31|Primo giorno da guardia del corpo

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Nicholas disse qualcosa di incomprensibile e dopo due paia di passetti lenti e misurati si buttò nel letto di Isabelle e ricominciò a ronfare.

«Come non detto» commentò alzando gli occhi al cielo.

Guardò l'orologio. Aveva ancora un'ora di tempo prima che la sveglia dei suoi genitori suonasse e li svegliasse, poi avrebbe dovuto fare i conti con la questione: intruso.

Ad un certo punto Nicholas saltò in aria abbandonando le coperte e cadde rotolando sul pavimento.

«Ma sei idiota?» lo sgridò a bassa voce.
«U-un ragno. Un grosso ragno nel letto»

Isabelle si voltò verso la coperta e vide zampettare un piccolo e innocente ragnetto. Soffocò una risata.
Come poteva lui, l'impavido e spocchioso Nicholas, avere paura di un esserino minuscolo?

Prima di tutto, Isabelle, ci sono due correnti di pensiero: la prima è che tutti i ragni vicini o in casa devono bruciare, la seconda è che i ragnetti sono utili e non vanno disturbati.
Lei era più per la seconda, da come avrete notato.

Si sentì improvvisamente girare la testa. Il pavimento le sembrava ondeggiare attorno a lei e tutto diventò grigio. Riusciva a vedere il ragno in rosso, spiccava su tutto.
Alzò una mano e schioccò le dita. Il puntino rosso scomparve.

«Lo hai ucciso» disse incredulo Nicholas. «Ma come hai...?»

Isabelle rinvenne e indietreggiò confusa. Il ragazzo invece si avvicinò schifato al cadaverino dell'aracnide e lo osservò. Il suo corpicino era come un pallone da calcio sgonfio. Qualcosa al suo interno si era distrutto, ma com'era possibile?
Si voltò verso l'erede ma la vide confusa e impanicata. Le si avvicinò lentamente, portando le braccia avanti senza toccarla.
Doveva solo calmarla altrimenti, se avesse perso il controllo, lui avrebbe fatto la fine di quel povero ragnetto.

«Guardami» Le mise le mani sulle spalle, puntando il suo sguardo sugli occhi neri e spaventati della ragazza. «Una regina non trema» La sua voce era ferma e sicura. Ipnotica. «Sei o non sei l'erede del regno dei vampiri? Non lasciare che il peso della corona ti sbilanci verso pensieri o azioni che non sarebbero da Isabelle. Controllati, solo tu puoi farlo»

Poteva non essere la cosa più rassicurante del mondo, ma funzionò.

In poco tempo il suo respiro tornò regolare, ma non poté fare a meno di chiedersi cosa sarebbe successo se al posto di quel ragno ci fosse stata una persona, se ci fosse stato suo padre, sua madre, Rachel... o Nicholas.

Si guardò le mani e se le immaginò sporche del sangue dei suoi cari. Quei poteri cosa l'avrebbero resa? Che cosa significava veramente essere una regina dei vampiri?

«Ehi» la chiamò. «Smettila di pensare. Devi andare a scuola, giusto? Vai. Io ti guarderò le spalle»

Per una volta quel che usciva dalla bocca del ragazzo non era una delle sue solite frecciatine idiote.

Annuì. I suoi occhi si posarono sul suo zaino blu accasciato in un angolo, pieno zeppo di libri di scuola dall'aria pesante. Sorrise timidamente mentre se lo metteva in spalla per portarlo all'ingresso e sussurrò un sincero: «Grazie»

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«Cosa guardi?» Rachel appoggiò il mento sulla spalla di Isabelle, cercando di individuare cosa incuriosisse la sua amica.

Nicholas, incappucciato, stava facendo il giro del perimetro della scuola per la terza volta e Isabelle non aveva potuto resistere alla voglia di vederlo mentre si aggirava in quel modo così ridicolo e sospettoso.
Eppure lui era uno dei pupilli di Mr. Slave, avrebbe dovuto avere la mente più geniale di tutta la Svizzera (ovviamente dopo l'ex direttore e sua figlia), ma non sembrava affatto così.

I Grandi 7Where stories live. Discover now