Epilegue

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"Kyota!"
"Mh?"
"Ho trovato qualcosa di interessante..."
Mi alzai lentamente da terra, eravamo in soffitta  a pulire, erano le 11:28 ma il sole non si faceva ancora sentire, era ormai normale, da qualche anno stanno succedendo cose strane ai vari pianeti, accadeva spesso di passare giornate intere al buio o notti col sole.
Mi avvicinai a Tokyo che era accovacciato intento a frugare in una scatola.
Si, Tokyo era un femmina, in teoria, in realtà è non binario, ovvero che non si sente ne maschio ne femmina.
Nella scatola si trovavano numerosi fogli, album da disegno e album di foto.
Allungai il braccio prendendo uno degli album, uno di foto, aprendolo trovai diverse foto fatte con la Polaroid e dei foglietti in parte con su delle scritte.
c'erano anche diversi fiori secchi, era tutto ben organizzato e bello.
Le foto raffiguravano Nostra mamma e...papà, solo Tokyo ha la possibilità di ricordarlo, Tokyo si ricorda tutto, sin da quando aveva sviluppato un cervello, prima della nascita, questo era un "dono" che solo pochi avevano, ma ciò portava all'Alzheimer una volta grandi.
Lei se lo ricorda come una persona davvero dolce, la cui risata ti rilassava così tanto da sentirti cullato.
Era poco più alto di mamma, aveva i capelli lunghi nei primi ricordi, dopo un po' gli aveva tagliati, sempre biondi con la ricrescita nera.
Nella prima foto di vedeva Mamma che teneva in braccio una lepre all'altezza del suo viso mentre Papà che baciava la testa dell'animaletto dal lato opposto.
Tokyo sorrise dolcemente mentre io rilasciai un piccolo "aw" sospirando.
Mi dispiaceva davvero tanto non averlo conosciuto...e...anche se penso che un padre si dovrebbe chiamare "padre" per il legame che si crea durante la crescita...lo voglio chiamare lo stesso così, da tutti quei racconti penso sia stato una persona davvero fantastica, una persona che ha segnato così tanto la vita di nostra madre.
Nelle altre foto si vedevano loro che si tenevano per mano, abbracciati, loro che ridevano.
Dopo qualche ora a guardare e commentare le diverse foto e letterine con delle piccole dediche mi soffermai in una dov'è si vedeva solo una foto posizionata al centro della pagina, attorno si trovavano due rami di wisteria Messi a cerchio, nella pagina in parte si trovava una dedica lunghissima.
Mi soffermai su una parte.
"Sei l'ombra della mia luce, ma anche la luce che mi ha illuminato il buio più profondo
Trovarti è stato come trovare speranza in una situazione impossibile...e il fatto che ti conosco sin da quando siamo nati, mi fa sentire come se con la speranza ci sono nata, grazie a te. Mi ricordo ancora quando durante un litigio alquanto stupido urlai che sarei letteralmente morta per te, tu mi guardai scioccato, poi urlai che era proprio qui che sbagliavo...perché se proprio ci tenevo...dovevo vivere per te...mi ricordo ancora le tue lacrime luccicare appese sulle ciglia delicate. Li...scoppiamo entrambi in lacrime, ti abbracciai e piangemmo entrambi, insieme."
Tokyo poggiò la testa sulla mia spalla sospirando.
"Cazzo quasi quasi scoppio a piangere pure io"
Annuì lentamente sorridendo, mi sfregai un occhio e continuammo con le foto.
Presi in mano l'album da disegno, nostra madre passava molto tempo a disegnare e se le chiedevamo se le piaceva alzava semplicemente le spalle
"Non lo so...lo faccio e basta"
prima pagine, primo disegno.
Spalancai gli occhi come stupito capendo cosa raffigurava.
Tokyo posò la sua mano sul foglio.
"Kyota, siamo noi con papà..."
"...si..."
Lì Kenma, papà, aveva i capelli ancora lunghi, dalle linee che tracciavano il suo volto notai quanto Tokyo gli somigliava, occhi da felino, naso piccolo, capelli mori e statura a primo colpo fragile ma se ricevi un pugno da loro è probabile ritrovarti in ospedale dopo 5 anni di coma, 7 costole rotte, 200 ossa fratturate e un polmone in meno.
Ho esagerato?
Mi girai verso Tokyo che guardava il disegno tristemente.
Sospirai.
"Ha davvero talento nostra mamma"
Sorrisi e Tokyo fece lo stesso.
Nostro padre era morto ad un incidente in treno, il 13 luglio, morirono circa altre 52 persone con lui e 100 feriti.
Stava ritornando a casa da una visita a Hinata...
Shoyo ormai è un pallavolista di fama mondiale, nulla di nuovo, è un caro amico di famiglia e io e Tokyo lo trattiamo quasi come un fratello, se solo non fosse per le differenze di eta che di carattere non si facevano sentire.
Kuroo era il migliore amico dei nostri genitori e lo è ancora ma essendosi trasferito in Italia non lo vediamo spesso.
Mentre Koushi, il cugino di mamma, nishinoya, terushima, bokuto e tendou li vediamo spesso, sono delle persone davvero importanti , ci sono sempre stati per nostra madre e ora anche noi.
Presi in mano una foto di gruppo che traeva tutti gli amici che si era fatta nostra madre, tra cui Papà, li mi sembra non si fossero ancora fidanzati...
Tokyo prese la foto sorridente e si alzò.
"Dove vai?"
Lei non rispose e uscì correndo
"MAMMA"
urlò scendendo le scale velocemente.
"AYE?" rispose la donna preparando della cioccolata calda.
Tokyo le arrivò di fronte col fiatone e le pose la foto, lei la guardò delicatamente stupita all'inizio e poi la prese in mano, come se fosse un tesoro inestimabile.
Sorrise


"...è davvero un peccato che non siate riusciti a...a stargli accanto...era davvero piacevole parlargli"
Lei sospirò senza togliere lo sguardo dalla foto.
Dopo un po' abbassò la foto, alzò lo sguardo e ci guardò, aveva gli occhi lucidi.
Ci abbracciò mettendo sul tavolo l'immagine.
"Spero possiate trovarvi la compagnia giusta...mi sento davvero fortunata di aver trovato così tante persone fantastiche, tutte in una volta"
Le presi il viso fra le mani e le sorrisi.
"Mamma, ti sei meritata tutto questo è ti saresti meritata di passare tutta la vita con papà...ma non tutto finisce come dovrebbe"
Lei scoppiò a piangere ritornando ad abbracciarci.
"Vi voglio bene"
"Anche noi mamma" rispose sussurrando Tokyo





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Questo è l'ultimo capitolo giuro :)

Kozume Kenma// I know I f' upWhere stories live. Discover now