In viaggio

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Zulema's pov
Non ho chiuso occhio per tutta la notte. Mi giravo e rigiravo nel letto, pensando continuamente a mia figlia che dormiva affianco alla mia camera. A un certo punto mi sono anche alzata e sono andata nella stanzetta, a osservarla. Dormiva beatamente, supina su un fianco, con le ginocchia al petto, e un moto di tenerezza mi ha invaso il cuore. I ricordi sono affiorati nella mia mente; quando andavo a trovarla nella casa famiglia, e rimanevo anche durante la notte, mi sdraiavo vicino a lei e per farla addormentare le cantavo una ninna nanna araba. Rimanevo con lei quando d'un tratto si risvegliava da uno dei suoi continui incubi, e la cullavo fino a farla riaddormentare. Quelli sono stati i momenti più belli della mia vita, e spero di riviverli un'altra volta.
Alle 7 mi alzo e mi dirigo nel cucinino. Fatima sta già facendo colazione con caffè e biscotti e ha in mano un cellulare. È già vestita, con indosso un maglione nero e pantaloncini di jeans dello stesso colore
:"ciao!" Mi dice sorridendo. La sua allegria di prima mattina migliora la mia giornata
:"ehi" mi verso il caffè nella tazza e mi siedo davanti a lei. Mi fa strano mangiare con qualcuno, sono sempre stata sola in questi anni, a parte in carcere, dove avevo Saray. Mi guarda come se stesse aspettando che dica qualcosa, e incomincio a spiegarle il mio piano
:"allora, ascoltami bene. Come già detto ieri, sono ricercata dalla polizia di tutta la Spagna e per giunta, ci sono varie persone che hanno debiti con me e anche loro in questo momento mi staranno cercando. Dobbiamo andarcene da qui, oggi" evito di dirle che queste persone sono in realtà i capi-boss della mafia messicana e colombiana, i quali non vedevano l'ora che uscissi dal carcere per ammazzarmi.
:"wow, che vita movimentata... beh, mi dispiace per questa tua situazione,ma devo venire per forza con te, non posso ritornare in quel posto di merda" mi dice convinta, e sto per ribattere quando il suo cellulare squilla e compare il viso di una donna più o meno della mia età.

Fatima's pov
Oggi stranamente mi sono svegliata di buon umore, cosa che non capita quasi mai. Forse perché finalmente sto di nuovo con mia madre, ho desiderato per tanto tempo svegliarmi la mattina e sapere che lei c'è.
:"wow, che vita movimentata....beh, mi dispiace per questa tua situazione, ma devo venire per forza con te, non posso ritornare in quel posto di merda" affermo in tono deciso quando mi spiega il suo piano. Mai e poi mai ritornerò in quell'inferno di posto. Sta per dirmi qualcosa quando il mio cellulare squilla e il viso di Miriam compare sullo schermo.
:"chi è?" Mi domanda, con un tono di voce strano
:"la mia madre affidataria, che sarebbe anche la mia assistente sociale" la vedo incupirsi, e nei suoi occhi vi è un'ombra.
"Rispondi allora, sarà preoccupata" dice con voce fredda, alzandosi. Nel suo tono scorgo una punta di ironia. Avrò detto qualcosa di male?
:"non posso rispondere, se le dicessi che sto con te chiamerebbe subito la polizia" non risponde, sta con le mani appoggiate al lavabo e mi da le spalle. Mi alzo e mi avvicino a lei, mettendole una mano sulla spalla
:"ho detto qualcosa che non va?"
:"no" scrolla la mia mano bruscamente e se ne va, diretta in camera sua.

Zulema's pov
Sono stata brusca,lo ammetto. Non se lo merita, è sempre così gentile e dolce con me, e io invece continuo a rinchiudermi dentro il mio guscio, senza far entrare nessuno. Appena mi ha detto che quella donna era la sua madre affidataria, non ci ho visto più. Sono alquanto patetica e ridicola; che mi aspettavo, che in 16 anni di vita nessuno si affezionasse a lei? Ma il solo pensiero che un'altra donna si sia presa cura di lei sostituendomi, mi fa uscire di testa. Sono stata assente nella sua vita, non so assolutamente niente di lei, non so qual è il suo colore preferito, se ha mai avuto una cotta per qualcuno, qual è il suo cantante preferito ecc... e non lo posso accettare. Esco dalla mia camera e l'odore familiare di una sigaretta mi pervade le narici. Esco dal camper e la trovo seduta su una sdraio, con una sigaretta in mano.
:"da quanto fumi?" Mi appoggio sul bracciolo dello sdraio,le prendo la sigaretta e la butto lontana nell'erba
:"perché, ti interessa veramente saperlo?" Mi guarda negli occhi con aria di sfida, cosa che faceva anche da piccola.
:"si, mi interessa saperlo, perché nuoce alla tua salute"
Sbuffa e fa un sorriso ironico.
"Mi dispiace per prima, non ce l'avevo con te"
"Non preoccuparti, posso capire" il suo tono è piatto, lasciandosi dietro l'allegria di prima.
"L'ho ferita" penso, e mi sento in colpa, ma ora non posso lasciarmi andare alle emozioni, devo rimanere lucida
:"dobbiamo partire, andremo al Nord, e da lì io partirò per gli Stati Uniti, e tu andrai dove vorrai"
Il suo sguardo si indurisce
:"parti senza di me?"
:"ho un solo biglietto, come potevo saperlo se sei capitata qui di punto in bianco?"
Ci guardiamo per un attimo,e nei suoi occhi c'è un caos di emozioni.
:"ne parleremo poi, ora dobbiamo metterci in viaggio".

Fatima's pov
Stiamo in viaggio da più di 2 ore, e durante questo tempo parliamo. Le racconto la mia infanzia, tralasciando i momenti dolorosi, e molte cose di me. Lei mi ascolta attenta, e quando arrivo a parlarle di Miriam, vedo che si rattrista. Miriam è stata l'unica madre affidataria con cui mi sono trovata bene, mi ha preso in affidamento quando avevo 6 anni e da lì non mi ha più lasciato. Non ha figli, e riversa il suo amore materno su di me. È sempre stata come una madre per me, ma ora che ritrovato la mia VERA madre niente potrà più sostituirla. Anche lei mi parla un po' di sé, ma le devo cavare io le informazioni dalla bocca, perché racconta poco e niente.
:"perché sei finita in carcere?" Ci siamo fermate in un parcheggio di un autogrill e siamo scese, io per sgranchirmi le gambe, lei per fumare
:"perché ho ucciso l'uomo che ti ha portata via da me" risponde con gli occhi fissi davanti a sé. Rimango senza parole per un po', non so cosa dire.
:"veramente?" Dico con voce tremolante, mi viene da piangere e non so nemmeno il perché
:"si. Qualunque madre l'avrebbe fatto"
Mi guarda e per la prima volta la sento vicina a me, ho il desiderio di tuffarmi tra le sue braccia, ma resto ferma dove sono, perché ho paura che non gradirebbe.
Arriviamo a Bilbao in serata, e decidiamo di passare in un supermarket per comprare le cose indispensabili. Prima di entrare mi copro con un cappuccio e indosso degli occhiali da sole, stessa cosa fa mia madre, per non essere riconosciute. Indossiamo tutte e due jeans e felpe nere, ma è sempre meglio passare inosservate. Mentre stiamo in fila alla cassa per il nostro turno, l'uomo di fronte a noi continua a squadrarmi dalla testa ai piedi, e comincio a sentirmi a disagio. Mi giro verso mia madre e vedo che lo sta guardando, anche lei se n'è accorta. D'un tratto mi mette il braccio intorno alle spalle con fare protettivo e io mi sento immediatamente più sicura. L'uomo si rigira confuso e tra me e me sorrido.

Zulema's pov
Quell'uomo non mi piace per niente. Il suo sguardo viscido e sporco scivola lungo il corpo di mia figlia,e io sto per spazientirmi. La circondo con un braccio e la stringo a me, fissando l'uomo che si rigira in silenzio. Una volta fuori, saliamo sul camper e posiamo tutta la roba
:"ei, grazie per prima.." mi dice timidamente Fatima
:"figurati, era il minimo che potessi fare,con un porco del genere" in realtà, sono stata felice di averla in qualche modo aiutata. Ho capito fin da subito che non le piacciono gli sguardi che la gente le lancia e i contatti fisici, e spero che si apra con me prima o poi, raccontandomi le sue esperienze, anche se non sono pronta nemmeno io, perché sapere che tua figlia ha sofferto dio solo sa che cosa ti causa il doppio del male.
:"ci fermeremo qui per qualche giorno, poi ripartiamo. Possiamo uscire e visitare la città, ma sempre con cautela, non dando nell'occhio."
:"ottimo! Ho sempre voluto visitare una città insieme te" i suoi occhi sono speranzosi e la sua faccia è luminosa. Mi fa tenerezza vederla così, sembra una bambina
:"lei non sa quanto puoi essere cattiva" la vocina riemerge nella mia testa e io la scaccio via
:"scusa, sono molto stanca, vado un po' fuori a riposarmi" le dico senza guardarla negli occhi. Esco e mi accendo una sigaretta
:"basta, lei adesso sta qui con me, stiamo cercando di creare un rapporto" penso
:"si, ma prima o poi se ne andrà, ti lascerà sola, come hanno fatto tutti nella tua vita" scuoto la testa e prendo un'altra boccata di fumo. Non voglio pensarci ora, non voglio credere che si possa avverare. Diventerò una persona migliore, perché lei ha bisogno di me, come io ho bisogno di lei
:"posso stare qui con te?" La sua voce mi riporta alla realtà
:"si, certo" le dico, e lei si siede sui gradini del camper accanto a me. La sua presenza in qualche modo mi rassicura, mi fa sentire a casa, anche se una vera casa non l'ho mai avuta, ma con lei è tutto più bello, tutto più semplice. La sua mano scivola nella mia, e io rimango paralizzata. È il primo vero contatto fisico che abbiamo e non so cosa fare. Mi giro verso di lei e vedo che ha lo sguardo puntato dritto davanti a sé, evitando di guardarmi. Ma la sua mano è calda nella mia, e io la stringo, sentendomi in pace con me stessa.

-Spazio autore-
Ciao a tutti! Spero che questa storia vi stia piacendo, se è così fatemelo sapere con un commento o con una stellina. Grazie :)

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