«Eccoti»

737 34 20
                                    

Venerdì, 14 agosto.


«Avete tutto? Sicure?» mi girai verso le mie amiche con un tono da mamma che automaticamente mi veniva quando si trattava di andare da qualche parte.

«Sì Ale, è la terza volta che ce lo chiedi» rise Rebecca dal sedile posteriore.

«Non voglio dover tornare indietro a metà strada perché qualcuna si è dimenticata il costume» mi difesi lanciando un'occhiata eloquente a Gaia, seduta sul sedile del passeggero; tre estati prima eravamo andate per due giorni al lago e lei era riuscita a dimenticarsi proprio il costume da bagno e aveva dovuto comprarne uno sul posto. La vidi alzare gli occhi al cielo, spazientita; non smettevamo mai di tirare in ballo quella vecchia storia.

«Giuro che questa volta ce l'ho, ne ho addirittura due» disse lei.

«Complimenti Gaia! Ora possiamo andare o vogliamo arrivare là a notte fonda?» chiese Chiara col solito tono spiccio che fece ridere tutte; accesi la macchina e in quel caldo venerdì pomeriggio partimmo verso Cervia.

Erano passate quasi due settimane da quella sera a casa di Tonno e l'ultima volta che l'avevo visto era la domenica mattina quando mi aveva riportato a casa mia dopo aver fatto colazione assieme. Avevo ancora addosso quella sensazione di benessere che avevo provato a svegliarmi nel suo letto, coi suoi gatti a darmi il buongiorno. Il mercoledì lui era partito in vacanza con gli altri ragazzi di Space Valley senza che riuscissimo a vederci nuovamente; in quei giorni ci eravamo sentiti spesso per messaggio e ogni tanto ci eravamo sentiti per telefono; mi aveva detto che gli altri erano più che contenti di ospitarci per un weekend. Noi quattro non eravamo riuscite ad organizzarci per andare da loro il fine settimana prima per via di lavoro e impegni vari quindi avevamo optato obbligatoriamente per il weekend successivo. Sarebbero stati anche gli ultimi giorni di vacanza per i ragazzi; saremmo rimasti lì fino a domenica, che Tonno mi aveva detto essere il compleanno di Dario, e poi saremmo tornati tutti assieme a Bologna.

Mentre viaggiavamo a velocità sostenuta sull'A14 cantando a squarciagola le canzoni dei Pinguini Tattici Nucleari e col vento caldo che ci scompigliava i capelli, mi resi conto di quanta agitazione avessi in corpo all'idea di rivedere e riabbracciare Tonno. Cominciava a mancarmi più di quanto volessi ammettere con le altre per una specie di orgoglio femminista che proclamavo sempre; non mi serviva qualcuno al mio fianco per stare bene. Però Tonno non mi faceva stare bene, mi faceva stare meglio.

Quando fummo nelle vicinanze di Cervia chiesi a Gaia di mettere il navigatore con le indicazioni esatte per casa di Dario, che abitava nella frazione di Pinarella, e dopo qualche minuto di ricerca parcheggiai la macchina davanti ad una villettina in mattoni circondata da un piccolo giardino.

«Soccia che casa» fischiò Rebecca dal sedile posteriore, dando voce ai pensieri di tutte quante; eravamo preparate a dormire per terra durante quei due giorni ma forse non ci era andata così male. Scaricammo la macchina e dopo aver citofonato venne ad aprirci proprio il padrone di casa, con un sorriso che gli illuminava il viso leggermente abbronzato e solo il costume addosso. Assieme a Nelson, che era spuntato alle sue spalle dopo un attimo, ci aiutò a portare le poche valigie che avevamo dentro casa.

«Beato Nicolas» il commento di Gaia, quasi sussurrato, mi fece scoppiare a ridere; avevo avvisato le altre che Dario e Nicolas stavano assieme, per evitare di fare figuracce.

«Ti ricordo Alessandro» le lanciai un'occhiata ammonitrice.

«Ora è proibito anche fare apprezzamenti?» mi domandò di rimando, sbuffando divertita. «E comunque non stiamo assieme» aggiunse poi con una punta di acidità.

Bravery [Francesco Toneatti]Where stories live. Discover now