Malattia

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Quegli episodi di momentanea perdita di equilibrio si erano fatti via via più frequenti e Pietro era arrivato a incontrare delle difficoltà persino nell'atto di piegare il gomito per pettinarsi i capelli, o per radersi il volto.
Le ossa gli dolevano. Qualcosa, dentro di lui, non andava: ne era ben conscio.

Dopo quella volta, presso la bottega del padre, Virginia aveva deciso di informare il caro e vecchio medico di famiglia - il dottor Lanfranco - circa lo stato di salute del fratello.

Il dottor Lanfranco pareva conoscere tutte le branche della medicina: poteva curare una tosse persistente e, allo stesso tempo, era in grado di assistere una donna durante il parto. 

Si ricercava il suo parere persino riguardo allo stato di salute degli animali: preziosi quanto una donna partoriente - era su di loro e sui raccolti che la gente del paese basava la propria sussistenza.

Il dottor Lanfranco portava avanti la sua missione di medico ad Albenga, perciò avrebbe sicuramente preferito visitare Pietro presso la sua bottega.

Virginia, lo stesso giorno della sua fugace visita al fratello in compagnia del marito, si era affrettata a comunicare al medico il malessere di Pietro.
Non aveva voluto avvertire la madre e la sorella: si sarebbero subito allarmate e, di certo, il fratello non avrebbe gradito le eccessive premure da parte delle due donne...

E così, la mattina successiva, Pietro aveva sentito bussare alla porta della bottega e, con suo grande stupore, vi aveva trovato il caro medico di famiglia con la sua logora borsa di pelle marrone. 

«Dottore?!» Pietro aveva esclamato per poi riservargli un mezzo inchino - avvertendo una sorta di doloroso impedimento alle sue articolazioni...

Il medico si era introdotto in quella bottega con il capo chino e un laconico: «Pietro».
Aveva fiutato l'aria racchiusa in quella stanza, senza celare una smorfia di disgusto. 

«A che cosa devo la sua visita? Ha necessità di sedie belle resistenti, per caso?» gli aveva domandato il falegname, mostrandogli con orgoglio le sue ultime creazioni in legno di frassino.

«No, no. Niente di ciò» aveva borbottato il medico.
Il dottor Lanfranco aveva appoggiato la sua borsa di pelle sopra un tavolino e, indifferente all'incredulità dipinta sul volto di Pietro, aveva cominciato a frugarvi dentro. Poco dopo, aveva estratto uno stetoscopio e una grossa cipolla.

Pietro non riusciva ancora a darsi una spiegazione circa l'aria assente del dottore, né poteva snocciolare una valida motivazione di quel suo ingresso del tutto inatteso presso la sua bottega.

«Credo, tuttavia, che una sedia mi tornerà utile...» aveva affermato il dottore, sovrappensiero, tornando a osservare Pietro.

«Sì. Ma certo, dottore» aveva bisbigliato il falegname e ne aveva prelevato una, portandogliela.
Il caro medico della sua infanzia: canuto e duramente appesantito dagli anni trascorsi.

«Bene» aveva sibilato, posando lo sguardo sul sedile di quella sedia adagiata a pochi centimetri dalle sue gambe, «ora puoi sederti, Pietro».

«Mi scusi?...»

Pietro gli aveva rivolto un'occhiata stranita, poi aveva corrucciato la fronte.

"Mio fratello - la storia di Pietro"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora