Capitolo 25

1.6K 56 11
                                    

"Mamma mia, quella casa sembrava la reggia di Caserta! Se fossi in te, farei le valigie adesso" sostiene Aurora euforica, masticando una gomma da masticare e mentre ci aggiriamo tra i reparti del supermercato.

"La nostra relazione è appena cominciata. Credo sia troppo presto per parlare di convivenza" le rispondo, dando un'occhiata ai prodotti refrigerati.

"Beh sì, ma se tu glielo chiedessi, sicuramente ti darebbe il suo consenso. Stravede per te!" esclama, confermando la sua teoria.

"E io stravedo per lui perché mi sento felice quando trascorriamo del tempo insieme. Avverto che posso finalmente fidarmi di un uomo, nonostante le cattive esperienze. Sono innamorata" ammetto con tutta me stessa, nel frattempo che Arianna sgattaiola via nel reparto dolciumi.

Anche se Gabriel è il secondo uomo della mia vita, percepisco un intensa connessione tra noi due.
Da quando siamo ritornati da Parigi, non faccio che pensare a lui, anche nei momenti stracolmi di impegni.
Perfino quando dormo, me lo ritrovo nei miei sogni e nelle mie fantasie più oscure e segrete.
Mi si è conficcato nella mente e resterà lì a lungo, se non per sempre.

"Piuttosto, com'è andata la tua uscita con l'infermiere?" ficcanaso, assestandole una gomitata.

"La prima parte è stata molto tranquilla, parlavamo a turno dei nostri interessi e ho scoperto che la pensa come me su diverse tematiche. Dopo la cena, abbiamo passeggiato nel centro storico e si è rivelato un uomo davvero simpatico e curioso" svela, annuendo con gli occhi a cuoricino.

Rare volte ho visto Aurora così presa. Aveva avuto una reazione, anni fa, con un ragazzo che faceva il tatuatore.
La loro relazione durò all'incirca cinque anni tra litigi, incomprensioni e riappacificazioni e alla fine, tra loro non funzionò.
Non scoprii mai le reali ragioni che portarono alla conclusione del loro rapporto, poiché Aurora tende sempre a tergiversare su questo argomento e io rispetto la sua scelta.

"In che senso, curioso?"

"Non lo so, non saprei spiegarti. C'è qualcosa in lui che non riesco a leggere, qualcosa di misterioso che mi intriga..." afferma raggiante, soddisfatta nel non aver trovato un individuo patetico e banale in quanto amante delle sfide.

"Buon per te. Se tu stai bene, allora lo sono anch'io. Finalmente tutto gira per il verso giusto, amica mia! Chissà, questa potrebbe essere la volta fortunata"

"Era anche ora! Sapevo che il karma non ci aveva abbandonato. Hey, Arianna! Metti giù i Choco Krave, ne abbiamo già due pacchi a casa" comanda poi, mentre la immagino con dei bambini tutti suoi che le scombussolano la vita.

Ad Aurora non sono mai piaciuti particolarmente i bambini: è sempre stata quel genere di persona che preferisce la vita smodata in coppia, senza alcun progetto di procreazione.
Almeno, questi erano i suoi piani fino a poco tempo fa.
Quando ci trasferimmo nello stesso appartamento insieme, lei si dimostrò riluttante all'idea di gestire le crisi isteriche di una bambina di quattro anni.
Non sopportava sentirla piangere, né lamentarsi ed averla in casa, la faceva uscire di senno.
Nel corso degli anni, però, ha saputo comprendere e si è sempre mostrata disponibile nel tenere a bada Arianna, nei momenti in cui mi era impossibile.
Alla fine, nonostante l'iniziale avversione, si è innamorata dei bambini anche lei (la osservo cercare video divertenti di bambini teneri su YouTube)

"Cosa c'è? Perché mi guardi in questo modo?" mi dice confusa, spostando i prodotti sul nastro e ponendo un divisore.

"Sarai un'ottima madre" le rivelo con una faccia più che soddisfatta.

"Cosa c'entra adesso?" ride, tirando fuori le banconote e la carta fedeltà.

Io, intanto, ripongo il tutto nelle buste di plastica e concedo ad Arianna di portarne una leggera.
Dopo aver pagato, ritorniamo al parcheggio e mettiamo al suo posto il carrello.
Carichiamo le buste in macchina, entriamo e ci avviamo verso casa.

Lift Me Where stories live. Discover now