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POV'S GALLY

"Jack, ma perché lui è qui a Fes e tu eri a Marrakech se siete venuti insieme?" chiese Frypan, non riuscendo come la solito a contenere la sua curiosità.
"Beh, diciamo che viviamo in questo posto insieme. O meglio, vivevamo quando siamo venuti qui due mesi fa. È un gioco di squadra: lui controlla la situazione e gli eventuali spostamenti di mia madre, e io la vado a cercare. Non sa che sono qui, non ho avuto il tempo di avvisarlo."
"Mi dispiace, per tua madre." gli dissi, dispiaciuto veramente, perché non solo ci stava aiutando, ma aveva anche altri problemi a cui pensare.

Jack mi sorrise lievemente, uscendo dalla macchina.

"Ve lo dico prima, non fategli domande personali. Non vi risponderà, deve mantenere un basso profilo." ci avvisò Jake, prima di bussare due volte alla porta.
Si trattava di un appartamento al secondo piano, le mura dei vari pianerottoli erano piene di murales e dalla poca pulizia, sembrava che non ci vivessero persone particolarmente interessate a cambiare l'acqua alle piante.
Dopo qualche secondo di attesa, un ragazzo aprì la porta. I capelli lunghi e neri tenuti fermi da una fascia ricadevano fino alla spalla, gli occhi verdi rossi, le labbra screpolate, uno sguardo stanco e una barbetta che cresceva senza essere curata.

"Jack? Ma che ci fai qui all'improvviso? Cioè amico, avvisami, almeno.."
"Ti rendi più presentabile?" concluse la frase Jack, ridacchiando.
"No, almeno compro più erba anche per te." rise l'amico, allungandosi per abbracciarlo.
"E loro? Chi sono?" chiese infine, staccandosi dall'abbraccio e tornando a bere la sua birra.
"Okay, è una lunga storia. In poche parole, ci serve il tuo aiuto."
"Ti aiuto, lo sai. Ma loro devono girare che non diranno mai a nessuno di essere stati qui. Io non esisto per voi." ci disse il ragazzo puntandoci il dito contro.
"Vogliamo solo trovare i nostri amici, non diremo una parola, davvero." risposi sinceramente.
Il ragazzo mi osservò attentamente, passando a Frypan subito dopo.
"Okay, ma non vi dirò il mio nome. Non si sa mai." disse infine, spostandosi leggermente per farci entrare.
"Grazie, sei il migliore." disse Jack dandogli una pacca nella spalla.

Quella casa era un caos. Il divano era pieno di vestiti sporchi, c'erano birre e bibite ovunque, le patatine a terra e odore di bruciato. Quella casa, già abbastanza piccola, sembrava ancora più stretta con tutto quel disordine.

"Non fate caso alla puzza di bruciato, ho provato a fare il sugo." disse il ragazzo, andando verso una stanza infondo al corridoio.
Ovviamente lo seguimmo, anche se un po' incerti. Quel ragazzo sembrava tutto, tranne che un hacker genio del computer.
Ma nel momento esatto in cui entrai nel suo ufficio, mi resi conto di essermi sbagliato a giudicarlo troppo velocemente.
La stanza era davvero organizzata: aveva una lavagna dove appuntava dei dati che non so neanche a cosa servano, c'erano molti fogli e disegni attaccati ai muri, così come un mega televisore di fronte alla postazione computer. Appena sotto il televisore, c'era un grande tavolo con sopra tre pc diversi, accanto al tavolo potevamo vedere una grande stampante appoggiata su un mobile non più utilizzabile.

"Wow." disse Frypan, guardandosi intorno scioccato quanto me.
"Non male eh?" rise Jack, mentre il suo amico entrava nel computer.
"Forza, ditemi cosa cercate." disse bevendo un sorso di birra, per poi posarla e appoggiare le dita nella tastiera, pronto a iniziare la sua ricerca.
"Ho solo un numero di telefono. Puoi rintracciarlo? Dobbiamo trovare il cellulare." chiese Jack porgendogli un foglietto con scritto il numero di Madeleine.
"Certo, ma ci vuole un po'. Non aspettatevi che in qualche minuto il gioco sia fatto. Lasciatemi solo, devo lavorare." disse indicandoci la porta.
"Grazie mille." lo ringraziammo contemporaneamente io e Frypan, sapendo che sarebbe stata una giornata intensa.
Molto, intensa.

POV'S KAMAL

"Libero." sussurrò Miranda, dall'altro lato del corridoio.
Continuai a camminare, controllando le stanze una ad una. Tenevo la pistola in mano, camminavo lentamente, tutto stava andando male e non sapevamo come fare.
"Chiamiamo la polizia e basta." sussurrai, rassegnato.
"No, non possiamo. E se fossero partecipi? Insomma, hai visto che un poliziotto era dalla sua parte." mormorò Miranda, continuando a controllare le stanze.
"Cazzo si, ma non penso che lui abbia corrotto tutti gli ufficiali di polizia. Chiamiamo, non possiamo farcela soli." le dissi, cercando di farle capire che non avevamo più possibilità.
Miranda ci pensò qualche secondo, ma alla fine annuì rassegnata, acconsentendo a chiamare la polizia.
Uscii il telefono dalla tasca, facendomi segno di coprirle le spalle.
Dopo aver digitato il numero, portò il telefono all'orecchio.

My Strenght. -Newtmas [sequel di Weakness]Where stories live. Discover now