4|Drake e i suoi problemi di cuore

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Quando ormai stavano perdendo la speranza, in lontananza si rese visibile un enorme edificio scuro, con l'intonaco staccato, le finestre sbarrate e le pareti ricoperte da rampicanti.
Ma non era disabitato come si voleva pensare, altroché, era pieno di vita e di menti geniali al suo interno. 

Lo avevano trovato, quello era il nuovo laboratorio di Mr. Slave.

Si segnarono la posizione su una mappa perché i telefoni non prendevano e si avvicinarono ancora di più, facendo attenzione a non essere notati.

«Ucciderli sarà un gioco da ragazzi» disse una voce familiare.

Il suo cuore fece un balzo di gioia, ma subito dopo il suo volto si rabbuiò. Era lei, era Shirley Slave, e la sua vista gli schiacciava il cuore. 
Le sue ultime parole se le ricordava bene. Un "ti amo" sussurrato a una ragazza che non se  lo meritava. Come aveva potuto essere così ingenuo?

Si appostò dietro a una folta siepe da dove riusciva a scorgere i volti di Shirley e Nicholas.
Li vide baciarsi sotto lo sguardo disgustato di Lidia. Ora la strega e Drake avevano qualcosa in comune: una naturale repulsione per quella coppietta tossica.

Cosa poteva trovare Shirley in uno come Nicholas? Non sembrava avere nulla da offrirle eccetto i suoi baci schifosi e il suo bel fisico. 
E dei capelli ricci e castani ora non era rimasto più nulla. Biondo platino, che colore orribile, e per giunta era anche peggio con quel taglio di capelli corto e lisciato.
No, non riusciva proprio a capire cosa lei potesse trovarci in un citrullo come Nicholas. 

Osservò i due ancora per qualche secondo, poi vide il ragazzo allontanarsi e iniziare ad annusare l'aria. 

"Sapevo che eri il cagnolino degli Slave ma non pensavo tu lo fossi letteralmente" lo sfotté alzando gli occhi al cielo. 

«Nicholas, dove vai?» gli chiese Shirley. La sua voce era una pugnalata al petto.

«Shhh!» la zittì lui.

«Drake! Codice rosso! Allontaniamoci!» ordinò guardiano 1.

Ma il ragazzo si era perso nei suoi pensieri rancorosi. Desiderava saltare fuori, pestare a sangue Nicholas e mostrarsi a Shirley cosicché lei potesse pentirsi di ciò che gli aveva fatto. 
Era per colpa sua e di suo padre che lui aveva perso tutto ciò che amava. Se non fosse mai stato portato all'Accademia, forse avrebbe potuto rimanere assieme a sua nonna fino al suo ultimo giorno, o forse lei non sarebbe nemmeno morta. 

Venne afferrato da dietro e spinto dentro la foresta. «Corri, amico! O vuoi che ci scoprano?»

Accortosi del pericolo, abbandonò il suo desiderio di vendetta e iniziò a correre senza mai voltarsi indietro.

Arrivati abbastanza lontani, misero le mani su un albero marchiato e pronunciarono una parola che Drake non riuscì a sentire tanto il suo cuore batteva forte. 
Il terreno si sfaldò sotto i loro piedi e li inghiottì tutti, regalando loro una fuga semplice e pulita.

La prima cosa che fecero fu andare da Gregorio e riferirgli tutto quello che avevano trovato. 
Mentre mostravano al mago le foto scattate, una penna scriveva da sola tutto quello che i ragazzi dicevano. 
Finite le spiegazioni, il piccolo cilindro di plastica e metallo aveva scritto ormai tre pagine.

«Non vi chiederò di entrare nel suo laboratorio, siete ancora troppo piccoli e inesperti per una missione del genere» disse Gregorio massaggiandosi la barba d'argento perfettamente curata. «Ma Slave deve essere tenuto d''occhio. Ciò che sta facendo è preoccupante e se verrà scoperto da altre persone, temo per la sicurezza di tutto il Mondo Nascosto»

«Ciò che fa è davvero così terribile?» chiese un guardiano preoccupato.

«Più di quanto pensi, ragazzo»

«Mr. Slave è spietato» commentò Drake. «Non si ferma davanti a niente e nessuno quando si tratta dei suoi esperimenti. Io lo so, ho provato sulla mia pelle cosa si provi ad essere una sua cavia da laboratorio» Alzò lo sguardo, incontrando quello di Gregorio. «Non permetterò che lui faccia del male ad altre persone. Lo fermerò, fosse l'ultima cosa che faccio»

«Apprezzo il tuo coraggio» disse il mago con tono gentile. «Ma prima di agire bisogna pensare e valutare ogni cosa. Se puoi evitare di morire è meglio. La vita è un dono, tu dovresti saperlo più di tutti. Avere una seconda possibilità non è cosa da poco» Sorrise ad un suo ricordo. «Ho conosciuto un tempo una persona a cui era stata data una seconda possibilità. Stava lottando per non sprecarla, purtroppo i suoi sforzi non l'hanno ricompensata. Ma tu, Drake, tu non sei come lei e hai il dono della scelta. Quindi scegli saggiamente le tue prossime mosse e non buttarti in mezzo al pericolo se sai di non potercela fare» Gli scompigliò i capelli. «Ci tengo molto a te, giovane Drake»

La stanza diventò silenziosa. Tutto ciò che c'era da dire era stato detto.

«Ora andate a riposarvi» disse Gregorio. «E grazie ancora per aver preso parte a questa missione. Io e il Mondo Nascosto ve ne siamo grati»

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Drake fu l'unico che entrò nel dormitorio. Gli altri avevano preferito andare a mangiare qualcosa di caldo per riscaldarsi dopo quella missione al freddo. 
Forse avrebbe dovuto mangiare qualcosa anche lui, ma dopo tutto ciò che aveva visto gli era passato l'appetito. 

Quando chiudeva gli occhi rivedeva la scena del bacio tra Shirley e Nicholas. 
Cosa stava provando? Gelosia? Per la ragazza che gli aveva spezzato il cuore e lo aveva ucciso?
No, doveva smetterla, doveva riprendere in mano la sua vita e andare oltre. 

I sentimenti per Shirley appartenevano al vecchio Drake, non a quello nuovo. Lui non si sarebbe più fatto ingannare dai suoi bellissimi occhi di ghiaccio e dai suoi morbidi capelli scuri come la notte più buia.

Lui era vivo, più vivo che mai, e di questo doveva preoccuparsi: mantenersi vivo, proprio come gli aveva detto Gregorio. 

Chiuse gli occhi per qualche secondo e rivide alcuni momenti felici. 
Sua nonna, ancora in vita, che gli metteva una grande fetta di torta alle mele sul piatto e lo accarezzava dolcemente chiedendosi come potesse qualcuno abbandonare un bambino così tenero.

E poi sentì il lieve tocco delle labbra di Shirley sulle sue, capace di far viaggiare la sua mente attraverso mille mondi per poi ricadere di nuovo a terra in modo da ammirare la ragazza che amava con tutto il suo cuore. 

E il suo cuore si illuminò, letteralmente. 
Sul petto, dove quell'essere mistico gli aveva tracciato un marchio a forma di foglia, lui stava brillando. 

Poi la luce si spense all'improvviso e si spostò sui palmi delle mani. Stupidamente li rivolse verso la sua faccia per guardarli, ma si accecò.

«Aaaaahhh!! I miei occhi!» urlò sbattendo contro il suo comodino. «Che mi sta succedendo?»

Quando lasciò andare i pensieri che gli avevano occupato la mente fino a poco prima, la luce si spense. Che fosse alimentata da quelli?

«Devo andare da Gregorio» si disse. «Ho bisogno di capire cosa mi sta succedendo»

I Grandi 7Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt