhi si fanno automaticamente lucidi.
Anche lui ha un brutto passato.
"Hai perso i tuoi genitori"? Chiedo con calma.

Annuisce "Non ne voglio parlare"
Rimango spiazzato.
Forse lui ancora non è pronto per fidarsi di me.
Ma ora io ho bisogno di fidarmi di lui e ho bisogno della sua sicurezza.

"Che aiuto ti serve"?

"Ieri mia madre mi ha chiamato dicendo che mi vogliono riportare da mio zio per dei mesi interi. E a loro ho detto che ero da Jimin. Ma quando non mi troveranno inizieranno a cercarmi e conoscono tutte le associazioni di mafia in città, mi troveranno e ho così p-paura"mi metto le mani sul viso continuando a piangere.
Inizio a tremare.

"Hey..." mi richiama.

Ma ho così voglia di sfogarmi che non lo rispondo.

"Hey tigrotto guardami.." mi alza il mento con due dita e i nostri occhi si scontrano.
Mi sento così al sicuro.

"Non ti troveranno qui. Non ti lascerò andare con lui di nuovo okei"? Ha un tono così rassicurante.

Annuisco abbracciandolo di nuovo.
"G-grazie. Mi sento al s-sicuro con t-te"
Anche se non lo vedo posso giurare che sta sorridendo.

Ho voglia di scoprire il mondo. Fin'ora sono stato in casa a studiare e oltre a stare in casa andavo solo a scuola. Quando Jimin mi chiedeva di andare in discoteca dicevo di no perché mi facevo influenzare dai miei genitori.

Ma ora sento che c'è qualcosa di diverso. C'è un desiderio di scoperta in me.
Ho voglia di fare casini e di godermi a pieno la mia vita che è stata programmata per troppo tempo.

Non voglio avere programmi, voglio vivere e basta.
E credo che stando con Jungkook possa riuscire a scatenarmi altre emozioni, che semplici ansia e frustrazione.
Penso possa trasmettermi adrenalina, desiderio di vivere e di rischiare.

Finito quest'ultimo esame voglio unirmi a Jungkook e aiutarlo.
Forse sarà pericoloso, si,ma voglio tentare, voglio rischiare.
Non si può vivere una vita monotona, fare le stesse cose, sentire le stesse lamentele...
Voglio aggrapparmi a quest'occasione.

"Jungkook, voglio fare un giro in moto" dico all'improvviso.
Mi guarda confuso.

"Sai portarlo"? Chiede divertito.
"Insegnami tu" mi avvicino slacciandomi due bottoni della camicia sentendo caldo.

Mi fissa con un sorriso divertito.

"Si, sei proprio un tigrotto.." ridacchia scuotendo la testa.

Lo guardo compiaciuto.

Andiamoci a fare questo giro Jungkook.

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