STAR WARS - a New Order

II.6 To Catch a Jedi

Lara's POV

Almeno Anakin non aveva dubbi sull'innocenza della sua apprendista, mi meravigliavo invece di come controllasse le emozioni... nonostante tutto ascoltava le direttive del Consiglio e del senato, sopprimendo i suoi sentimenti. Era un Jedi potente, molto potente per tenere a freno sempre così tanto, ah anche Jack lo notava, che di solito lui percepisce il carattere immediato, le intenzioni delle persone mentre sono io che guardo al passato e ricostruisco le storie emotive... non mi piaceva questa situazione, minare le cose a cui teneva di più distruggevano Anakin, accentuava il suo carattere instabile, da Jedi forte e ammirevole a uomo con attaccamenti e sfoghi di rabbia.

Comunque... parlammo ancora un po', poi suonò il comlink di Anakin e scoprimmo che Ahsoka stava evadendo dal quartier generale repubblicano, dove era imprigionata, in quel preciso momento! Corremmo con lui agli Hangar ma non ci lasciarono proseguire, erano chiamate solo squadre di 501th quindi niente Jedi sfusi...

Mentre i trasporti decollavano velocemente mi fermai, guardai Jack e senza che passasse un attimo solo mi disse

< andiamo anche noi, si <

sorrisi un secondo, apprezzando quei piccoli dettagli che dicevano tutto su noi due, poi tornai alla realtà, stava piovendo ed il cielo era grigio, carico di nuvole.

Jack intanto aveva chiamato R6 ed ecco la Shadow girare l'angolo e approcciare la piattaforma pericolosamente veloce, ma noi non avevamo un pilota qualunque, potevamo contare su un droide-nave decisamente affidabile. Saltammo sulla navetta cenere, era quasi invisibile in quell'atmosfera carica di nuvole e acqua che si tradiva solo con le fiamme blu dei propulsori alari.

< arriveremo un po' in ritardo...< disse Jack presi i comandi

< questa nave non doveva essere la più veloce? < gli risposi con un sorrisino

< sii ma in realtà no <

< beh almeno avremo una visione complessiva di cosa sta succedendo lì <

< esattamente <

concluse il mio amato, giusto prima di pigiare a fondo sull'acceleratore facendomi quasi cadere, ovviamente ridacchiava...

Jack's POV

Arrivammo tardi, ci dissero che lei stava fuggendo e squadre di cloni le erano alle calcagna. Non sapevamo bene come agire, decidemmo di restare al complesso, anche se non facevamo in tempo ad aiutarla nella fuga potevamo indagare sull'evasione, dissero che aveva ucciso guardie carcerarie: impossibile, deve essere stato qualcun altro, la fuga non dev'essere opera di Ahsoka e dev'esser stata incastrata ancora una volta.

Entrammo nel settore dov'era detenuta, c'erano parecchi corpi, ferite da spada laser... cominciammo a fare domande, poi i cloni vivi, guardie e investigatori, si resero conto che forse non eravamo nessuno.

< ci ha mandato il Consiglio su ordine del senato <

dissi al capitano con un rapido gesto della mano, Lara fece lo stesso rivolta alle persone dall'altro lato. Un pugno di secondi di silenzio e poi:

< d'accordo sir, gli ordini sono ordini...<

Davanti la cella di Ahsoka c'era la tessera magnetica che sblocca la barriera di energia che protegge la porta, mi inginocchiai e la raccolsi, cercai di focalizzare la mente su di essa, era difficile allineare i pensieri con quello che stava succedendo... poi Lara mi appoggiò una mano sulla spalla, trasmettendo calore e aiutandomi a compiere la psicometria. Non sono proprio dotato, però riuscì a vedere qualcosa: Ahsoka l'ha presa tramite la Forza da terra dopo che qualcuno ha aperto la porta, non avrebbe potuto vederla altrimenti... c'è un motivo se queste celle hanno doppia barriera, una fisica e una energetica... poi ci saltò all'occhio che i primi corpi caduti sono metri più avanti, quindi o la tessera è finita qui per caso o qualcuno ha fatto in modo che finisse così, magari uccidendo qualche clone per strada... l'ho già detto?: "Niente lasciato al caso" ... 

Chiaramente non ci siamo fermati, non avevamo piste o altro ma di una cosa eravamo sicuri: Ahsoka Tano era innocente, stava scappando perché non sapeva più in cosa credere, già due volte era stata raggirata ed era considerata colpevole di crimini che non avrebbe mai potuto commettere.