save her

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Erano passati tre giorni, ogni giorno era peggio dell'altro, ogni giorno le scosse erano più forti. Qualche volta aveva ceduto e aveva gridato. Non dormiva da quando l'avevano rapita e approfittava di tutti i momenti in cui Russel era assente o dormiva per piangere per Bellamy. Le mancava da morire e il dolore la stava uccidendo, non aveva potuto nemmeno dirgli addio, vedere il suo corpo. Quella mattina Russel si sveglio con uno strano sorriso sul volto, un sorriso malvagio che spavento Clarke.
"Oggi è il grande giorno Griffin, il livello rosso"
Il livello rosso, le aveva spiegato una volta, era il più potente di tutti i livelli dei collari, erano pochissime le persone che vi sopravvivevano.
La paura le attraversò tutto il corpo. Russel le si avvicinò e strinse i polsi così forte da farli quasi sanguinare. "Spero tu sia pronta vediamo la grande Wanheda sopravviverà anche a questo". Clarke fece un profondo respiro e prima di poter anche solo pensare a quello che stava per succedere, un dolore atroce la colpí, qualcosa di mai provato prima, iniziò a tremare, e ad urlare. Urlare con tutta la voce che possedeva nella speranza che magari sarebbe finito tutto, o che almeno Russel si sarebbe fermato.

Erano tre giorni che camminavano, ogni giorno la paura aumentava, paura di non trovarla o peggio che fosse troppo tardi. Bellamy piangeva di continuo. Nessuno di loro però pensava di arrendersi. Avevano perlustrato ogni luogo in ogni dettaglio in cerca di botole o bunker. Ne avevano trovati e perlustrati questo aveva rallentato la loro ricerca. Stavano per fermarsi per la pausa quotidiana in cui esaminavano la mappa datagli dagli abitanti di sanctum per controllare la parte di territorio già perlustrata, quando sentirono un rumore assordante, o meglio un urlo. Tutti di guardarono spaventati, non erano sicuri. Tutti a eccezione di Bellamy, lui avrebbe riconosciuto la sua voce fra milioni nonostante la distanza e il dolore che rendeva così straziante quel suono. Iniziarono a correre. Arrivarono ad una grotta, le urla erano ancora più forti, fin quando cessarono all'improvviso. Tutti ebbero paura di aver fatto tardi ma entrando nella grotta restarono pietrificati. Russel in piedi con un telecomando fra le mani ed un agghiacciante ghigno sul volto. E di fronte a lui una clarke legata, la fronte imbrattata di sudore, la pelle di un bianco terrificante, i polsi quasi viola per la fune che li stringeva, e al collo uno dei collari, la scossa doveva essere stata così forte da farle sanguinare il collo poiché ora il bordo della maglietta una volta bianca era completamente nero. Il suo respiro era quasi impercettibile e gli occhi quasi del tutto chiusi.
Clarke nonostante il dolore non voleva arrendersi, eppure ad un certo punto udì la voce di Bellamy pronunciare il suo nome, credeva di essersela immaginata, pensò che forse quello era il momento, che stava per morire, e così perse i sensi.
Bellamy corse da lei in preda ad una paura incontrollabile, non riusciva a pensare di poterla perdere, di aver fatto tardi. Le sue mani tremarono al contatto con la sua pelle gelata, le appoggiò sul collo bollente a causa delle scosse, il sangue non smetteva di scorrere e in pochi secondi Bellamy ne era ricoperto. Jackson arrivò da loro insieme a Raven cercando in qualche modo di eliminare il collare.
Intanto Murphy e gli altri cercarono di colpire Russel, Echo lo colpì ad una gamba ma riuscì ugualmente a scappare. Volevano correre dietro di lui. Ma la voce di Raven gli impedì di farlo: "no ora no abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile per salvarle la vita poi troveremo Russel e lo uccideremo". Quelle parole stupirono tutti, Raven non tentava mai di uccidere qualcuno. Dopo vari tentativi riuscirono a togliere il collare a clarke e riuscirono a bendarla con ciò che avevano. Dovevano riportarla a Sanctum al più presto o sarebbe morta. Bellamy la prese in braccio, la strinse forte a sé sussurrando al suo orecchio:
"So che mi senti príncipessa, non puoi arrenderti non ti lascerò morire!"
Il viso di lei sembrò quasi rilassarsi. Bellamy sorrise a quella reazione nonostante tutto anche inconsciamente la sua presenza le faceva bene.
Camminarono l'intera notte fermandosi raramente per cambiare le bende di Clarke. Bellamy non la lasciò andare nemmeno un secondo, il suo respiro era diventato sempre più lento e lui aveva troppa paura per lasciarla. Arrivarono a Sanctum e si precipitarono in infermeria. Jackson riuscì a salvarle la vita stabilendo che per fortuna la scossa non aveva rotto la vena principale. Bellamy passò la notte tenendole la mano addormentandosi al suo fianco non aveva intenzione di lasciarla.

~𝘼𝙡𝙬𝙖𝙮𝙨 𝙗𝙮 𝙮𝙤𝙪𝙧 𝙨𝙞𝙙𝙚~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora