CAPITOLO 4

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{L'INCONTRO}

<Ok, ok... scusa Jerome ma ho paura degli aghi, quindi... sì io sono tuo padre>. <Che cosa?> chiese sorpreso il ragazzo <mia madre era solo una donna senza cuore non sarebbe mai andata con uno stupido cieco come te!> e infine scoppiò in lacrime. Jim lo guardò con un volto paterno, quasi compassionevole, ma questo cambiò subito quando il pianto di Jerome si trasformò in un sorriso sadico e spietato. <Si è vero ho ucciso mi madre> continuò dicendo <mi picchiava e mi andava bene, era una donna che si ubriacava tutto il giorno e mi andava bene, ma non puoi darmi ordini e dirmi di lavare i piatti mentre tu te ne stai a divertirti!>. 

Ci fu un momento di silenzio, visto che tutti i presenti erano a dir poco scioccati. <Ok, ho prove necessarie per arrestarti, ma non mi sembri molto sano di mente, per questa ragione ti manderò ad Arkham>.  Queste furono le ultime parole che mio padre rivolse a Jerome quel giorno. 

Io ero all'oscuro di tutto, ma mi bastò poco per capire che avevano appena arrestato la mia testa di ruggine e sì credo che mi piaccia un po', ma è in arresto per causa mia e credo che mi voglia morta. Cavolo!! ero proprio nei casini! Non avevo mantenuto la mia promessa, ma non potevo tenere nascosto un segreto così grande al mondo... ero veramente confusa e la prima cosa che mi venne in mente fu quella di andare ad Arkham e di chiarirmi con Jerome una volta per tutte. 

Così mi presentai al cancello dell' edificio e dissi alle guardie che dovevo incontrare Jerome Valeska. Bastò quel nome per far spalancale gli occhi ad entrambi e uno dei due mi chiese: "Quanti anni hai?" "quattordici" dissi con tono deciso. "Devi avere almeno sedici anni per entrare, quindi alza i tacchi e vatten..." " lei è con me!" mi girai e vidi mio padre che mi guardava come per dire "ma che ti salta per la mente!". Comunque ora posso entrare, ma non posso parlare con Jerome dei sentimenti che provo per lui davanti a mio padre! 

"Dove vorresti andare?" mi chiese Jim "volevo fare un giro..." risposi con la prima frase che mi venne in mente. Entrai nel manicomio e passai per il corridoio in cerca della camera dove ospitava Jerome, ma non vedevo nulla se non pazzi che urlavano e facevano strane cose, finché non raggiunsi una camera con un tizio girato di spalle. Aveva i capelli rossi, ma non riuscivo a vedere il volto, indossava una camicia di forza e pensai che il mio "rosso" non era così pazzo da essere legato ad una sedia, così me ne andai. Non feci in tempo a ripartire che il tizio disse: " così sarei il tuo "rosso", eh?". Rimasi pietrificata, non avevo la minima idea che stessi pensando ad alta voce, ma almeno ho la certezza che quello era Jerome, avrei riconosciuto la sua voce anche da due miglia di distanza. 

                                                                                 462 parole

Jerome Valeska -vita da criminale-Where stories live. Discover now