3-Io volevo solo la mia pizza

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Entro in mensa assorta nei miei pensieri e mi incammino verso i banchi con il cibo, con un vassoio in mano.

Il lunedì c'è la pizza. Una delle poche cose buone che fanno in questa scuola.

La maggior parte delle volte mi limito a mangiare un piatto di pasta o un contorno decente tanto per non svenire ma non mi piace molto mangiare gli aborti di cucina che servono alla Madison High.

Prendo l'ultima fetta e mi volto per andare al tavolo quando un muro di tatuaggi mi si para davanti parandomi la strada.

<Molla quella fetta immediatamente>dice James con le braccia incrociate al petto, mostrando dei muscoli che farebbero paura anche a Jacob di Twilight.

<Non ci penso prorio scimmione!>È qui da tre ore e mi sta già sulle palle.

Mi si avvicina lentamente e con passo intimidatorio.

<Non era una domanda>mi risponde con voce bassa e roca.

Ok...Adesso si che fa paura.

Ma non posso fargli credere di avere un'effetto su di me, così prendo la mia fetta di pizza e le do un bel morso.

Ora è davvero incazzato. Gli manca solo il fumo dalle orecchie. Mi spinge con forza alla parete della mensa facendomi cadere il vassoio dalle mani.

Brutto bastardo!...mi ha buttato la pizza a terra!!

Tiene le braccia ai lati delle mia testa mentre si avvicina pericolosamente al mio viso. Si ferma a circa dieci centimetri dal mio naso e mi guarda con rabbia.

Ricambio il suo sguardo non accennando ad interrompere la nostra guerra di sguardi mentre nella mensa scoppia un silenzio improvviso.

Ecco!...adesso stiamo anche dando spettacolo. Di bene in meglio insomma.

Prima mi attaccano al muro e poi mi mettono sotto i riflettori...che giornata di merda.

James si allontana da me dopo pochi secondi non staccando i suoi occhi neri dai miei. Avrà capito che c'è troppa gente a guardare per fare una scenata.

Si allontana in silenzio scrutandomi dalla testa ai piedi ed esce dalla mensa. Mi accorgo che stavo trattenendo il fiato solo quando sparisce dietro l'angolo, e tiro un sospiro di sollievo.

Vanessa mi si avvicina ancora scossa dalla situazione e mi chiede se sto bene.

Certo...ho solo appena fatto incazzare a bestia la persona più pericolosa che conosca.

Ci sediamo al primo tavolo vuoto e lei inizia a mangiare il suo pranzo.

Esco per andare alla macchinetta nel corridoio per prendere qualcosa da mettere sotto i denti. Metto i soldi dentro e guardo cosa prendere quando vedo spuntare un braccio da a pochi centimetri dal mio volto e digitare il numero che avevo pensato di prendere.

Mi giro all'improvviso spaventata e vedo un sorrisetto familiare.

<Che bello rivederla mia dolce donzella>dice teatralemente facendo un'inchino.

<È un immenso piacere per me ricontrarla mio eroe!>rispondo io con molta enfasi.

Non riusciamo a trattenerci e insieme scoppiamo a ridere nel mezzo al corridoio vuoto, creando un eco pazzesco e parecchio forte.

Ma non ci interessa più di tanto.

<Ho visto che hai tenuto testa a James...>Evidentemente la notizie corrono in fretta.

<Nessuno mi ruba il cibo!>rispondo con finto tono di sfida, facendo allargare maggiormente il suo sorriso.

<Comunque non mi hai ancora detto il tuo nome...> Dondolandosi sui talloni mi rivolge un sorrisetto furbo mentre mi scruta con i suoi splendidi occhi azzurri.

<Cosa ci guadagnerei se te lo dicessi?>rispondo con altrettanta furbizia.

<Nulla di che...solo il mio numero di telefono forse...>risponde con un'alzata di spalle fingendo indifferenza.

<E cosa ti dice che mi interessa il tuo numero?>Gioco al suo stesso gioco e mi accorgo che gli piace e anche parecchio, perché mi si avvicina di due passi e con un sorriso malizioso mi risponde...

<Almeno potremo decidere l'orario del nostro appuntamento.>Wow...diretto il ragazzo...

<Mi stai forse chiedendo di uscire?>gli chiedo stupita, con gli occhi leggermente più aperti del normale.

<Solo se accetti>ancora con quel sorriso stupefacente.

<Ma non sai neppure il mio nome>gli rivolgo il mio sorriso più sfacciato e aspetto che contrattacchi. Apre la bocca come se volesse dire qualcosa ma la richiude immediatamente. L'ho proprio messo con le spalle al muro.

Quasi come James ha fatto con me oserei dire. Io davvero non capisco quel ragazzo, ma soprattutto...perché capitano tutte a me!?

<toucher madmoiselle>Adoro quando mi parla formalmente...anche se è successo si e no quattro volte, mi fa impazzire lo stesso.

<Piacere, Rebecca Pears>gli porgo la mano e lui la stringe delicatamente senza staccare gli occhi dai miei.

<Lucky Perrish,ed è un grandissimo piacere conoscerla>mi bacia la mano in modo seducente e lento. Arrossisco involontariamente a tutta questa galanteria.

Suona la campanella e mi ricorda che è appena finita la pausa pranzo e io non ho neanche mangiato.

<Mi dispiace ma devo andare assolutamente in classe.>gli rivolgo un sorriso dispiaciuto e prendo la mia merendina dalla macchinetta prima di sorridergli e scappare a lezione.

Sembra che dopo un disastro come quello in mensa un minimo di felicità sia tornata per questa giornata. Sono davvero dispiaciuta di non avergli chiesto il numero, e spero tanto di poterlo rincontrate.

Mi risiedo accanto a Vanessa e le dico che dopo le avrei spiegato tutto, e insieme passiamo il resto delle lezioni tra chiacchiere e spiegazioni

ANGOLI AUTRICE

Ho avuto un problema con la storia perché ho letto dei libri troppo simili al mio e ho deciso di cambiare un po le cose. Spero di riuscire a continuare la storia.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 12, 2021 ⏰

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