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                                                                fine giugno 2020

                                                                DIALOGO FUORI

In questi giorni argomento parecchio tra me e me. Tante cose si affacciano allo scenario quotidiano in cui si sente aria di cambiamento. Che io sia pronta per cose nuove? L'idea al solo pensiero mi spaventa.

Mi piace il solito anche se poi non è vero.

Adoro l'ignoto, tuttavia una parte di me non lo sopporta. Proprio non lo tollera. Quell'ignoto che balza all'improvviso devastando la calma piatta e dando movimento dove movimento non c'è, rompe le scatole. Le rompe a chi?

A me che voglio stare in culla e scegliere tra cose già viste e riviste.

Rompe anche a me che devo pur avere qualche certezza per barcamenarmi a zonzo nella monotonia del tour 2020.

E rompe anche a me che voglio stare al sicuro da critiche e giudizi poco invitanti.

Perché!?

Insomma perché mi disturba quello che è un elemento che non so certo dove mi porterà?

Vero che non lo so?

Vero?

Lo chiedo a quella parte così affezionata alle convenzioni e ai punti fermi e alle abitudini...

Vero? Vero che non si può conoscere il futuro di una certa cosa, che sennò sarei una che vede il dopo? E io il dopo non lo vedo, no! Semmai me lo invento, questo posso fare, perché per vedere gli effetti di un elemento nuovo nella mia vita devo per forza inventarmi una possibilità (una delle mille e una che potrebbero accadere).

Usando l'immaginazione ho poche speranze di vedere l'esatto evolversi della situazione che mi si affaccia.

Quindi perché dovrei temere ciò che non so che sembianze assumerà?

Eh?

Yuhuuu?!

                                                                  DIALOGO DENTRO

Lei: Mi ascolti?

lui: E come potrei non ascoltarti?

Lei: Ah, già! Tu non mi molli mai. Bè, quasi mai. A volte capita.

lui: Ti sbagli. Ti sto vicino sempre. Quando pensi ch'io non sia sul pezzo significa solo che ci sai fare.

Lei: Ah!

lui: Piano piano ci stai arrivando a quei perché e percome che ti ingorgano. Merito mio!

Lei: Questa poi! Anche se ammetto, avere a che fare con il tuo infilarti in ogni situazione mi sta iniziando a divertire. Ora so come prenderti in linea di massima. Quando in situazioni critiche arrivo a lasciare andare il ribollir di viscere mi sento in paradiso. Merito del sistema caro Emme. Tu mi hai dato del filo da torcere e qui nell'insieme delle parti direi che ce la caviamo. Dai... Ora, torno alla domanda: Vero che non si può conoscere il futuro di una certa cosa?

lui: Si può stimare.

Lei: Su per giù. Non per certo.

lui: Il mio mestiere è quello di fare stime, confrontando passato e presente e... metterti in guardia. Darmi retta è la cosa più sicura che puoi fare.

Lei: Le tue stime fan cilecca, la vita ha più fantasia di me e te e di tutte le parti che soggiornano nel sistema di Pac. Convieni?

lui: Convengo

Lei: C-c-cosa? Mi dai ragione? Non è da te Emme! Stai bene? Sei malato?

lui: I meccanismi che adotto per tenerti in sicurezza fanno acqua talvolta. Devo ammetterlo, è che mi preme fare il sabotatore di prim'ordine, lo sai che son bravo, vero? Poi ultimamente vedo che ti diverti, spesso ti rialzi da terra in men che non si dica. Merito mio, ripeto, faccio delle imboscate come nessuno sa fare, che ne pensi?

Lei: Sempre a paragonare. Emme, non cambi mai!

lui: Tu al contrario stai cambiando un po' troppo. Datti una calmata, che ne va della nostra reputazione. Ok?

Lei: Ha, ha... Ah, le cose che pensi e che insinui fan ridere, almeno tanto quanto io faccio ridere te. Come farei senza la mia guida inferiore?

lui: Come osi, ritira subito quella connotazione, che proprio non mi piace...inferiore a chi? Sono più su di quanto tu pensi!

Lei: Ha, ha...beccato! Ancora una volta t'ho beccato. Ti voglio bene Emme!


                                                             DIALOGO FUORI

Questi scambi di opinione a km zero mi fanno stare bene. Non so a questo punto se tu che leggi ( sempre che leggi, ehm... leggi? Ci sei? Se ci sei batti un clic e fatti sentire!) ci stai capendo qualcosa. Del resto è scritto nel titolo. Queste sono storie fuori. E a che vale intitolare una serie di successioni di paragrafi se non si rispetta ciò che lì è scritto, nel titolo appunto?

Comprendi almeno di chi si stia parlando qui?

No?

Mmm, bè, fa niente. Spero che tu ti diverta in qualcosa che sennò che ci stai a fare qui? Immagina di andare ad una mostra. Chissà quante volte è capitato anche a te. A questa mostra entri e vedi tante di quelle cose noiose e ancora di più. Tu ti chiedi cosa mai tu ci faccia lì. Una mostra da perdere e la prossima volta che ti viene voglia di andare ad un'altra mostra senz'altro non sarà zeppa di ste cose fatte di noia. Tu che giri e vai a zonzo e non ne trovi il senso. Nulla! Il senso non c'è. O almeno non lo vedi. Ecco come qua. Non ha senso. Eppure ci sei capitato. Ed è come nelle cose della vita. Ci arrivi e poi ti scopri. Anche nelle cose intrise di noia, ti scopri. E' un po' come se ad un tratto, lasciandoti andare, tu riesca ad evitare il solito giudizio e ti venga spontaneo di sorridere. Bon. Quello è. Capita così. A presto viandante.

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