Ridiamo tutti quanti, cioè, non tutti, Suga ha solamente accennato un mezzo sorriso e il signor Sejin continua a scrutarmi e a tenere la situazione sotto controllo, però il resto di noi è allegro e ci tuffiamo, stanchi e col fiatone, nuovamente sui divani. Dopo aver cantato 'Save me', i ragazzi hanno proposto di ballare, l'idea è stata di Jin e ha lasciato che Namjoon decidesse la coreografia da eseguire, "facciamo decidere a Mia" ha detto il festeggiato, così ci ho pensato un attimo e ho esclamato: 'boy with luv'. Abbiamo appena terminato il balletto, è stato divertentissimo muovere i passi assieme ai Bangtan, ovviamente ognuno di loro ha replicato la propria parte mentre io ho fatto finta di essere Halsey. "E adesso che si fa?" chiede Jungkook, a me viene un'idea: "giochiamo a 'obbligo, giudizio o verità' propongo, tutti e sette mi fissano come se stessi parlando arabo, "non conoscete questo gioco?" mi sorprendo io, così inizio a spiegarlo. "Sembra divertente" commenta J-hope, "posso cominciare io?" chiede, io faccio di si con la testa, "cosa scegli?", lui ci riflette un attimo, "obbligo" esclama, io rido, "ti obbligo di mordere la guancia del festeggiato", Namjoon sgrana lo sguardo, J-hope si alza e lo raggiunge, tutti quanti scoppiamo a ridere, stavolta persino Suga ridacchia. "Adesso tu, Mia" fa J-hope, "scelgo obbligo anch'io" oso, "bene, scolati un'intera lattina di birra tutta d'un fiato" mi sfida, io accetto e ne afferro una dal tavolino, "aspetta, ma puoi bere?" si intromette Namjoon, "certo, sono maggiorenne, ho già diciannove anni" li tranquillizzo, "sei ancora piccola, veramente" commenta il manager che osserva la situazione dal fondo della stanza, lo abbiamo invitato a giocare ma non ha voluto partecipare; "in Italia si raggiunge la maggiore età a diciotto anni" spiego loro e li convinco, vincendo la sfida lanciatami da J-hope, i ragazzi applaudono, io strizzo gli occhi, "non vi fate più venire un'idea del genere, è disgustosa" commento; a me non piace particolarmente bere alcolici e la birra, qui, ha un saporaccio, non è certo come quelle che vendono in Italia. "Cosa scegli, Jin?" chiede Namjoon, "verità" risponde, "coraggio, dì a Mia cosa pensi di te stesso" si intromette Jungkook, "che sono bellissimo, più di tutti i presenti in stanza" si vanta Jin, io scuoto la testa ma sorrido, "scelgo verità anch'io" fa Jungkook, poi Suga sceglie giudizio, la stessa cosa Jimin e Taehyung, manca solo Namjoon: "obbligo" esclama, "ti obbligo di fare il solletico a qualcuno di noi, diciamo al più carino dei presenti" lo sfida Jungkook, Jin teme già che Namjoon possa scegliere lui ma io sgrano lo sguardo quando noto che invece avanza verso di me, "ti prego, no, lo soffro terribilmente, ti prego", ma non c'è nulla da fare, mi piego in due, pregandolo intanto di smettere ed è solo grazie a J-hope che Namjoon mi lascia in pace, "dovresti tagliare la torta, non ti pare?" gli fa notare, usando un tono di voce un pò troppo serio. I ragazzi cominciano ad intonare la canzoncina di buon compleanno in coreano, mentre il manager viene avanti con un'enorme torta per Namjoon, io mi unisco al battimani, il festeggiato alza gli occhi su di me: "che ne dici di cantarla in italiano?", io arrossisco, non ho mica una bella voce, sembrerei un'anatra starnazzata, vorrei rifiutare, ma è il suo compleanno e perciò: "tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri Namjoon, tanti auguri a te". La torta viene tagliata e servita nei piattini, non è come quelle che abbiamo noi, decisamente e credo J-hope si sia appena reso conto che non la gradisco più di tanto: "è così male qui il cibo?" chiede, bene, ho appena dato l'impressione di non apprezzare la cucina coreana, che idiota, così mi affretto a dire che non lo trovo affatto sgradevole, anche se è così nella maggior parte dei casi, "dovresti cucinare per noi qualche piatto italiano" propone Jimin, "si, perchè no, una buona pizza o le lasagne" interviene Jungkook, "non può venire a trovarvi ogni qual volta le passi per testa" si intromette il manager, i ragazzi fanno le smorfie ed io trattengo una risata. "Fermi, dove andate voi due" esclama Jin, si riferisce a Jimin e Taehyung che si stavano giù ritirando, credo, nella loro stanza, in effetti è abbastanza tardi, "è il momento dei regali" annuncia Jin ed io comincio a sentirmi fortemente a disagio, ho temuto per tutto il tempo questo momento.

"Ti riaccompagno" si offre il signor Sejin, anche se la sua, più che un'offerta, sembra un ordine, è come se mi avesse detto "basta, adesso te ne devi andare"; io mi guardo intorno, Suga ha tolto il disturbo già da un pezzo, i ragazzi mi hanno detto che quando non lavora, non fa che dormire, quindi a quest'ora sarà già cascato in un sonno profondo, anche Taehyung e Jimin si sono rintanati in stanza, hanno lasciato questa camera da circa dieci minuti, mentre Jungkook è ancora qui, sdraiato sul divano a smanettare col suo cellulare; Jin, di quelli che sono rimasti, è l'unico che provvede a mettere in ordine. "Vorrei poter dare una mano a ripulire" faccio io, c'è troppa spazzatura in giro, dovrei aiutare Jin, non credo che qualcun altro gli offrirà un aiuto, "ci penseranno gli addetti delle pulizie, domani mattina" fa il manager, cercando di convincermi a lasciare subito la villa dei Bangtan, io però insisto, "eddai, Sejin, lasciala in pace" interviene J-hope, il manager sembra contrariato, "Hobi, posso scambiare qualche parola con te?" gli chiede infastidito Sejin, J-hope si allontana un momento con lui in un'altra stanza, io chiedo a Jin dove posso trovare una scopa per spazzare via tutte le briciole dal pavimento; "lascia stare" sussurra Namjoon, è alle mie spalle e il suo essermi così vicino mi fa sussultare, "già, non devi, qui posso pensarci da solo" dice Jin con un sorriso, intanto Jungkook mi augura la buonanotte e ci lascia. "Grazie per essere venuta" fa Namjoon, adesso che mi sono voltata mi sta di fronte e mi guarda in faccia, io non riesco a sostenere i suoi occhi sorridenti e abbasso la testa. In realtà aspettavo il momento giusto per consegnare a Namjoon il mio regalo, anche se non può davvero definirsi tale, di fatti mi vergognavo a darglielo davanti a tutti, temevo di fare una brutta figura, anche se non credevo avessi avuto l'occasione di rimanere da sola con lui; "grazie a te per avermi invitata" esclamo e poi mi inginocchio per terra, lui fa lo stesso, proprio davanti a me e intanto io apro la mia borsa: "non avevo la più pallida idea di cosa regalarti, ma non volevo venire a mani vuote, non ho trovato nulla che potesse andar bene" farfuglio, "perciò scegli pure tra queste cose. E' tutta roba mia, sciocchezze, lo so, cose di cui non te ne faresti nulla, ma tengo ad ognuno di questi oggetti. E' un modo per ringraziarti dell'amicizia che mi hai offerto sin da subito", parlo in fretta, sputando velocemente una frase dietro l'altra, la verità è che mi sento tremendamente a disagio e ho paura che pensi che ognuna delle cose contenute nella mia borsa faccia schifo. Namjoon tiene gli occhi su di me e il fatto che non dice nulla mi rende nervosa, chissà a cosa starà pensando; "non era necessario, davvero, ma ti ringrazio" esclama, io mi sento avvampare perchè la sua mano sfiora la mia, alzo gli occhi, lui mi sorride ed io mi sento come trasportare da un'onda immaginaria che mi investe in pieno. "Il tuo è un gesto che viene dal cuore, ti ringrazio" dice, poi esamina le mie cose: c'è il CD di Sfera Ebbasta autografato, le mie scarpette di danza, il quadernetto dove di tanto in tanto appunto le mie riflessioni personali, la fotografia dei miei nonni materni, il bracciale che posseggo da quando ero bambina e il foulard rosso e bianco che anche se non indosso spesso, lo porto sempre con me. Sono tutte cose che non possono interessarlo minimamente, cianfrusaglie per lui, eppure lo vedo che afferra il foulard e lo guarda come incantato: "voglio questo" esclama, non gli dirò che è stata Sara a comprarmelo, è stato il primo regalo che lei mi ha fatto, aveva otto anni, i miei avevano appena iniziato a darle la paghetta settimanale e lei raccoglieva quei spiccioli come se le stessero consegnando una fortuna immensa, la prima piccola cifra che aveva messo da parte l'ha spesa proprio per me, senza nemmeno pensarci, spiegando semplicemente che quando l'avevo visto, l'aveva subito immaginato tra i miei capelli, le sembrava perfetto per me. Non gli dirò tutto questo, "è sempre stato il mio porta fortuna" gli rivelo invece con un sorriso, "da adesso in poi sarà il mio" dice lui, "me lo legheresti al polso?", io annuisco e glielo annodo e sollevando gli occhi dal suo braccio, incontro nuovamente i suoi e il suo viso poco distante dal mio e tutti e due ci fissiamo senza dire più una parola. "Namjoon" scatta il manager, entrambi ci alziamo da terra, il manager ci guarda severo, mentre J-hope ha una strana espressione stampata sul viso, "è molto tardi, deve rientrare in albergo" decide Sejin.

Sorry, I love you~Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz