21. Kathleen Lorelaine

Magsimula sa umpisa
                                    

Ma più dell'immagine quasi spettrale della casa, a farmi rimanere di sasso è la figura stessa di Kathleen Lorelaine... Probabilmente in televisione la sua stanchezza e il suo dolore non bucavano così tanto bene lo schermo, perché adesso, dal vivo, posso davvero notare la condizione fisica e psicologica in cui sta riversando: il volto smunto, privo di colore e di espressione, inizia a essere solcato da rughe profonde. Le occhiaie sono quasi nere e in pochi secondi sbatte le palpebre un numero di volte compatibile con quello di un tic nervoso. Le dita delle mani si muovono a scatti, così come anche ogni parte del suo corpo. Sembra di continuo sull'attenti, sussultando persino per ogni respiro fatto in modo più rumoroso. Anche i capelli sono una matassa di ciocche rosse sfibrate e spente, raccolte in una crocchia disordinata e veloce.

Kathleen Lorelaine è il ritratto di una donna che sta cadendo a pezzi per la paura e per la sofferenza. Ma non so quale delle due stia avendo la meglio su di lei.

Mi guardo ancora una volta attorno, sconvolto dal caos spaventoso che regna sovrano nel salotto, oltre all'odore di marcio che proviene dalla cucina.

Nolan strizza gli occhi e prova a cancellare dal viso una smorfia disgustata.

«Signora Lorelaine... Lei sta bene?» Domanda Madison impacciata. Anche lei non può fare a meno di guardarsi attorno con fare preoccupato.

«Sedetevi, sedetevi! Posso offrirvi qualcosa? Posso fare del tè... Ho anche dei cioccolatini, se volete. Non posso non darvi nulla da mangiare. Sarebbe così scortese. Mia madre lo diceva sempre...»

«Non possiamo accettare nulla in orario di lavoro, signora», le risponde con pacatezza Madison. «Però ci siederemo. E dovrebbe farlo anche lei. Sembra davvero agitata.»

«Kathleen... Signora Lorelaine volevo dire, cos'è successo in casa?» Mi lascio sfuggire senza riuscire a trattenermi. La mia domanda è talmente priva di tatto che l'agente mi lancia un'occhiataccia.

Kathleen si siede sulla poltrona del salotto, calpestando una lattina di birra vuota, e mi guarda sorridendo come se avessi parlato in un'altra lingua. «In che senso, ragazzo?»

«La casa. È un po' in... soqquadro

«Oh, a quello ti riferisci...» Lei ride ad alta voce, così forte che spaventa tutti quanti. È una risata decisamente priva di controllo. «Be', non ho avuto tempo di fare le pulizie. Sai, con tutte le cose che ho dovuto fare... La vita è andata avanti anche per me, anche se sono una donna single di mezza età. Avrò tempo di rimettere a posto. Ma non ora. Adesso ho ben altre cose a cui pensare. Cose più grandi», dice, spalancando gli occhi quasi spiritati.

Nolan, seduto in mezzo a me e Madison sul divano impolverato, deglutisce e continua a guardarsi attorno preoccupato. È come se ci trovassimo all'improvviso dentro a una location di un film horror dal budget economico e Kathleen Lorelaine fosse la padrona di casa fuori di testa.

Madison tira fuori dalla borsetta un taccuino striminzito e una biro nera e se li appoggia sulle gambe. Anche il suo sguardo emana una certa sensazione di disagio. «Kathleen, avremmo il piacere di farle qualche domanda in più sul suo agguato... Chiaramente è libera di rispondere a quello che vuole, ma sappia che più ci dirà e più ci aiuterà a costruire un quadro dettagliato. Inoltre, se avesse bisogno di un aiuto... ecco, di qualsiasi genere», aggiunge, spostando per un attimo gli occhi con fare critico nell'ambiente circostante, «può sempre contare sui servizi sociali della città.»

«Oh, cara, ma io ho tutto sotto controllo. Tutto sotto controllo. Tutto.»

«È evidente», replica Nolan, fissandola spaventato.

Gli tiro una gomitata sul costato e lui soffoca un gemito in silenzio.

«Chi l'ha attaccata stamattina, fuori casa, signora? Può dirci qualcosa di più di quanto detto alla televisione?» Le domanda Madison. La penna è stretta attorno alle dita e la fissa con occhi attenti.

Hybrid - Legami SpezzatiTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon