Capitolo 43

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Canzone consigliata: This is it by Michael Jackson

È passato un po' di tempo da quell'incidente. Ora sono ufficialmente entrata in quella che viene definita "gravidanza a rischio". Da allora mi sono chiusa in me stessa, anche perché, il signor Jackson ha diminuito drasticamente le mie mansioni. L'unica cosa che devo fare è cucinare e mi ha impedito di uscire dal perimetro della casa.

"Resta in luoghi in cui possiamo tenerti sotto controllo. Non voglio che succeda qualcosa a te e, tanto meno alla bambina.": questo è ciò che mi ha detto una volta finita la mia convalescenza.

Ogni volta che finisco di preparare uno dei pasti torno nella mia stanza e mi metto a letto. Leggo qualche libro e guardo fuori dalla finestra i miei giorni che scorrono inesorabilmente sempre uguali. Questa non è vita. Come potrebbe esserlo? Come posso continuare a vivere in questo modo? Così misero e così non mio? 

La mia pancia è cresciuta e sono entrata nell'ottavo mese senza alcun intoppo ma a quale prezzo? Rinchiusa in queste mura che prima sembravano così accoglienti ma ora sento soltanto il gelo. Un gelo che non mi rappresenta e che non rispecchia nemmeno la figura del mio capo. Ma, evidentemente, qualcosa deve essere cambiata. Lui, ogni volta che incrocia il mio sguardo o solo la mia figura passare tra i corridoi, mi osserva con un'attenzione quasi inquietante. Scruta ogni mio singolo spostamento o una qualsiasi espressione sul mio viso, cerca un qualsiasi segno di sofferenza nel mio sguardo. Mi sento così oppressa che mi sento soffocare.

Anche le nostre "conversazioni", se così posso definirle, si sono ridotte alle solite domande alle quali rispondo sempre allo stesso modo.

"Stai bene?"

"Si."

"Hai mangiato?"

"Si."

"Hai preso le medicine?"

"Si."

E poi se ne va, così come mi ha fermato per parlarmi. Tutto quello che all'inizio mi sembrava la più bella delle favole si è tramutata in un terribile incubo. La routine mi sta uccidendo e non so che cosa fare. Ho provato più volte ad uscire dal grande portone per fare anche solo una passeggiata ma, a causa delle telecamere, Bill e Javon trovavano sempre il modo di fermarmi dicendomi sempre la stessa cosa.

"Ordini dall'alto."

Ora sto bene. Sono sicura di questo. E non lo dico solo io, anche i vari medici che mi hanno visitato negli ultimi mesi hanno confermato che sia io che la bambina siamo in buona salute. Penso che il sig. Jackson sia ben informato di ciò, eppure continuo a rimanere rinchiusa quasi come se fossi fatta di cristallo. In questo momento sono in cucina preparando il pranzo mentre il mio capo legge il giornale. Oggi il tempo non promette niente di buono, guardando fuori dalla finestra noto che c'è una tempesta di vento e la pioggia batte sui vetri violentemente. Il rumore della pioggia in genere mi rilassa ma il silenzio abituale viene stroncato dalla radio poggiata sulla penisola in legno, ora sto asciugando dei bicchieri in cristallo quando il notiziario manda un'annuncio speciale.

- Notizia dell'ultima ora, un carcerato evade dal carcere di massima sicurezza.. - annuncia il commentatore radiofonico, al quale non presto particolare attenzione. 

All'improvviso però mi blocco, i muscoli sono tesi e inizio a sudare freddo alle parole che seguono e rimbombano per tutta la stanza.

- E' partita la caccia all'uomo.. il carcerato in questione si chiama Alexander White.. - 

𝑴𝒂𝒅𝒆𝒍𝒆𝒊𝒏𝒆🍎 || ᴍɪᴄʜᴀᴇʟ ᴊᴀᴄᴋꜱᴏɴ "ON HIATUS"Donde viven las historias. Descúbrelo ahora