•Capitolo 2•

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Lele's pov
"Lele sei in casa?".
"Si papà sono qui" urlo dalla mia cameretta.
"Vieni in cucina, devo parlarti".
Sempre la solita storia, quando c'è un problema mio padre ha solo il mio nome in bocca.
"Dimmi" dico entrando e buttandomi sul divano senza staccare mai gli occhi dal cellulare.
"Devi andare urgentemente a far stampare quei volantini, tra pochi giorni c'è l'apertura del negozio".
"Non posso, ho da fare con Gio pomeriggio" rispondo distrattamente.
"Non mi interessa nulla, per stasera li voglio qui".
"Papà non servono più i volantini, basta pubblicare un post sui social. Sei arretrato".
"Lele stammi bene a sentire" dice alzando la voce "per stasera voglio i volantini e tu me li dovrai portare, non voglio sentire altre storie".
"Ma lo sai che hai altro quattro figli?" sto iniziando a perdere le staffe, mi alzo dal divano e mi avvicino a lui "ti ricordi di me solo quando hai bisogno?".
"Non ti permettere più di rivolgerti così a me chiaro? Questa attività la sto aprendo per te perché sei l'unico che ancora vive con me, non hai un lavoro, non hai una ragazza. Non ti senti inutile? Sbrigati e datti da fare". Senza darmi il tempo di rispondere va via, lasciandomi come al solito deluso e incazzato con lui.
Mio padre non mi sopporta, non sopporta il mio stile di vita, non sopporta i miei amici.
Da quando mamma non c'è più per lui io esisto solo quando ha qualche problema.
Mamma mi amava, io amavo lei.
Quanto mi manca.

"Ora sono impegnato, ci vediamo più tardi" invio il messaggio a Gio e vado a stampare questi maledetti volantini.
Voglio togliermi subito questo pensiero ho una cosa importante da fare.
Aspetto la risposta di Gio che come al solito tarda ad arrivare, nel frattempo trovo una copisteria ed entro. Guardo lo schermo con la speranza di nuovo messaggio.
"Salve".
"Salve" alzo lo sguardo e davanti a me c'è Aurora, la ragazza che ho incontrato l'altro giorno.
"Ciao, sei tu?".
Lei mi guarda stranita, forse la mia domanda non è stata molto chiara.
"Sei tu la ragazza con il nome che non posso dire?".
"Si sono io".
La guardo attentamente, ha una bella bocca, un naso forse un po' sporgente rispetto al suo viso, capelli corti castano chiaro. È molto carina.
"Allora che ti serve?" domanda con tono sbrigativo.
"Dovrei stampare duecento copie di questo" gli porgo il volantino, lo guarda per un attimo ed inizia a lavorarci.
"Due minuti e sono pronti".
"Pensi anche tu che stampare volantini per pubblicizzare una nuova attività è tempo perso vero?".
Provo ad attaccare bottone, forse sono stato invadente la prima volta che l'ho incontrata.
"Diciamo che ci sono strumenti più moderni, ma oggi essendo il mio primo giorno qui spero solo che i clienti siano soddisfatti".
"È mio padre che insiste, vuole a tutti i costi questi volantini. È odioso a volte".
"Fin quando hai con te i genitori non perdere tempo a odiarli, te ne potresti pentire" esclama con grande gentilezza.
Lei mi guarda e così per la prima volta i nostri occhi si incontrano. I suoi occhi sono verdi, ha delle lunghe ciglia e riconosco uno sguardo intenso e profondo.
Dopo pochi secondi lei arrosisce e abbassa immediatamente lo sguardo.
"Ecco sono pronti" dice lei mentre prende i volantini e me li porge, ma prima che io li possa afferrare alcuni volano per terra.
"Scusami sono un po' agitata, non è mai facile iniziare bene un nuovo lavoro".
"Non preoccuparti" dico mentre li raccolgo "andrà bene".
"E comunque" continuo "volevo scusarmi per la volta scorsa sono stato invadente, mi dici come posso chiamarti?".
"Relù, chiamami Relù".
"Va bene, ci vediamo Relù. Io sono Lele comunque".
"Si lo so, ciao Lele".

Guardo il telefono mentre continuo a camminare, Gio non risponde quindi provo a chiamarlo ma niente da fare.
Istintivamente penso al fatto di non aver invitato Relù all'inaugurazione, così senza riflettere torno indietro. Non capisco perché lo sto facendo ma è così che mi sento di agire.
"Relù sono di nuovo io" esclamo entrando nella copisteria.
"Ho sbagliato qualcosa con i volantini?" chiede preoccupata.
"No tranquilla, sono tornato per lasciartene  uno. Ti invito all'inaugurazione della nostra nuova attività" dico quasi sotto voce.
"Come mai hai deciso di invitarmi? Non ci conosciamo nemmeno" risponde incredula.
"Non c'è un motivo preciso, mi piacerebbe rivederti" concludo con sincerità.
"Ma avrai tante ragazze che verranno lì per te, io devo lavorare".
"Passa anche per un minuto, ci conto eh".
"Ci proverò, quindi aprirete uno store d'abbigliamento?" dice osservando il volantino.
"Si ogni tanto mi troverai lì. Ora vado, ciao Relù" sorrido mentre la guardo, ma lei resta sulle sue.
"Ciao Lele e grazie per l'invito" e qui scappa un leggero sorriso anche a lei.

"Gio ma dove cazzo sei?".
"Lele avevo da fare, dove ci vediamo?".
"Sono due ore che aspetto una tua risposta. Al solito posto, io sono già qui".
Alla quarta telefonata finalmente si è degnato di darmi retta, se non lo conoscessi da una vita lo avrei già mandato a quel paese. È come avere un quinto fratello per me, siamo praticamente cresciuti insieme. In ogni tappa della mia vita lui è stato presente, viviamo in simbiosi. Non potrei mai abbandonarlo.

"Sono in ritardo?".
"Per tua fortuna Massimo non è ancora arrivato. Si può sapere cosa hai combinato?".
Mi fa cenno con la mano di aspettare, ha il fiatone, si è fatto una bella corsa per cercare di essere puntuale.
"Ero con una tipa, un bell'acchiappo ho fatto oggi" dice compiaciuto facendomi anche l'occhiolino.
"Ma finiscila" sorrido nervosamente.
"Oh arriva" esclama Gio eccitato.
È Massimo insieme a due suoi ragazzi, si avvicina e ci saluta con stretta di mano e bacio sulla guancia.
"Siete pronti ragazzi?".
La sua voce roca è tremenda, così consumata dal troppo fumo e dall'età che avanza.
"Si certo" rispondo convinto.
"Questo è il pacco. Consegnatelo stasera a mezzanotte, in perfetto orario mi raccomando".
"Non ti deluderemo" esclama Gio con tono rassicurante.
"Mi raccomando, non ammetto errori".
Ci guarda per un attimo negli occhi, dopodiché insieme ai ragazzi va via.
"Lele se ci va bene questo diventeremo grandi".
"Frena l'entusiasmo Gio, è solo una consegna. E poi non sai mai cosa può succedere"

°Salve ragazzi come state? Vi sta piacendo questa storia? Cosa ne pensate di Lele?
A voi i commenti.
Kiss°

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