Sognatori

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«Pensi ancora a lei?» gli aveva domandato Virginia, tentennante.

Pietro era molto concentrato sul verde brillante della vegetazione, che si stava lentamente lasciando alle spalle, procedendo quasi a passo d'uomo su quel carretto.

Quelle poche parole, mormorate con voce tremante da parte della sorella, lo avevano come destato dal suo torpore.

E, all'improvviso, gli era parso di intravedere Lisa, in mezzo a quei rami di albicocco.

Un sorriso dolce e malinconico si era impadronito delle labbra di Pietro, mentre era impegnato a fissare quell'immagine di fronte a sé. Un'immagine che esisteva soltanto nella sua mente e che gli mostrava Lisa, intenta a sventolare con una mano quella lettera e cullata dalla brezza rinfrescante prodotta dalle rigogliose chiome degli alberi. Nell'altra mano, quella dolce visione stava tenendo la cesta di vimini.

"Non ti preoccupare, dolce amore mio," aveva riflettuto Pietro, trattenendo a stento le lacrime. "Presto noi ci rincontreremo. E sarà allora che potremo trascorrere del piacevole tempo insieme: lontano dalla guerra, dai pregiudizi e dalla malattia" aveva pensato e una lacrima era discesa lentamente dal suo occhio verde, fino a lambire le sue labbra. 

"Il sapore della tua perdita" si era detto, nascondendo il labbro inferiore con quello superiore, in un'espressione afflitta e combattuta.

Dopo quel suo lungo silenzio, aveva deciso di voltarsi verso la sorella.
«Se penso a lei?!» aveva ripetuto le parole di Virginia e poi aveva sbuffato. «Continuamente, sorellina. Continuamente» le aveva finalmente risposto.

Virginia si era subito sentita in colpa: sapeva, in cuor suo, di aver scatenato una bufera nel cuore del fratello. E così, colpita dalle lacrime di Pietro, si era portata le mani alla bocca come nel tentativo di chiudersela, di zittirsi una buona volta.

«Ti sarebbe piaciuta, cara Virgi» aveva ripreso a parlarle il fratello, tornando a fissare la boscaglia. L'immagine di Lisa era svanita, ma la sua essenza permeava l'aria. Pietro aveva socchiuso gli occhi nell'ardita speranza di poter avvertire sul suo volto il delicato tocco di quella mano affusolata...

Il piacevole venticello estivo, allo scoccare di quelle ultime ore pomeridiane, lo aveva avvolto, spettinandogli i capelli - prima accuratamente compattati grazie alla sua inseparabile brillantina.
Le affusolate dita del vento si erano introdotte nella sua chioma corvina. Erano le dita di Lisa.
Era il suo respiro che gli alitava sul collo.

«Una donna forte e intelligente» aveva bisbigliato Pietro, lasciandosi trasportare dalla sua meditazione.

Lisa aveva scoperto una cesta di vimini, colma di squisiti porcini e ovuli, proprio sul davanzale di una finestra della vecchia casa abbandonata, che aveva occupato la sua gente per nascondersi dai soldati tedeschi.

Aveva strabuzzato gli occhi e l'aveva afferrata per il manico, sfilando con la mano libera il biglietto nascosto sotto l'intreccio di rose rosse e bianche, accuratamente private delle loro spine.

"Per una donna speciale. L'unica che mi abbia fatto avvertire la forza del mio cuore, assopita da diverso tempo... Pietro."

Lisa si era sforzata di comprendere il significato di quell'insieme di lettere gettate su quel foglietto; ma il suo disperato tentativo si era rivelato - un'altra volta - totalmente inutile.
Non avrebbe chiesto aiuto ai suoi compagni di avventura: non voleva portarli al cospetto della sua situazione sentimentale...

"Mio fratello - la storia di Pietro"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora