Quattro Verticale - Cinque Orizzontale

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Quattro Verticale – Pena affannosa, disperazione

Il ragazzino singhiozza parole.

Tobia, dal piano di sotto, le sente spezzarsi.

E quello che sta provando non somiglia nemmeno un po' alla soddisfazione

"S-Signora!"

Nessun pentimento, solo un principio di spaesamento.

"S-Signora, p-per f-favore!"

Per quella reazione esagerata che dovrebbe farlo infuriare.

Invece di lasciarlo lì, mascella contratta e stomaco teso nella speranza che la smetta.

Di gridare.

E implorare.

E piangere.

E disperarsi.

"N-Non può!

N-Non può!"

Ma Tobia persevera, ingozza la mente ripetendole che è solo il capriccio di un moccioso.

Non è a causa sua se il ragazzino è così spaventato.

E, ha ragione

O, almeno, una parte, di ragione.

Perché l'argine si è rotto a causa di un telefono.

Di uno stupido, moderno telefono.

Lo afferra.

Lo stringe sino a causare l'involontaria illuminazione del display dove fa bella mostra di sé uno sfondo strafottente, infantile: un dito medio, forse appropriato e meritato.

Il pollice sfiora il vetro percorrendone la crepa.

Sblocco.

C'è un video, in stand-by.

Un cerchietto, un triangolo bianco al suo interno.

"P-Per F-FAVORE!"

È il disagio, a fare pressione.

Potrebbe ammetterlo, Tobia.

Potrebbe ammettere d'aver premuto play per mettere in pausa la voce al piano di sopra.

Potrebbe farlo.

Se le parole che desiderava sfumassero, non si riproducessero ora fra le sue mani.

C'è un bambino nello schermo rotto.

C'è un bambino costretto in piedi, su una sedia.

Su un tavolo.

C'è la sua voce sfibrata.

Ci sono risate grasse, dominanti.

Ci sono preghiere e risposte divertite.

"Così impari!"

"Appena lo saprà papà..."

C'è angoscia e terrore in due occhi diversi che cercano un appiglio per scendere.

In due mani piccole che cercano il bordo della sedia e sono costrette a ritrarsi.

"Provaci!"

E allora ci sono di nuovo preghiere.

"Se lo dici per bene ti facciamo scendere!"

Ed un tentativo.

"P-P... p-p..."

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