Esilio.

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Le mie membra stanche sono inquiete, come fossero in attesa, nonostante non vi sia nulla da attendere in questo luogo, se non le macerie d'un destino tiranno. Poggio la mano al centro del tavolo, quasi posso percepire un tocco tanto caldo quanto distante su essa. Sorrido, un sorriso mesto e cauto. Sei qui, la tua presenza alleggia in questa casa come se ne fosse la reale essenza, e chi può dire che questa non sia la realtà? Vivi nel mezzo, bloccato tra le mie dita e lo strascico di una reminiscenza, mentre io m'affanno per raccoglierne i brandelli. Sei qui, ed io non so vederti, non so più sentirti. Mi sfiori e mi rincorri, ed io non faccio altro che continuare a scappare. Da te, da me, da tutto ciò che comporta il continuare a mantenerti nella mia mente. Il tuo nome non sfiora più le mie labbra da quelli che paiono eoni e il tuo respiro è inciso a sangue sulla mia carne. Arranco nell'ombra di una vita che più non mi appartiene, alla costante ricerca di qualcosa che mi porti a dire che, dannazione, sei ancora qui. Eppure ogni cosa è immobile, il mondo attorno a noi è andato avanti, non resto che io e le ceneri di un cuore che adesso giace affianco al tuo.
Nei miei sogni, posso ancora sentirti ridere.
Nei miei sogni, tu sei ancora vivo.

𝐂 𝐚 𝐫 𝐭 𝐚 𝐬 𝐭 𝐫 𝐚 𝐜 𝐜 𝐢 𝐚.Where stories live. Discover now