36|Sangue, vampiri e castelli

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Yliandar non si lasciò sfuggire nemmeno un'espressione di stupore quando le venne mostrata la sua stanza. Era immensa. Il pavimento di marmo nero era attraversato da venature rosse e argento, le pareti andavano gradualmente dal rosso al nero man mano che si avvicinavano al pavimento e le uniche finestre e porte-finestre presenti nella stanza erano sorvegliate da dei gargoyle di pietra, animati dalla potente magia dello Stregone Cremisi in persona.
Delle lunghe tende argentate, proprio come le coperte del suo letto a baldacchino, facevano da contrasto alla natura bicolore di quel posto.

La vampira aprì la porta-finestra affacciandosi sul balcone mentre le guardie richiudevano la porta dietro di loro, lasciandola sola insieme a Zerafor.

«È tempo della tua prima lezione. Tra tre giorni verrai incoronata di fronte all'aristocrazia d'Incubia e dovrai essere impeccabile» disse.
Yliandar rimase a fissare le montagne innevate sentendo il freddo pungerle le guance.
«Presto verranno delle istruttrici che ti vestiranno e ti insegneranno il galateo, io mi occuperò della parte più importante: i tuoi poteri e il nostro piano»

«Quale piano?» chiese la vampira tornando nella stanza.

Zerafor fece un largo e innaturale sorriso. «Per millenni il Consiglio di tutte le Creature della Notte ha limitato il nostro potere vietandoci di bere sangue umano e ci ha disprezzati perché siamo dei non-morti, le creature più vicine ai demoni che ci siano, ma è tempo di cambiare. Nonostante avessi ancora l'aspetto di un giovane sentivo che il mio tempo stava per scadere, molte taglie erano state messe sulla mia testa, e ho fatto un patto con lo Stregone Cremisi per ottenere l'immunità mantenendo la mia immortalità, ma mi serviva comunque un erede e così ho scelto te»

«Non voglio sembrare un'ingrata, ma... perché proprio me?»
Zerafor la guardò come se fosse ovvio. «Perché ho visto il tuo destino. E si dà il caso che si sia intrecciato più volte con quello di una persona importante vissuta tanto tempo fa a cui lo Stregone è particolarmente affezionato, motivo in più per cui è stato felice di offrirmi il suo aiuto»

Yliandar inarcò un sopracciglio. «Chi?»
«Il suo nome è un mistero, così come molte altre cose che la riguardano, ma non è di questo che voglio parlarti. Devo insegnarti a padroneggiare i tuoi poteri, i nobili vorranno una dimostrazione pratica di ciò che sei in grado di fare»

Il demone batté le mani e una gabbia apparve davanti a loro. Dentro vi erano tanti uccellini colorati che cinguettavano e svolazzavano spaventati.

«Uccidili» disse secco.

La vampira inclinò leggermente il capo. «Posso spezzare loro il collo, ma sono nella gabbia»
«Con i tuoi poteri, Yliandar» Zerafor le prese la mano e gliela alzò in modo che puntasse i canarini che iniziarono a cinguettare con più energia. «Ciò che hai tu si chiama dominio del sangue. Concentrati su queste piccole creature, visualizza cosa vuoi fare e infine dai una spinta finale al tuo potere. Non bloccarlo, lascialo fluire»

La vampira assottigliò gli occhi fissando un uccellino che si era appeso all'ingiù e si stava dondolando. Sentì un formicolio lungo il braccio che si addensò sulla mano. Irrigidì le dita stringendo qualcosa di immaginario.

L'uccellino esplose.

«Troppa energia. Deve essere più contenuto, più preciso. Riprova»

Vi risparmio i dettagli dell'uccellicidio. Yliandar si allenò per tutto il pomeriggio insieme a Zerafor.

Quando poi arrivò quasi l'orario di cena, delle dame di corte entrarono di corsa nella stanza sistemarla.
Scoprì solo allora che in un angolo sopraelevato della sua stanza c'era una vasca scavata nel marmo. Le serve la riempirono con dell'acqua calda e Yliandar fu costretta a spogliarsi e infilarcisi dentro per poi venire strofinata per bene da tre persone diverse.

I Grandi 7Where stories live. Discover now