Litigi

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Zulema's pov
Passano vari giorni, e io sono irrequieta. Ci siamo trasferite in un'altra città di montagna, ma non mi sento ancora tranquilla. Dovunque andiamo, mi sento osservata, come se ci fosse sempre una presenza fissa che scruta ogni movimento che faccio. Anche Fatima si è accorta che sono tesa, ma io non le dico niente. Non voglio farla preoccupare ulteriormente, dato che abbiamo già parecchi problemi. Incomincia a esserci scomodo il camper, è piccolo ed entrambe vorremmo più spazio per noi, e sto escogitando dei piani una volta arrivate negli Stati Uniti. Penso a tutto questo quando la porta del camper si apre e appare Fatima, che rientra.
:"si gela fuori." Mi dice battendo i denti, e ineffetti appena aperta la porta una fitta aria invernale è entrata eliminando il calore del camper. È inizio dicembre, e tra poco è Natale. Ancora non mi pare vero che è il primo Natale che passiamo assieme, e non potrei essere più felice. In serata scoppia un temporale violento, e la pioggia cade fitta. Mi avvicino alla finestra e non riesco a scorgere nulla se non un buio pesto, e sto per andarmene quando scorgo due ombre vicino a un albero. Cerco di guardare meglio, ma non si vede nulla. "Calma, è solo paranoia." Mi dico tra me e me, e chiudo le tende velocemente. Un po' di giorni fa ho tirato fuori dal mio armadio il set di pistole e fucili e li ho caricati tutti, e mi sono sentita subito più tranquilla. Se vorranno la guerra, gliela darò.
Il mattino seguente io e Fatima andiamo in giro per la città, e ci diviamo perché lei si deve comprare dei vestiti nuovi e io devo fare scorta di sigarette. Appena esco dalla tabaccheria la vedo sul marciapiede di fronte a parlare con un uomo all'incirca della mia età. Subito incomincia a salirmi l'ansia, e mi domando chi possa essere. È un uomo elegante, con indosso un cappotto nero e sotto giacca e cravatta. Vedo che ridono, e lui le tocca un braccio, con disinvoltura. L'ansia lascia il posto alla rabbia e sto per avvicinarmi quando si salutano e Fatima si gira e vedendomi mi viene incontro.
:"chi era quell'uomo?" Le domando appena mi è di fronte. Il suo volto è illuminato dalla luce del sole e i suoi occhi verdi luccicano appena mi guarda.
:"è il proprietario del Moma's club, una discoteca che si trova all'inizio di quella strada. Mi ha detto che può offrirmi un lavoretto per 5 sere, dopodiché chiudono per le vacanze natalizie. Prenderei 200 euro a notte." Mi bombarda di informazioni e a me gira la testa. Come ha fatto a conoscerla? E sopratutto perché proprio a lei?
:"che tipo di lavoro è? E come fai a conoscerlo?"
:"mi ha fermata per strada prima, dicendomi che ho un bellissimo viso e soprattutto... un bellissimo corpo." Mi guarda aspettando una mia reazione, e io rimango immobile, senza fare e dire niente. Ora capisco che tipo di lavoretto vorrebbe farle fare, e mi viene la nausea solo a pensarci.
:"non ci pensare neanche." La supero e mi incammino a passo spedito verso il camper, con la rabbia che cresce a ogni passo.

Fatima's pov
:"Ei, ciao." Una voce profonda mi fa girare e mi ritrovo di fronte a me un uomo di bell'aspetto, di circa 50 anni. È vestito bene e l'acqua di colonia arriva alle mie narici.  Sono appena uscita da un negozio di vestiti per acquistarne uno, quando lui mi ha fermata.
:"ehm... ciao?" Non l'ho mai visto prima, e non capisco perché mi abbia fermata.
:"ti stavo notando da un po' e devo dire che sei proprio carina. Quanti anni hai?" C'è qualcosa nella sua voce che mi attrae, ma dall'altra parte mi intimorisce.
:"16" rispondo, e subito mi pento. Perché gli ho detto la mia vera età? Dovevo mentire, penso. I suoi occhi indugiano sul mio viso per poi scivolare lungo il mio corpo, e a me fa uno strano effetto. Di solito odio chi mi guarda così, ma con lui è diverso, è come se ti mettesse a tuo agio, anche se in modo inquietante.
:"bene... molto bene. Io sono Lucas, e sono il proprietario di quella discoteca laggiù." E mi indica un locale abbastanza grande un po' distante da noi. Non capisco ancora quale sia il suo scopo, e lo guardo aspettando che vada avanti.
:"come già detto, sei una ragazza molto carina, e potresti esserci d'aiuto la sera. Sai, con un bel corpo come il tuo potremo fare un bel po' di soldi, e ovviamente avrai la tua ricompensa." Rimango senza parole per un po', cercando di capire le sue parole. Cosa vuole di preciso? Lui sembra avermi letto nella mente e sorride.
:"stai tranquilla, non è niente di pericoloso, basta solo che per 5 sere, fino alla chiusura del locale, flirti un po' con gli uomini che vengono e magari fargli anche un po' di... compagnia." Non so cosa pensare, ma poi mi viene in mente una cosa: sono 200 euro per 5 sere, in totale 1000 euro. Io e mia madre abbiamo un bisogno disperato di soldi, e con 1000 euro potremo stare apposto per un po'. Senza pensarci su, accetto, e lui mi sorride, toccandomi un braccio. Non so se essere elettrizzata o schifata da questa cosa, so solo che mia madre non la prenderà bene.
Appena arrivo al camper la trovo fuori a fumare una sigaretta ed è seduta su uno sdraio. Mi piazzo di fronte a lei con le braccia incrociate al petto e la guardo, ma lei ha la testa girata dall'altra parte, ignorandomi.
:"possiamo parlare per favore?" Mi siedo vicino a lei sulla sdraio e il fumo mi arriva in faccia, facendomi tossire.
:"no, non parleremo perché non c'è niente di cui parlare." Mi guarda e il suo volto è impassibile, ma i suoi occhi hanno tante emozioni diverse.
:"ascoltami, sono 1000 euro, quando ci ricapita una cosa così? Noi abbiamo bisogno di soldi e..." mi prende un braccio e avvicina il suo viso al mio, e siamo così vicine che riesco a sentire il suo profumo.
:"Fatima, io non lascerò che tu venda il tuo corpo per dei stupidi soldi. Lo so che sei intelligente e che non lo faresti mai, ma dato che ora viviamo in queste condizioni, credi che qualunque cosa che farai anche solo per raggruppare qualche soldo in più ci aiuterà, ma non è così. Tu non puoi essere il mezzo per farci avere quei soldi, assolutamente no" Mi parla come se fossi una bambina, e d'un tratto la rabbia prende il sopravvento. Come osa dirmi tutte queste cose quando è stata assente per metà della mia vita e non sa assolutamente niente di me?
:"non mi interessa un tuo parere, è la mia vita e decido io. Quei soldi servono, in un modo o nell'altro, e se mi è stata data questa occasione, la sfrutteró, che tu lo voglia o no." Rimane in silenzio e nei suoi occhi vi sono lampi d'ira.
:"Sei una ragazzina, hai solo 16 anni, non ti permetterò di fare una cosa del genere." La sua voce si alza e non l'ho mai vista così arrabbiata con me prima d'ora.
:"e tu chi sei per dirmi quello che devo e non devo fare? Ah, giusto, mia madre, peccato che non ci sei stata per 16 anni, quindi non hai il diritto di prendere delle decisioni che spettano a me." Sputo le parole come se fossero veleno, e un silenzio teso cala tra noi. Ho toccato un tasto dolente, perché nei suoi occhi si legge il dolore e il suo viso è una maschera di cera.
:"bene, allora vai, ma non tornare da me piangendo." Ci guardiamo per un attimo e vorrei rimanere con lei e scordarmi di questa storia, ma l'orgoglio prende la meglio e mi alzo, senza guardarmi indietro.

Zulema's pov
Le sue parole mi fanno male, mi causano un dolore terribile, perché so che è la cruda verità, che purtroppo non ci sono stata nella sua vita, che non l'ho protetta dagli orrori che ha visto, che non ho nessun diritto di dirle quello che deve fare. Se ne va, e io dovrei correre a fermarla, dirle che quello che sta facendo è una pazzia, che non si affrontano così le cose, ma rimango seduta, troppo delusa e arrabbiata con lei. "Vuole andare in quel posto pieno di uomini che la trattano come un animale da macello? Bene, è liberissimo di fare quello che vuole, a me non interessa." Penso, e so benissimo che sto mentendo a me stessa, perché lei è l'unica cosa di cui mi importa veramente e se qualcuno le dovesse fare del male se la dovranno vedere con me. Sento che il cuore mi batte all'impazzata e devo fare dei sospiri profondi per calmarmi. Non abbiamo mai avuto un litigio così violento prima d'ora e sentirle dire quelle parole equivale a un pugno nello stomaco, capisco che porta ancora rancore, anche se ci siamo riavvicinate e abbiamo ricostruito un rapporto bellissimo. "Basta, è voluta andare, ora si accorgerà dello sbaglio che ha fatto." Penso rientrando nel camper. La sera è calata e dei lampi in lontananza squarciano il cielo, facendomi sussultare. Per non pensare continuamente a lei, incomincio a mettere a posto il disordine del camper, ma ogni volta che prendo un suo vestito o una sua cosa la mente mi riporta immediatamente a lei, e mi chiedo cosa stia facendo, se qualche uomo la stia toccando o anche... "Dovresti andare da lei, quale madre lascerebbe la figlia in un posto del genere?" Ecco la vocina che riemerge. "No, non andrò da lei, non ha bisogno di me, ora impara cosa significa fare di testa sua." Mi dico decisa, e continuo a mettere in ordine in modo meccanico, cercando di togliermi la sua immagine dalla mente.
Sono le 2 di notte, fuori fa il diluvio e io sto camminando ossessivamente avanti e indietro per il camper. Ho provato a non pensarci, a stare tranquilla e a dirmi che non può succederle nulla, ma so che non è affatto così, che sta in mezzo a dei maiali che possono farle del male, e scenari terribili si presentano nella mia testa. Ad un tratto mi fermo. "Cosa ci faccio ancora qui? La devo portare immediatamente via da lì, è mia figlia,cazzo." Con questo pensiero mi precipito fuori dal camper, diretta in discoteca.

Fatima's pov
La musica è alta e mi stordisce. Sono già al 3° bicchiere di brandy, e mi sento su di giri. Appena arrivata, Lucas mi ha abbracciata (un po' troppo strettamente) e mi ha fatto vedere il posto. Ho conosciuto Rebeca, una ragazza della mia stessa età che fa questo lavoro da 2 anni ormai, e mi ha spiegato un po' come funziona: appena arriva un cliente, o io o lei andiamo in una stanzetta al piano di sopra e facciamo quello che dobbiamo fare, per poi riaccompagnarlo giù, e così via. Mi vengono i brividi, è una cosa assolutamente schifosa, ed è orribile che tante donne debbano abbassarsi a questi livelli solo per soldi, ma cerco di non pensarci, e di non pensare a mia madre.
Mi ha prestato lei il vestito da mettere, e indosso un top nero luccicoso con le maniche lunghe e una minigonna stretta dello stesso colore, e vestita così mi sento a disagio.
:"ti vedo nervosa, vuoi bere qualcosa per rilassarti?" Mi chiede Rebeca. È da subito stata gentile con me, e gliene sono grata. Non so cosa avrei fatto se fossi stata completamente sola.
:"magari, ne ho bisogno." Ed eccomi, a bere per sciogliere la tensione e per non pensare a cosa sto facendo. Ci sono molti ragazzi della mia età che ballano e si divertono, non immaginando l'orrore che succede ai piani di sopra. D'un tratto mi sento sussurrare all'orecchio.
:"è venuto un mio caro amico, vuole conoscerti." Finisco di bere e facendomi coraggio seguo Lucas, che mi presenta un uomo di mezza età. Mi viene la nausea, ma sorrido e lo bacio sulle guance. Mi mette un braccio sul fondoschiena e io gli prendo la mano umidiccia, portandolo nella stanzetta. "Cosa sto facendo? Sono una stupida" mi ripeto in continuazione, e vorrei scappare e correre nel camper, tra le braccia di mia madre, ma ormai sono qui, e non posso tornare indietro. Appena entrati, l'uomo mi si butta addosso e incomincia a spogliarsi, rimanendo in mutande. Cerco di guardare altrove, mentre lui mi mette una mano sotto la gonna. D'improvviso un ricordo d'infanzia si fa vivo nella mia mente: il mio padre affidatario di allora ogni sera tornava a casa ubriaco e mi toccava, proprio come fa questo uomo. Il panico mi sale e cerco di scappare, ma mi ha sbattuto al muro e mi tiene i polsi fortemente, mentre mi bacia il collo.
:"piccolina, dove vai? Stai qui con me." Non riesco a muovermi, il suo corpo è appiccicato al mio e mi sento debole. D'improvviso si ferma e, non so come, cade a terra. Alzo lo sguardo e vedo mia madre ai suoi piedi, con una lampada in mano. L'uomo ha perso i sensi per la botta e sta per terra.
:"avvicinati ancora a lei, e ti uccido." Gli dice, e alla fine corre da me, abbracciandomi. Poso la testa sul suo petto e dei singhiozzi trattenuti escono dalla mia gola. Lei mi tiene stretta a sé e mi accarezza la testa. È completamente bagnata, e solo ora mi accorgo del temporale che è scoppiato fuori. Rimaniamo così per un po', tutte e due completamente in silenzio.
:"scusa." Le sussurro, e a queste parole mi stringe ancora di più a sé, facendomi sentire al sicuro.

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La mia dolce metà Where stories live. Discover now