•Capitolo 3•

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Relù's pov
"Dai non fare storie, cammina che siamo quasi arrivate" dice Alex trascinandomi per un braccio.
"Perché devi sempre portarmi a feste di sconosciuti? " esclamo sbuffando.
"Relù è solo il compleanno della mia collega di lavoro. Ti divertirai, su andiamo". Mi invita a camminare più veloce ed io, anche se controvoglia, la seguo.
"Non mi piace che rimani a casa tutte le sere, hai bisogno di svagarti. Non puoi solo studiare e lavorare. Eccoci arrivate" dice quando siamo davanti ad un posto molto carino.
Il locale è molto affollato, intravedo subito la festeggiata.
"Buon compleanno" dico avvicinandomi a lei che resta visibilmente perplessa.
"Scusateci" interviene Alex "ce ne andiamo subito".
Mi afferra per un braccio e mi spinge lontano da lì.
"Che succede Alex?" domando sorpresa.
"Relù non è lei, hai sbagliato persona" non riesce più a trattenersi e scoppia a ridere.
"Davvero dici? Che figura che ho fatto" esclamo imbarazzata ma poi anche io comincio a ridere.
"Vedi quella è la mia amica, andiamo".

La parte più interessante della serata è stato il momento in cui ho scambiato la collega di Alex per un'altra persona, per il resto una noia mortale.
Sono costretta a starmene seduta qui per non dare un dispiacere a mia cugina, lei vorrebbe vedermi più felice, più entusiasta.
Le altre invitate parlano tra di loro, gli argomenti più gettonati sono i viaggi all'estero e gli acquisti online. Sono tutte carine e disponibili, sono brave ragazze e sono contenta che Alex abbia questo bel gruppo. Io come al solito mi sento un po' fuori contesto, ma ormai ci sono abituata. Sono poche le persone con cui mi trovo bene.
Una notifica arriva sul mio cellulare, è Marco un nuovo messaggio.
"Sono contento che hai trovato lavoro, ma mi raccomando non spendere tutti i soldi nelle tue serate".
Che stronzo. Ora controlla ogni mio passo? Non lo sopporto più, mi mette costantemente ansia, mi opprime.
Riesce sempre a rovinare ogni momento, ogni giornata. Sono stufa di lui e di tutta questa situazione.
Mentre ancora fisso lo schermo, si alza improvvisamente un coro nel locale: "Aurora, Aurora, Aurora".
Mi volto e vedo decine di ragazzi che battono le mani per l'altra festeggiata.
Continuano ad urlare, continuano, li sento rimbombare nella mia testa. Non si fermano. Ed io non riesco più a starmene lì seduta, mi alzo di scatto e mi dirigo verso l'uscita del locale.

Mi accomodo su uno dei gradini che precedono l'entrata, faccio un bel respiro tentando di regolarizzare il battito del mio cuore. Solo a sentire quel nome impazzisco, non ce la faccio, è più forte di me.
"Che ci fai qui?" una voce conosciuta pronuncia queste parole.
Mi volto, è Lele. Ancora lui.
"Posso?" chiede indicando il posto vicino a me.
"Si vieni" dico a voce bassa.
"Sei da sola?" domanda mentre si accomoda.
"No sono con mia cugina, ma avevo bisogno di prende un po' d'aria" dico sospirando.
"Non ti stai divertendo?" domanda dopo aver inspirato dalla sua sigaretta.
"Non troppo, sono venuta solo per fare felice Alex" taglio corto, non voglio dare troppe spiegazioni.
"Se vuoi ti porto io in un posto carino" dice ammiccando.
Resto per un attimo in silenzio, sono leggermente imbarazzata.
"No grazie, domani lavoro quindi tra poco torno a casa".
"A lavoro come va?" chiede apparentemente interessato.
"Mi trovo bene, anche se è un po' complicato lavorare e studiare".
"Quindi studi pure? Hai un sacco di qualità nascoste" dice facendomi l'occhiolino.
"Faccio del mio meglio" rispondo arrossendo.
"Tu invece sei pronto per l'inaugurazione?" provo a cambiare argomento.
"Si dai, domani ti aspetto eh" prende una pausa e ricomincia "mio padre è fissato con questo store, io vorrei fare altro ma lui non mi lascia in pace. Deve decidere su tutto e tutti" conclude deluso.
"Se ci credi avrai la possibilità di scegliere la tua vita, ma devi volerlo davvero" esclamo con convinzione perché mi auguro che ognuno di noi possa decidere autonomamente quale sia la sua strada.
"Aurora, Aurora" nuove urla provengono da dentro il locale.
"Sei uscita fuori per questo vero? Non riesci a sopportarlo?".
Mi fa piacere che ricordi questo particolare.
"Relù, guardami un attimo" è quasi un ordine quello che ricevo.
Mi volto ed incontro i suoi occhi, per un attimo mi lascio trasportare dal suo sguardo. Ha due occhi bellissimi, sembrano sorridermi, penso siano color nocciola.
"Perché ti fa così male?".
Attimi di silenzio, non mi piace parlare del mio passato e di ciò che ho vissuto, non ci riesco.
Improvvisamente sento qualcosa che sfiora la mia mano appoggiata sul gradino, sono le sue dita che accarezzano le mie.
L' istinto agisce per me e con uni scatto allontano la mano dalla sua.
"Ehm, ehm" provo a dire qualcosa ma non ci riesco "è una storia lunga e complicata".
"Provaci almeno" dice cercando di convincermi.
"Sei davvero interessato?" domando per prendere tempo.
"Ovvio che lo sono" risponde deciso.
"Va bene faccio un tentativo". Prendo fiato e vado alla ricerca delle parole giuste.
Sto per parlare quando arriva Gio sbraitando "Lele dobbiamo muoverci, qualcosa è andato storto con il pacco".
Lo afferra per un braccio e lo solleva.
"Si Gio calmati, arrivo".
Si alza e si rivolge a me "aspettami, torno presto".

Dieci minuti, venti minuti ma di Lele nessuna traccia. Sono ancora  qui fuori, non ho voglia di tornare dentro, anzi penso proprio che me ne tornerò a casa.
Mentre mi alzo per andarmene vedo Alex correre verso di me.
"Relù dove sei stata per tutto questo tempo? Mi hai fatto preoccupare!".
"Ero qui, non sopportavo tutte quelle urla" dico sinceramente.
"Ho capito, ho capito. Ti sei intristita come al solito, andiamo a casa dai tanto la festa era finita". Strette in un abbraccio ci incamminiamo, così come facevamo da piccole, in ogni situazione c'eravamo l'una per l'altra e così sarà per sempre.

°Salve ragazzi, la storia inizia a prendere forma. Relù e Lele si sono incontrati nuovamente ma la loro conoscenza procede a piccoli passi. Voi che ne pensate?
Aspetto i vostri commenti e pareri.
Kiss°.

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