Capitolo due

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Venezia, famosa città del nord-est italiano. Se s'immagina l'Italia come uno stivale, si trova proprio sopra il polpaccio, verso la parte interna del ginocchio. E' circondata da una zona di terre, scoperte durante la basa marea, chiamata laguna, e il suo fascino esotico le deriva dal labirinto di canali che la percorrono, nonché dalle diverse chiese e palazzi che conservano l'aspetto e l'atmosfera di quando,  nel quattordicesimo, quindicesimo secolo, il commercio del Mediterraneo ebbe la sua maggior fioritura.

Da nord-ovest verso sud-est, passando attraverso il centro della città, scorre il Canal Grande, un grosso canale dalla forma di S rovesciata. Circa a metà è attraversato da un grande ponte dagli archi di marmo detto Ponte di Rialto, lungo circa ventotto metri.

 La zona di Rialto è fra le più frequentate di Venezia. Vicino al ponte si vedono oggetti di oreficeria, pizzi, articoli in pelle e i famosi vetri veneziani, ed è qui dove si incrociano quotidianamente centinaia di turisti. Anche quel giorno c'era una gran folla, tra turisti che spendono volontariamente valanghe di denaro, e borsaioli che cercano una facile scorciatoia attraverso le loro tasche. Dall'acqua che ristagnava lungo il canale arrivava l'odore dolciastro del mare, che si mescolava con l'odore della birra e delle salsicce calde, degli hot dog per turisti più giovani, nonché dei rifiuti di verdura andati a male che ogni tanto facevano capolino in qualche angolo.

Niente di diverso dal solito, insomma.

Fatta eccezione per una sola cosa...


Seguendo per un tratto verso sud la strada principale che passa per Rialto, dopo un po', a sinistra, si trova una piazzetta in cui sorge una chiesa. Il punto d'arrivo si trova ancora oltre, dopo un lungo percorso per le viuzze secondarie.Le stradine di Venezia sono intricate come quelle di un labirinto e basta allontanarsi di una via dalla strada principale per avere la visione di tutt'un'altra faccia della città. Polverose case color terra che si stringono le une alle altre. A terra avanzi di verdura e ossa con qualche resto di carne ancora attaccata formavano mucchi d'immondizia qua e là. Un vecchio cane scheletrico ci stava rovistando dentro col naso. L'impressione era quello di un quartiere povero, ma quello non era un caso isolato. Basta allontanarsi di poco dalle voci gaie dei turisti ed entrare nelle vie traverse che di luoghi come questi, simili a covi lontani dagli occhi delle masse, se ne trovano a iosa. 

In uno di questi blocchi di case, ce n'era una dalla porta verde muschio. O meglio, che era stata di quel colore molto tempo fa. La vernice scrostata era quasi tutta caduta e il suo stato era tutt'altro che buono. Sulla facciata si leggeva l'insegna RISTORANTE. Avrebbe dovuto essere un locale dove ti servono da mangiare ma l'impressione che dava non era quella.

I vetri delle finestre erano talmente vecchi da aver assunto un colorito ocra ed essere diventati irregolari. Gettando un'occhiata verso di essi, all'interno del locale si vedevano degli strani ospiti, piuttosto consoni all'aspetto di un ristorante del genere. Insomma, c'era gente. 

Erano tre giovani uomini dall'aria sospetta e un ragazzino che teneva nella mano destra una vecchia tartaruga. Non sembrava proprio gente del luogo, ma non davano neppure l'impressione di turisti venuti a Venezia a passare le vacanze. Forse, chi conosce un po' certi ambienti se ne sarebbe accorto subito. Quelli erano sicuramente dei malavitosi. Un gruppo che aveva il suo covo a Napoli e faceva parte di un'organizzazione chiamata Passione. O meglio, che ne faceva parte fino a qualche giorno prima. 

Il giovane dai capelli neri, Bucciarati, vent'anni appena compiuti, era il braccio destro di Polpo, uno dei capi dell'organizzazione. Quando misteriosamente era morto Polpo lasciando un patrimonio personale valutato circa sei miliardi, Bucciarati l'aveva rimesso all'organizzazione, ottenendo in cambio la posizione di ''capo''. Ovvero, aveva ottenuto la licenza di Polpo per il controllo del gioco d'azzardo, delle scommesse, dei profitti per estorsione e di quelli per contrabbando, per la 'gestione' dei ristoranti, alberghi e usurai.  Aveva avuto, insomma, il controllo di un giro di denaro gigantesco.

Le Bizzarre avventure di JoJo: Golden Heart, Golden RingWhere stories live. Discover now