Capitolo otto

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Un certo periodo dopo lo svolgersi di questi fatti, nacque una nuova leggenda cittadina. 

La chiesa in mezzo alla steppa era un racconto che ebbe un discreto successo tra gli studenti di etnologia. La storia era pressapoco la seguente. 


Era ambientata in una specie di steppa. Un giovane, di ritorno dalla casa di un amico, finiva per perdersi in quella landa desolata. Il ragazzo vagava tra sassi e sterpaglia senza trovare neppure un luogo dove riposare. Vagava e vagava senza sosta, finché, esaurite tutte le lacrime, ai limiti della stanchezza, crollava a terra sfinito. 

Era lì che improvvisamente appariva una fanciulla. Era una ragazza giovane e bella, che svegliava il ragazzo e lo conduceva in una catapecchia poco lontana. 

A prima vista sembrava proprio una catapecchia, ma sul tetto c'era una piccola campana e intorno addirittura un piccolo giardino. Nel giardino saltellava un coniglietto bianco come la neve.

'Il Piccolo Paradiso' la chiamavano molti.

Nella catapecchia il ragazzo aveva ricevuto una minestra di acqua e sale, oltre a del pane duro, era stato invitato a riposare. 

Dopodiché la ragazza aveva chiamato il coniglio che aveva nel giardino, lo aveva fatto accoccolare sulle sue ginocchia, e aveva chiesto al ragazzo se fosse ferito.

Non appena il ragazzo le ebbe indicato la parte dolente, la ragazza l'aveva massaggiata con delicatezza, e il dolore si affievoliva fino a sparire come d'incanto. Dopodiché la ragazza gli aveva chiesto se non avesse qualche cosa che lo tormentasse. Lui aveva cominciato a parlarne e, mentre ne parlava, si era accorto che forse quella non era una cosa così grave. 

In breve il ragazzo si sentiva incredibilmente bene e si era coricato nel letto di quella catapecchia per prendere sonno. Quando aveva riaperto gli occhi, però, si era ritrovato sdraiato su una panchina nei pressi di casa e aveva cominciato a pensare che si fosse trattato tutto di un sogno. 


Secondo le varie versioni, la storia veniva ambientata in un deserto, oppure su un'isola sperduta in mezzo al mare, o altre varianti dello stesso genere. Cambiavano così anche l'età e la professione del protagonista. Anche se raramente, poteva capitare che al posto del protagonista si trovasse una protagonista, ma la struttura base rimaneva immutata in ogni versione: c'era sempre qualcuno che si perdeva e veniva guarito da ferite e tormenti all'interno di una casa da una ragazza che portava con sé un coniglio bianco, e che poi si trovava misteriosamente a casa dopo una notte di sonno. 

Su diceva che quella leggenda fosse nata dal desiderio innato di farsi confortare, che fosse una metafora rappresentante al ritorno alla natura, e circolarono un sacco di stupide spiegazioni sull'origine di questo racconto. L'unica cosa certa è che per un certo periodo piacque e fu 'di moda', ma dopo qualche anno si smise di parlarne anche negli istituti culturali, fino ad andare persa.


In realtà, non era né un racconto di fantasia, né una leggenda metropolitana,

Era la storia di Coniglio dopo quella brutta avventura.


***

Quando Coniglio aveva riaperto gli occhi nella basilica di San Marco, e il ragazzo che era di fronte a lei era stato afferrato da quell'enorme mostro bianco che lo batacchiava qua e là, non era riuscita a credere alla scena che aveva davanti agli occhi. Aveva scosso la testa come per svegliarsi. Poi, improvvisamente, dietro le spalle del ragazzo era apparsa la figura di un uomo che splendeva di luce dorata.

Le Bizzarre avventure di JoJo: Golden Heart, Golden RingOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz