•Prologo•

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Relù's pov
"Dobbiamo parlare, non aspetto più.
Il tempo è finito".
Il messaggio di Marco inaugura questa giornata che si prospetta già piena di gioie.
Mi alzo ancora assonnata e vado in cucina a mangiare qualcosa, tra meno di un'ora ho lezione quindi dovrò sbrigarmi.
"Alex, sei sveglia? Vuoi che ti preparo la colazione?".
Come ogni mattina devo pensare io a tutto,  sarà anche una brava cugina ma Alex non è affatto una buona coinquilina.
"Si arrivo" sento dire in lontananza.
"Sbrigati o farai tardi a lavoro" urlo mentre preparo il caffè.
"Non sbraitare, sono qui Relù".
"Non voglio che arrivi in ritardo, è già il terzo lavoro che cambi in un mese. Se tu non hai uno stipendio dobbiamo lasciare questo appartamento. Sono indietro con i pagamenti lo sai vero?".
"Si Relù ho capito, ma non ho voglia di ascoltare la tua ramanzina di primo mattino. Vado in bagno".
Alex è una delle poche persone a cui voglio davvero bene, è sbadata, disordinata ma nel momento del bisogno ho avuto solo lei e la sua mamma al mio fianco.
Squilla il mio cellulare, è Lucille.
"Ehi sono sotto casa tua, sei pronta?".
"Si arrivo, due minuti".
"Sbrigati Relù c'è sciopero degli autobus, quindi dobbiamo andare a piedi all'Universita".
"Corro allora".
Butto giù il telefono e mi preparo il più velocemente possibile. Lucille sarà nervosissima, ogni giorno facciamo la strada insieme per andare a lezione ma lei arriva sempre in anticipo quindi è costretta ad attendermi.
"Alex" grido fuori dalla porta del bagno "io vado a lezione, non torno per pranzo".
"A stasera allora".

"Dai muoviti, cammina più veloce Relù. Oggi il prof ci darà pure il risultato dell'esame".
"Lucille più veloce di così muoio" dico ansimando. 
"Domani vieni alla serata universitaria? Ci sarà tantissima gente".
"Non credo, ho tante cose da fare a casa".
Non amo questo tipo di serate, mi capita di andarci solo per fare contenta Lucille.
"Ti prego dai, me lo avevi promesso. Stai sempre a casa a studiare vieni a svagarti un poco".
Lucille studia come me economia, sono tre anni che ci frequentiamo e nonostante io non mostro mai entusiasmo verso ciò che mi propone, per qualche strano motivo mi è rimasta vicino. Mi sopporta, perché ammetto di avere una marea di difetti, e questo è un grande segno di affetto per me.
"Dai entra in aula, dopo ne riparliamo".

"Relù non te la prendere ha annullato a tutti l'esame, in qualche modo lo recuperemo" Lucille prova a tranquillizzarmi.
"Non aveva prove che tutti avessimo copiato, io mi sono fatta il mazzo per preparare il suo esame".
"Buttarsi giù non serve, per questo domani verrai con me alla festa vero?".
"Quando fai gli occhi a cerbiatto vuol dire che ci tieni, quindi va bene verrò" dico sospirando.
"Ahh grande" mi abbraccia forte urlando dalla gioia.
"Bene ora possiamo andare al bar a mangiare qualcosa? Ho una fame"
"Proviamo quello che hanno appena aperto dall'altro lato della strada?".
Annuisco e la seguo.
"Corriamo Relù, sta iniziando a piovere".
Finito di attraversare squilla il mio cellulare, mi fermo un attimo per trovarlo nella borsa. È di nuovo Marco, mi sta chiamando.
Improvvisamente qualcuno sbatte sul mio braccio facendo cadere la borsa e tutto quello che c'è al suo interno e scappa via.
Che giornata di merda.
"Serve una mano?" una voce maschile si rivolge a me.
"No grazie faccio da sola" rispondo senza alzare lo sguardo.
"Tieni ti sei scordata questa" è la mia carta d'identità, la apre e legge il mio vero nome.
Me la porge e sono costretta a rivolgere il mio sguardo verso di lui.
Occhi castani, capelli rasati, barbetta, camicia e qualche tatuaggio.
Solito cliché.
"Aurora posso offrirti qualcosa?".
"Non ti permettere mai più di utilizzare quel nome chiaro?" rispondo con tono fermo e decisamente incazzata.
"Come sei suscettibile, volevo essere gentile" dice con ghigno divertito.
"Non sai niente di me, non giudicarmi".
"Lele ma ci provi proprio con tutte?".
Una voce alle sue spalle richiama la sua attenzione, dal suo aspetto deve essere un suo amico. Tutto tatuaggi e ben vestito.
"Dai Gio stai zitto, a lui piace sempre scherzare" si rivolge a me indicando il suo amico.
"A me no invece" riprendo il mio documento e a gran velocità entro nel bar.

"Ma dove eri finita Relù?" chiede Lucille preoccupata mentre mi accomodo al suo tavolo. "Stai bene? Sembri scioccata".
"Si è tutto ok, quel tipo là fuori" dico indicandolo "mi ha chiamato con il mio vero nome" abbasso lo sguardo e mi rattristo visibilmente.
È una ferita aperta che fa sempre così male.
"Come faceva a saperlo Relù?"
"Mi è caduta la borsa e lui ha recuperato la mia carta di identità".
"Mi dispiace" parla mentre continua a fissare il ragazzo fuori.
"Non pensarci più, non l'ha fatto apposta. Poi guarda come è carino" esclama sorridendo.
"Sarà anche carino ma è il classico ragazzo da evitare. Pensa solo a divertirsi" rispondo seria.
"Può darsi, ma io divertirei anche subito con lui". Scoppio in una fragorosa risata che contagia anche Lucille.

Oggi è stata una giornata pesante, cammino lentamente verso casa rilassandomi con un poco di musica.
Ma la mia tranquillità non dura molto, Marco mi ha inviato un nuovo messaggio.
"Relù non puoi evitarmi per sempre, domani dobbiamo vederci.
Ricorda, ogni promessa è debito".

°Salve a tutti, questo è l'inizio della mia nuova storia. Ho certamente bisogno dei vostri consigli e pareri, quindi vi chiedo che ne pensate di Relù? La trama vi coinvolge?
Aspetto i vostri commenti.
Un saluto a voi°

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